Dal governo

Speranza, il Fondo sanitario nazionale arriverà a 128 mld nel 2024 con +2 mld da quest'anno. La richiesta unanime: investire sul personale e stabilizzare i precari

di B. Gob.

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24 Esclusivo per Sanità24

«Quando sono diventato ministro della Salute il fondo sanitario nazionale aveva circa 114 miliardi. Oggi siamo arrivati a 122 miliardi con una crescita in pochi mesi che non si era mai vista prima. Ora confermiamo gli investimenti fatti che diventano permanenti e ci impegniamo ad accrescere ancora il fondo di 2 miliardi nel 2022, di 4 nel 2023 e di 6 nel 2024 quando si arriverà a 128 miliardi complessivi. La stagione dei tagli è definitivamente chiusa. La forza del nostro Servizio sanitario nazionale è la premessa per la ripartenza dell’Italia». Così il ministro della Salute Roberto Speranza su Facebook.
L'aumento è previsto nel Documento programmatico di Bilancio inviato a Bruxelles, che anticipa la manovra. Il plauso unanime all'annuncio del ministro si convoglia in una direzione ben precisa: misure di investimento sul personale e di stabilizzazione dei precari.
«Bene l’incremento del Fondo sanitario nazionale, frutto delle rivendicazioni sindacali di questi mesi difficili di pandemia e anche prima. La salute è un investimento sul futuro ed è un bene archiviare la stagione dei tagli. Ora queste risorse siano vincolate a un piano straordinario di assunzioni e al potenziamento degli organici in Sanità, insieme alla stabilizzazione di tutti i precari Covid». Così Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl commentano le parole del ministro. «Si tratta infatti - aggiungono - di risorse di parte corrente che quindi possono essere usate dalle aziende per implementare l’occupazione, visto che, parallelamente, gli stanziamenti previsti dal Pnrr saranno utilizzati per potenziare l’offerta e l’organizzazione sanitaria territoriale. Dobbiamo davvero dare risposte agli operatori sanitari in termini di salari, occupazione e valorizzazione professionale ma possiamo anche migliorare la qualità dell’assistenza ai cittadini. Ora accelerare su riforme, assunzioni e rinnovo contrattuale».
«Oggi è un buon giorno. Il Documento programmatico di bilancio approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri contiene un provvedimento in grado di rilanciare il nostro Ssn: l'incremento strutturale e progressivo del Fondo sanitario nazionale. Questo intervento, fortemente voluto dal Ministro della Salute Roberto Speranza, conferma quell'inversione di rotta che avevamo già registrato con la Legge di Stabilità varata a fine 2019, e che porta a considerare la sanità come un investimento sulla vita delle persone e non come un costo», afferma a caldo il presidente della Fnomceo Filippo Anelli riguardo al Dpb. «La crescita progressiva del Fondo sanitario nazionale prevista per i prossimi tre anni è una boccata d'ossigeno per il sistema - continua Anelli -. Quel che più importa, l'aumento dei finanziamenti diventa strutturale nel fondo sanitario. Una piccola, grande rivoluzione che dimostra la volontà di investire costantemente nella salute dei cittadini, al di là delle emergenze. Promessa mantenuta, dunque, quella del ministro Speranza. Il nostro auspicio, condiviso anche dal ministro, è che le risorse siano ora impiegate per una vera riforma del Servizio sanitario nazionale, che valorizzi il personale e che colmi le disuguaglianze di salute che affliggono il nostro Paese».
Per Giovanni Migliore, Presidente della Federazione Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso), «l’aumento del fondo una notizia straordinaria. Finalmente si torna a investire nella sanità pubblica. Si riparta dal personale per rafforzare assistenza e prevenzione. Dopo anni di tagli alla spesa e di blocco del turn over si torna ad investire nella sanità pubblica. Bisogna partire dalla risorsa più preziosa: il personale. Il Pnrr con la missione Salute finanzia le infrastrutture sanitarie, l’edilizia ospedaliera, l’innovazione digitale ma per far funzionare strutture e macchinari c’è bisogno di professionisti e di nuove competenze - dichiara Migliore - Grazie all’aumento del fondo le aziende sanitarie e ospedaliere potranno finalmente trovare una risposta alla carenza di medici e infermieri che da troppo tempo affligge il nostro sistema sanitario. Questo significa poter offrire ai pazienti cure e servizi migliori ma significa anche poter puntare sulla prevenzione, che costituisce il fulcro e la piena realizzazione del diritto alla salute, spesso lasciata indietro per inseguire l’emergenza».
«L’incremento di due miliardi all’anno fino al 2024, del Fondo sanitario nazionale una grande vittoria per il ministro della Salute Roberto Speranza, rappresenta per l’Anaao Assomed un obiettivo fondamentale per la sopravvivenza del Ssn. Dopo le risorse in conto capitale di circa 20 miliardi del Pnrr, destinate all’ammodernamento delle strutture, al rinnovo delle tecnologie diagnostiche "pesanti" e all’evoluzione digitale, l’incremento della spesa corrente permette di affrontare quella pericolosa carenza di personale specialistico in tutte le discipline di tutti gli ospedali che l’Anaao Assomed denuncia da anni. Gli ospedali e i servizi territoriali del Ssn necessitano di buona occupazione, vale a dire di personale a tempo indeterminato, per garantire il diritto alla salute dei cittadini. Eppure, da troppo tempo osserviamo medici e professionisti assunti con contratti precari, pensionati richiamati come “riservisti”, altri presi in affitto come un bilocale da nuove cooperative, neo-laureati proiettati in prima linea con palesi violazioni normative. Mentre continua la fuga dai pronto soccorso, dai concorsi banditi e dai contratti di formazione specialistica dedicati. Un caos – denuncia l’Anaao Assomed - frutto dell’organizzazione creativa delle Regioni nel tentativo affannoso di nascondere il fallimento politico, condiviso con i passati Governi, nella programmazione del fabbisogno di specialisti, che ora si proietta sulla tutela della salute dei loro cittadini con il rischio di dovere esporre sulla porta degli ospedali il cartello “chiuso per mancanza di personale”.
Siamo nella parte alta della curva “pensionistica” dei medici e dirigenti sanitari del SSN e, verosimilmente, neanche la stabilizzazione di tutto il personale assunto durante l’emergenza epidemica basterà a sanare le carenze, tanto più che si tratta di lavoro non aggiuntivo. L’aumento del numero dei contratti di formazione specialistica, circa 30.000 negli ultimi due anni, ulteriore importante obiettivo raggiunto dal Ministro Speranza, produrrà risultati solo nel 2025 -2026, per cui - propone l’Anaao - la via di uscita dallo stallo è una sola: assumere i medici specializzandi, nel tratto finale del loro percorso specialistico, anticipando la loro età di ingresso nel mondo del lavoro con benefici economici, previdenziali e di tutele contrattuali attraverso uno specifico contratto, prima a tempo determinato e poi indeterminato. Si tratta di andare a un accordo, se non a uno scontro, con l’Università, che non può continuare a sentirsi altro rispetto all’interesse nazionale, per un patto, anche transitorio, che salvi dal precipizio la più grande infrastruttura del Paese, cui la Costituzione affida la tutela di un diritto fondamentale. «Al Ccnl poi - spiegano dall'Anaao - tocca migliorare livelli retributivi ormai incompatibili con le condizioni di un lavoro oltremodo gravoso e rischioso, rendendolo di nuovo appetibile e dimostrando che soffrire sul lavoro non è un destino e che è possibile, soprattutto per le donne, ormai maggioranza, recuperare tempo per la vita. Aprire subito il Ccnl 2019-2021, superando le pastoie del comma 687 della Legge di Bilancio 2019, e chiuderlo rapidamente, significa rinunciare alle tattiche dilatorie, agli incontri con il contagocce, alla avarizia delle risorse. La crisi della sanità pubblica è strutturale. A dispetto delle risorse economiche disponibili. Occorre urgentemente trovare soluzione alla criticità maggiore, rappresentata dalla carenza del capitale umano, certo non meno importante di quello economico. A partire dalla Legge di Bilancio in preparazione, il ricordo degli angeli e degli eroi, e di quel Ssn diventato, nella pandemia, il bene pubblico più prezioso, deve essere la stella polare».


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