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Farmaci: pandemia non frena export che nel primo trimestre segna +24% su base annua

di Red.San.

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L'impatto della pandemia sul primo trimestre dell'anno evidenzia un settore farmaceutico in totale controtendenza rispetto all'insieme dell'economia: l'export è aumentato di oltre il 24% su base annua per l'Italia e del 14,9% per il Mezzogiorno. E' quanto emerge dallo studio SRM (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) presentato oggi nel corso del Webinar organizzato insieme a Farmindustria sulla "Filiera farmaceutica di fronte alla sfida del Covid-19" secondo cui cresce anche il numero delle imprese: +0,4% per l'Italia e un +0,8% per le regioni del Sud. "Con 750 imprese e oltre 61mila addetti - continua lo studio - la filiera farmaceutica è tra i settori più innovativi e green: il 90% delle imprese sta adottando l'innovazione 4.0 nella produzione e il principio della sostenibilità nei suoi processi". Così, in 10 anni "sono diminuiti sia i consumi energetici (-54% vs -26% della media manifatturiera) sia le emissioni di gas climalteranti (-74% vs -13%)".

Manfredi: necessario il link con la produzione
La pandemia ha mostrato "la necessità di una stretta connessione tra attività di ricerca farmaceutica e produzione" e può trasformarsi in una leva per rendere la nostra ricerca "un polo di attrazione di investimenti dall'estero" ha detto Gaetano Manfredi ministro dell'Università e della ricerca, durante il Webinar. "La filiera farmaceutica - ha sottolineato il ministro - è un'ottima esemplificazione di quello che dobbiamo fare: è uno dei settori che ha sofferto meno in questi mesi, anzi ha avuto una crescita". Ma "ci ha dato anche la conferma di quanto sia importante una capacità di traslazione dei risultati ottenuti dalla ricerca nella realtà della vita delle persone". D'altro canto, da questa esperienza emerge l'importanza di "rafforzare strumenti per far sì che questa ricerca diventi una leva per attrarre investimenti esteri". Per farlo serve "un sistema anche di sostegno fiscale ed economico che attragga i grandi gruppi internazionali" evitando, così, di delocalizzare produzioni strategiche per il Paese. Da questo punto di vista, ha concluso Manfredi, il caso vaccini è esemplificativo. "Tutti i prototipi si sviluppano in piccole aziende biotech, ma la produzione per la commercializzazione è una fase di cui si occupano i grandi gruppi del settore".

Scaccabarozzi: la farmaceutica volano per il Sud
Secondo il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi "nonostante le difficoltà dell'emergenza Covid-19, il settore farmaceutico può essere in grado di fare da volano per il rilancio di tutto il Sud". "Le imprese del farmaco - ha aggiunto - sono un asse portante dell'industria nel Mezzogiorno. Si tratta di realtà variegate a capitale nazionale o estero, grandi, medie o piccole imprese". Sono tante, "soprattutto in regioni come Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia, e rappresentano una realtà importante dal punto di vista economico, occupazionale e sociale". Il loro valore è dovuto a "diversi fattori", "innanzitutto alla qualità delle risorse umane, che è straordinaria e costituisce un punto qualificante per le aziende internazionali". L'altro aspetto è che "sono collegate a un indotto di eccellenza" e a "sinergie a tanti livelli, da centri di ricerca universitari e a start up pubbliche e private". Il settore farmaceutico delle regioni del Sud Italia, inoltre, "esporta molto più di interi paesi europei". "Credo - ha concluso - il Sud si meriti più di quello che ha e noi cercheremo di essere ancora più presenti, in termine di quantità e qualità".


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