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Telemedicina per l'Adi, con il via libera della Stato-Regioni sembra più vicino il traguardo Pnrr del 10% di assistiti a casa

di B. Gob.

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24 Esclusivo per Sanità24

Il criterio della "casa come primo luogo di cura" con un balzo di assistiti dall'attuale (scarso) 4% in Adi al 10% promesso dal ministro della Salute Roberto Speranza si fa più comprensibile con le linee guida organizzative sull'assistenza digitale in Adi, approvate dall'ultima Conferenza Stato-Regioni del 28 aprile. Come dire che dove non arriveranno fisicamente gli operatori sanitari - è polemica, come noto, sulle scarse risorse umane disponibili - ci saranno le cure da remoto. Il provvedimento, altro tassello che dà attuazione alla Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza per la parte di riordino dell'assistenza sul territorio, prevede un servizio di assistenza domiciliare "integrato con prestazioni di telemedicina da remoto". L'obiettivo è implementare i diversi servizi di telemedicina nel setting domiciliare, attraverso la razionalizzazione dei processi di presa in carico e la definizione dei relativi aspetti operativi, consentendo di erogare servi attraverso team multiprofessionali anche a distanza.
Sette le modalità di assistenza a distanza - che dovrà essere il Pai o Piano assistenziale individuale a prevedere - contemplate dalle linee guida: televisita, teleconsulto medico, teleconsulenza medico-sanitaria, teleassistenza, telemonitoraggio, telecontrollo e teleriabilitazione. Nel complesso - si legge nel documento - i sistemi informativi devono consentire l'incontro dei professionisti in modo virtuale e la possibilità di generare i diversi piani di cura in formato digitale, in modo che possano essere inseriti, condivisi, consultati nel Fse dell'assistito. Che ovviamente dovrà essere nelle condizioni, anche dal punto di vista della connettibilità e della formazione personale, di ricevere le cure da remoto.
In campo ci sono le figure sanitarie "tradizionali" arruolate dal Pnrr nella gestione dei pazienti: in particolare strumenti come la teleassistenza potranno essere integrati e utilizzati anche per "professionisti del sociale"dei Comuni, nell'ottica dell'integrazione socio-sanitaria. Ferma restando la distinzione, ai fini della compartecipazione alla spesa, tra la teleassistenza sanitaria in Adi garantita dal Ssn e quella "sociale"


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