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Antitrust: mascherine non a norma, aziende multate per 450mila euro

di Radiocor Plus

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24 Esclusivo per Sanità24

L'Antitrust ha sanzionato per 450mila euro le società U-Earth Biotech Ltd e Air Zone Italy srl perché hanno indebitamente equiparato le mascherine U-Mask ai dispositivi FFP3 oltre ad aver vantato un'inesistente approvazione da parte del ministero della Salute. Per oltre un anno, spiega il Garante, le due società hanno promosso su internet le mascherine chirurgiche biotech 'U-Mask' (nelle versioni 'Model 2', 'Model 2.1' e 'Model 2.2'), registrate come dispositivi medici, equiparandole indebitamente a facciali filtranti di efficacia protettiva superiore, quali i dispositivi di protezione individuale di classe FFP3, ed attribuendo loro qualità ulteriori, ad esempio proprietà virucide e una durata di 200 ore, certificate sulla base di test svolti in autonomia. Inoltre, fino a fine febbraio 2021, le condizioni generali di contratto erano disponibili solo in lingua inglese e veniva vantata un'inesistente approvazione della mascherina da parte del ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità. Secondo l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, si tratta di una pratica posta in essere da un lato per ingannare i consumatori sull'effettiva capacità protettiva della mascherina, mettendo in pericolo la loro salute e, dall'altro - facendo leva sulla situazione di emergenza sanitaria - per indurre indebitamente questi ultimi all'acquisto del prodotto. Inoltre, continua la nota, le due società non rispettavano la disciplina in tema di informazioni precontrattuali per il consumatore nei contratti a distanza, non fornendo indicazioni sulle modalità di esercizio del diritto di recesso del consumatore, alla garanzia legale di conformità e alla possibilità di servirsi di un meccanismo extra-giudiziale di reclamo e ricorso.
Secondo l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, si tratta di una pratica posta in essere da un lato per ingannare i consumatori sull'effettiva capacità protettiva della mascherina, mettendo in pericolo la loro salute e, dall'altro - facendo leva sulla situazione di emergenza sanitaria - per indurre indebitamente questi ultimi all'acquisto del prodotto. Inoltre, continua la nota, le due società non rispettavano la disciplina in tema di informazioni pre contrattuali per il consumatore nei contratti a distanza, non fornendo indicazioni sulle modalità di esercizio del diritto di recesso del consumatore, alla garanzia legale di conformità e alla possibilità di servirsi di un meccanismo extra-giudiziale di reclamo e ricorso.



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