Dal governo

Pnrr e riforma del territorio, le Regioni in affanno per la deadline Agenas del 28 febbraio

di Ettore Jorio

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24 Esclusivo per Sanità24

Lunedì 28 febbraio scadrà il termine stabilito nello scadenziario Agenas, ideato con la finalità di ottimizzare e rendere simmetriche le conclusioni delle programmazioni regionali in termini di riprogrammazione della loro assistenza territoriale. Si suppone che nessuna Regione riesca, attraverso le aziende territoriali componenti i loro rispettivi servizi sanitari regionali, ad essere puntualmente adempiente. Ciò accadrà per una serie di motivi, primo fra tutti la mancata accurata regolazione del percorso, rinviata incomprensibilmente ex post. Manca, infatti, la fonte normativa di riferimento e il decreto ministeriale apposito, all’esame della Conferenza Stato-Regioni, che - è bene chiarire - non si ritiene strumento giuridicamente sufficiente perché, a differenza del Dm 70 che prescriveva per lo più requisiti, introduce strutture fisse essenziali (Case delle comunità e Ospedali di comunità) e iniziative fondamentali (Centrali operative territoriali). Strutture che andranno ad assicurare la indispensabile (si vedrà poi se saranno sufficienti) implementazione dell’assistenza distrettuale, modificandone i connotati esistenziali e funzionali, resi necessari a seguito della brutta figura collezionata durante il Covid.
E ancora, tra l’altro. Dovrà essere risolta, a monte, la discrasia generata dalla «cessione» da parte delle Regioni della propria prerogativa giuridica di soggetto attuatore dell’intervento di realizzazione delle strutture e delle iniziative programmate in favore delle aziende rispettivamente interessate. Ciò in non condivisibile superamento del brocardo che «procurator delegare non potest». Un problema, questo, che riguarderà non solo il Pnrr Sanità, ma la quasi totalità del Piano nazionale di ripresa e resilienza, atteso che la frequente configurazione giuridica del soggetto attuatore viene con altrettanta facilità subdelegata ad altre istituzioni (per esempio, in sanità, dalla Regione alle aziende sanitarie). Il tutto con la conseguenza di sconvolgere i ruoli istituzionali tradizionali dell’ordinamento, attraverso l’introduzione di una sorta di sub mandato del soggetto attuatore a sua volta mandatario di un suo omologo, un percorso ove francamente è davvero difficile mettere insieme le responsabilità relative.
Dunque, verosimilmente per lunedì 28 niente schede per ogni singolo intervento regionale da effettuare sul Pnrr, Missione 6, Componente 1, caricata sulla piattaforma Agenas, così come nessun Rup sarà nominato per ogni iniziativa. Difficilissimo constatare il perfezionamento del relativo Piano operativo regionale, esplicativo di ciò che le Regioni intenderanno e vorranno realizzare in materia di integrazione dell’assistenza distrettuale alla persona umana.
D’altronde, dei presupposti essenziali per potere bene programmare, quasi ovunque neppure l’ombra dei fattori determinanti una corretta programmazione diffusa sul territorio, tra i quali l’indefettibile fabbisogno epidemiologico e la valutazione degli indici di deprivazione. Ma non si ferma qui. Non si rintracciano, pressoché ovunque, i provvedimenti amministrativi regionali abilitativi del caricamento da parte delle loro Asl delle schede dei diversi interventi (una per ogni iniziativa e tutte a definizione del progetto regionale al lordo dell’action plan) contenenti la descrizione accurata della singola opera e, soprattutto, il costo della medesima. Un elemento, quest’ultimo, che deve necessariamente costituire una quota parte del riparto del quale la Regione si è resa destinataria ad hoc, da rispettare nella sua totalità economica. Un obiettivo difficile, per non dire impossibile da rispettare, in assenza di provvedimenti normativi che ne fissino l’istituzione e i contenuti delle neo introdotte strutture e iniziative, tanto da fare tradurre la loro previsione economica in un quasi pronostico.
Concludendo, un Pnrr che non è tutto rosa e fiori. Siamo al «pronti e via», sperando che la corsa sappia essere affrontata con la necessaria puntualità, intelligenza, ragionevolezza ed efficienza assoluta, consapevoli tuttavia che i finanziamenti sono e saranno erogati secondo il metodo degli stati di avanzamento con la penalità, in difetto, della revoca con conseguente obbligo di ripetizione dell’indebito di quelli percepiti. Cioè restituendo tutto, con i cocci che rimarranno ai soliti inadempienti.

* Università della Calabria


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