Dal governo

Speranza, per ora mascherine al chiuso fino al 30 aprile e approccio Ue alla quarta dose ma solo per i fragili

di Red. San.

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«Le mascherine al chiuso le riteniamo ancora molto importanti, preziose in una fase come questa di alta incidenza del virus: la circolazione del Covid è ancora molto significativa, qualche giorno fa abbiamo avuto quasi 100mila casi in 24 ore e la mascherina è uno schermo di protezione ancora decisivo. Al chiuso è obbligatoria in questo momento fino al 30 aprile: come abbiamo sempre fatto valuteremo l'andamento epidemiologico e decideremo come comportarci ma io oggi dico che la mascherina è uno strumento ancora essenziale per contrastare il virus». Così il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto alla trasmissione "Radio Anch'Io" all'indomani della fine dello stato d'emergenza sanitario. Occasione anche per parlare dell'ipotesi quarta dose: «Per ora non è prevista per tutti - ha avvisato il ministro - , non c'è nessun Paese al mondo che la preveda per tutti. C'è una discussione in corso - e io la sto favorendo a livello europeo perché non ci siano decisioni divergenti - su una quarta dose per la popolazione più fragile e cioè non solo gli immunocompromessi, per cui la quarta dose è già raccomandata, ma anche per le persone più anziane. Sull'età ci sono ipotesi diverse tra i vari Paesi e io ho chiesto alla Commissione Europea di darci un'indicazione univoca, abbiamo bisogno di fare una scelta condivisa. Voglio essere chiaro - ha precisato Speranza - : non si parla di quarta dose per tutti ma solo per le fasce più fragili che sono quelle che se incontrano il virus rischiano di pagare il prezzo più alto».
Infine, il ministro ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche divampate in merito alla collaborazione in test che implicherebbero anche informazioni sensibili tra l'Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma e scienziati russi. Sul "caso Spallanzani" - che ha visto riconfermata la piena fiducia al direttore Vaia da parte dell'assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato - Speranza ha spiegato: «Le nostre istituzioni di profilo internazionale come è sicuramente lo Spallanzani hanno avuto sempre rapporti con i principali Paesi del mondo. Che due anni fa siano state fatte intese anche con un Paese come la Russia è una cosa naturale. Poi quel protocollo è stato sospeso dinanzi all'atrocità e alla drammaticità della guerra: penso che questa vicenda vada ridimensionata».


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