Dal governo

Mattarella: istituzioni responsabili di attuare politiche attive per la famiglia e la natalità

S
24 Esclusivo per Sanità24

"Alle Istituzioni compete la responsabilità di attuare politiche attive che permettano alle giovani coppie di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi che rendono ardua la strada della genitorialità". Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato al presidente della Fondazione per la natalità e del Forum delle associazioni familiari Gianluigi De Palo. "Si tratta - continua il capo dello Stato - di una puntuale prescrizione della Costituzione che, all’art. 31, richiama la Repubblica ad agevolare con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Proteggendo la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo".

"Politiche abitative, fiscali e sociali appropriate, conciliare l’equilibrio tra vita e lavoro - continua Mattarella - sono questioni fondamentali per lo sviluppo delle famiglie. Il tema interpella in particolare i giovani, costretti, sovente, a rimandare il proposito di formare una famiglia in attesa di “tempi migliori”, posticipando l'esperienza della genitorialità fino, a volte, alla definitiva rinuncia. La nascita di un figlio è segnale di speranza e di continuità della comunità".

Dal canto suo il presidente della Fondazione per la natalità, Gigi De Palo, aprendo i lavori della terza edizione degli Stati Generali della Natalità dal titolo 'Sos-Tenere#quota500mila', ha ricordato che la natalità "è un tema che riguarda la salute economica e sociale del Paese". "Non c'entrano i valori o gli schieramenti politici - ha sottolineato - ma cosa accade nel presente e cosa accadrà nel futuro a tutti noi, nessuno escluso. Un dato su tutti: siamo al record negativo di 339mila nascite contro 700mila morti. Se non cambia qualcosa, tra qualche anno, crollerà tutto". "Quello che fa più male della situazione demografica italiana è che il desiderio di un popolo non trova soluzioni concrete nelle politiche dei governi. E uso il plurale perché sono circa quarant'anni che non cambia nulla - ha aggiunto De Palo -. Non dovremmo dormirci la notte davanti a questo desiderio di due figli per donna in contrasto con il tasso di natalità all'1,24. Perché questo ci mostra che la soluzione all'inverno demografico l'abbiamo in casa, ma non sappiamo come realizzarla. Lo 0,76 che manca si chiamano sogni e desideri di un popolo che l'Italia non riesce a realizzare. Che peccato. Gli aiuti opportuni, come insegna la Francia e altre democrazie avanzate, possono portare le persone a seguire i loro desideri. Si tratta di rimuovere ostacoli, non di inventare cose complicate".

Per Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) "uno dei primi punti per mettere un freno alla caduta libera della natalità è l'educazione sanitaria, che va fatta non solo negli studi dei medici, dei pediatri e nei consultori, ma soprattutto a scuola dove i ragazzi devono comprendere anche i tempi della natalità, legata all'orologio biologico. Partendo dal presupposto che la natalità è uno dei momenti più belli della vita perché garantisce alla società una ricchezza non solo demografica, ma anche economica e sociale". "Come Sip - ha sottolineato - noi supportiamo ampiamente politiche di educazione sanitaria in epoca scolastica, perché le persone possano essere pronte all'epoca del concepimento e all'accettazione della genitorialità vista come vantaggio e non come ostacolo".


© RIPRODUZIONE RISERVATA