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Covid/ Arcuri: «Vicini al milione di vaccini completati». Nella nuova strategia contro il virus (a consegne dimezzate) le facilities italiane, ogni siero purché bollinato e i monoclonali. Obiettivo minimo: 14,7 mln di dosi somministrate entro marzo

di Barbara Gobbi

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«Siamo il primo Paese in Europa per vaccinazioni completate, che sono arrivate quasi a un milione e oggi ci aspettiamo di superare il milione». Lo ha detto il commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri, precisando che «il Piano vaccinale procede alla velocità massima compatibile con il numero di dosi che arrivano in Italia. Nei primi 15 giorni di gennaio in media abbiamo avuto 81mila vaccini somministrati al giorno, che con le riduzioni avute - e subite - si sono dimezzati passando a 39mila dal 16 al 25 gennaio, meno della metà perché non avevamo le dosi, mentre negli ultimi giorni la curva è tornata a crescere consentendo le seconde somministrazioni».
Arcuri ha ricordato come si procederà, «con il carburante che ci sarà» e man mano che i vaccini saranno disponibili: «Abbiamo quasi finito di somministrare i vaccini a operatori sanitari e sosiosanitari e operatori e ospiti delle Rsa - ha detto - ; immediatamente dopo avevamo iniziato, moderatamente viste le scarsità impreviste di vaccini, a vaccinare gli anziani di oltre 80 anni e nelle prossime settimane rafforzeremo questo obiettivo. In tutto sono circa 6,5 milioni le persone di questa prima fase, di cui 4,5 mln gli over 80. Per vaccinare questo primo gruppo - ha ricordato Arcuri - servono 13milioni di dosi. Abbiamo poi previsto una successiva fase: le persone fragili di ogni età con propensione alla letalità e questo è il secondo gruppo. Nel terzo gruppo sono coloro che hanno meno di 60 anni e ha a che fare con categorie critiche perché esposte al contagio: forze armate, forze dell'ordine, chi lavora e vive nelle carceri e lavoratori dei servizi essenziali. Infine, quel che resta della popolazione, con il ritmo che sarà consentito da produttori e vaccini disponibili».
Intanto sono in arrivo per la "somministrazione parallela", rispetto al piano approvato dal Parlamento, le dosi di AstraZeneca: le prime, che arriveranno a Pratica di Mare, sono quasi 250mila e saranno date forse già da martedì agli under 55 (fino ai 18 anni): in via prioritaria a docenti e non docenti di scuola e università, Forze Armate, personale e ospiti delle carceri e ospiti e lavoratori delle comunita. Arcuri ha aggiunto: «L'arrivo di un terzo vaccino che è quello di AstraZeneca è atteso per sabato 6 febbraio nelle sue prime 249.600 dosi, così andremo a implementare la campagna vaccinale. Il siero AstraZeneca è stato approvato con l'indicazione di somministrarlo a chi ha tra 18 e 55 anni, perciò abbiamo condiviso con le Regioni - ha ricordato il commissario - un percorso parallelo nella campagna di vaccinazione, continuando intanto a dare il Pfizer e il Moderna a chi è più a rischio, per abbassare la letalita». La campagna si è quindi sdoppiata, perseguendo con prodotti diversi il duplice target di proteggere i più fragili e di immunizzare quanti invece il virus potenzialmente lo diffondono maggiormente: «Con i vaccini AstraZeneca - ha aggiunto Arcuri - avviamo un percorso parallelo orientato a frenare la diffusione del contagio a opera delle persone più giovani: in questo caso l'obiettivo è abbassare la moltiplicazione dei contagi, mentre con i vaccini Pfizer e Moderna si punta a contrastare
la letalità che purtroppo ha superato i 90mila decessi».Ma «esistono le condizioni per suddividere le persone vulnerabili in sotto categorie e lo abbiamo già fatto con le Regioni: sarà molto importante il coinvolgimento dei medici di medicina generale nel momento in cui la distribuzione dei vaccini sarà più capillare».Quanto ai "drive-thru" in via di allestimento, «sono convinto che l'Italia potrà conoscere un'accelerazione anche notevole in base a un semplice evento: l'arrivo del numero delle dosi attese e in questo senso i drive-thru saranno un ulteriore strumento, così come lo sono i medici di medicina generale, i pediatri e gli ulteriori punti di somministrazione che saranno attivati».
Tempi e numeri del primo trimestre 2021. «Se i produttori rispetteranno come dicono le consegne secondo il calendario condiviso, entro il primo trimestre dell'anno somministreremo 14,7 milioni di vaccini, la metà dei 28 milioni di dosi che erano stati preventivati e che hanno subito ritardi. In tutto quindi se i tempi e le dosi saranno rispettate, alla fine del trimestre avremo vaccinato completamente e cioè con due dosi sette milioni di persone», ha affermato Arcuri. «Due milioni di dosi a gennaio, 4,2 milioni a febbraio, 8,2 milioni a marzo: questo è il ritmo atteso delle dosi da ricevere se i produttori rispetteranno il nuovo calendario. Comunque sono volumi dimezzati, rispetto ai 28 milioni di dosi concordate e attese all'inizio».
Quanto alle possibilità di avere altri antidoti disponibili, Arcuri guarda innanzitutto alla possibilità di un'estensione d'uso per AstraZeneca: «Al momento - ha detto -è destinato solo agli over 55 ma confidiamo che la conclusione di successive sperimentazioni possa destinarlo a una platea anagraficamente più ampia». Poi ci sono gli altri: «Al momento - ha aggiunto - i vaccini sono tre ma l'Unione Europea ha sottoscritto contratti al momento per sei vaccini, inclusi anche Johnson & Johnson che ha appena presentato richiesta di valutazione, CureVac e Sanofi. Se altri vaccini si candideranno - ha detto Arcuri - e se l'Ue li includerà nel basket di prodotti utilizzabili, di sicuro se si dimostrano efficaci e disponibili per quantità di dosi necessarie alle campagne di vaccinazione saranno valutati dall'Ue e poi destinati ai cittadini europei. Quanti più sono i vaccini approvati, tanto più siamo efficienti e acceleriamo la campagna. Attendo perciò che questo si verifichi».
Non solo vaccini, la carta dei monoclonali. «Aifa ha appena approvato i primi due anticorpi monoclonali - ha ricordato Arcuri - che sono quello di Eli Lilly e di Regeneron e stiamo aspettando che il ministero della Salute perfezioni nelle prossime ore il processo burocratico-amministrativo su questi due prodotti. A quel punto io potrò essere messo in campo più attivamente e questi due monoclonali potranno arrivare al più presto tra le dotazioni che abbiamo per contrastare l'emergenza».
Il contributo delle officine italiane. «L'Italia è stata tra i primi promotori in Europa di "facilities" che consentano, in seguito all'accordo con le farmaceutiche autorizzate, la produzione anche domestica. C'è un percorso avviato dall'Unione Europea, io sono completamente coinvolto per il tramite del nostro ambasciatore e pensiamo che l'Italia abbia le caratteristiche», ha detto il commissario per l'emergenza. «In Italia - ha ricordato - c'è già uno stabilimento di Anagni coinvolto nell'infialamento delle dosi di AstraZeneca ma ci sono altre facilities che sarebbero pronte. L'Italia è pronta».


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