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Legge delega anziani/ Fnomceo: medici e assistenti sociali insieme per migliorare l'assistenza sul territorio

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24 Esclusivo per Sanità24

“Un progetto combinato con le cooperative sociali e con le forme associative della medicina generale, in particolare le aggregazioni funzionali territoriali (AFT), che veda i medici e gli assistenti sociali collaborare per l’assistenza domiciliare agli anziani”. È questa la proposta che la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, ha presentato oggi, per voce del Segretario Roberto Monaco, al Tavolo di ascolto della Presidenza del Consiglio dedicato alla Legge delega sugli anziani.
Positiva la valutazione sul provvedimento, in particolare sugli obiettivi della deistituzionalizzazione degli assistiti, l’inclusione sociale, la prevenzione della non autosufficienza e le politiche a favore dell’invecchiamento attivo, la garanzia del diritto a usufruire di cure, anche palliative, presso il proprio domicilio. Ed è proprio qui che la collaborazione tra medici e assistenti sociali dovrebbe svilupparsi.
Secondo la Fnomceo, inoltre, “le politiche riguardanti l'assistenza devono tenere conto del principio della libertà di scelta del medico di medicina generale, visto il ruolo fondamentale dello stesso per la conoscenza della storia del paziente e delle sue patologie e del contesto sociale e ambientale in cui queste si manifestano e data l’importanza del rapporto di fiducia per l’instaurarsi dell’alleanza terapeutica e dei percorsi di cura”.
La Fnomceo ritiene “imprescindibile” il potenziamento delle cure domiciliari e delle prestazioni assistenziali per le persone anziane non autosufficienti. “Occorrerebbe prevedere – si legge nella relazione presentata da Monaco - specifiche disposizioni in materia di formazione continua dei professionisti sanitari, anche al fine della tutela della dignità delle persone anziane assistite. Pertanto, appare importante l’obiettivo di semplificare, coordinare e rendere più efficaci le attività di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti; operare in via preventiva, impegnando risorse finanziarie ed umane per una adeguata e capillare assistenza psicologica e sociale evitando che il disagio psico-fisico e sociale dell'anziano produca ciò che si può poi definire disagio. Ciò ridurrebbe il bisogno di ricovero in strutture che tendono a trasformarsi in istituzioni totali, con le conseguenze cui assistiamo nei momenti di crisi sanitaria e sociale come quella che stiamo attraversando”.
Per quanto riguarda il nodo delle risorse, la Federazione auspica finanziamenti aggiuntivi: per il personale, per il fondo per la non autosufficienza e l'integrazione dei livelli di assistenza sanitaria, per il settore nel suo complesso. “Imprescindibile” appare anche l'investimento sulla promozione della salute e sulla prevenzione precoce, mentre “bisognerebbe prestare attenzione anche al tema della riforma delle residenze sanitarie assistenziali”. Risulta poi “necessario garantire la continuità assistenziale sul territorio, così da superare il primato della residenzialità, al fine di realizzare un sistema di assistenza che ponga al centro la dignità e l'autonomia delle persone”. Il “paziente anziano”, infatti, “anche nel caso in cui rientri nella condizione di malato cronico non autosufficiente, ha diritto all’accesso ai percorsi sanitari senza filtri”.
Altri interventi proposti dalla Fnomceo: una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana; la prevenzione della fragilità; l’integrazione degli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e del servizio di assistenza domiciliare (SAD); il riconoscimento del diritto delle persone anziane (comprese quelle affette da patologie croniche invalidanti, demenza o malattia di Alzheimer) alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice, dando piena attuazione alla legge 38/2010; la previsione di sostegni a favore dei caregiver familiari.
Infine, un forte richiamo alla necessità di investire sul Servizio Sanitario Nazionale, “per continuare a garantire universalità, uguaglianza ed equità anche nelle cure”.
“Bisogna far fronte al problema delle disuguaglianze di salute – è la conclusione - e per questo serve una riflessione comune, per comprendere le cause e trovare soluzioni. Queste disuguaglianze di salute inficiano gli stessi principi fondanti il nostro Servizio Sanitario Nazionale - l'universalità, l'uguaglianza e l'equità. Il rischio è quello di trovarci con un Servizio Sanitario Nazionale con vaste aree di insostenibilità, che non riesce più a fornire le cure ai cittadini più deboli, e che si espone facilmente a essere vicariato da un sistema di assicurazioni. Occorre invece fare di tutto per garantire il superamento delle differenze ingiustificate tra i diversi sistemi regionali, creando un sistema sanitario più equo, salvaguardando il Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universalistico. Si evidenzia la necessità di intervenire al fine di assicurare una corretta applicazione sul territorio degli interventi in favore della popolazione anziana, anche tenendo presente la sua crescita nel tempo, sottolineando come la politica debba prestare la massima attenzione per il conseguimento di tale obiettivo”.
Positivo anche il commento del presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, che, impossibilitato a partecipare per precedenti impegni istituzionali, ha voluto affidare la sua voce a un video per Fnomceo Tg Sanità.
“Abbiamo partecipato al tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – spiega Anelli - sulla legge per l'assistenza agli anziani: un tema particolarmente caro alla Federazione perché riguarda una parte della popolazione, spesso fragile, che ha bisogno proprio di quella interazione fra l'assistenza sociale e l'assistenza sanitaria. Ringrazio il Sottosegretario Alfredo Mantovano, che ci ha consentito di poter esprimere anche le nostre considerazioni, al fine di dare suggerimenti per una migliore applicazione di quelli che sono i principi dell'integrazione sociosanitaria proprio negli anziani”.
“Pensiamo che – continua - l'assistenza domiciliare possa essere uno degli snodi fondamentali di questo provvedimento, soprattutto nell'integrazione con la medicina generale, con l’assistenza primaria, le sue forme associative e, contestualmente, attraverso l'interazione con le cooperative sociali, che svolgono un ruolo oggi essenziale per garantire l'assistenza ai nostri anziani”.
“Condividiamo – conclude il presidente Fnomceo - l'auspicio, più volte espresso da Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che gli anziani siano considerati una grande risorsa per la nostra società, una risorsa che deve essere salvaguardata soprattutto nei luoghi in cui gli anziani vivono. E qui, ovviamente, la capillare distribuzione della medicina generale, insieme con gli operatori sociosanitari, può essere la chiave di volta per consentire agli anziani e a chi ne ha più bisogno, soprattutto a casa, di ottenere quelle prestazioni che migliorano e danno qualità alla propria vita”.


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