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Manovra/ Cicchetti, 11 mld recuperati per il Ssn nel prossimo triennio. Poi: sinergia con privato accreditato ma la base della sanità deve restare pubblica

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«I numeri ci dicono che i prossimi tre anni rappresenteranno un’iniezione davvero importante di risorse per il Servizio sanitario nazionale. Risorse che le manovre avevano progressivamente tolto negli anni precedenti. Tra il 2014 e il 2019, secondo i dati del Mef, le manovre hanno sottratto circa 11 miliardi. Questi undici miliardi saranno recuperati nei prossimi tre anni, a partire dal 2024». A dirlo è Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, in occasione dell’ottava edizione del Forum Sistema Salute, organizzato il 19 e 20 ottobre alla Stazione Leopolda di Firenze da Koncept. «È evidente – spiega Cicchetti - che i bisogni di salute sono sempre più alti: questo è legato alla popolazione che avanza nell’età, all’epidemiologia, alle cronicità. Dobbiamo fare in modo che queste risorse vengano utilizzate al meglio. Quanto detto dal presidente Mattarella, che il Ssn va difeso ma va anche adattato, è un doppio monito. Lo difendiamo, ma per difenderlo lo dobbiamo anche adattare».
Cicchetti, intervenuto nell’assemblea plenaria "Lo Stato del Sistema sanitario italiano" alla presenza del ministro della Salute Orazio Schillaci e del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, affronta anche il problema degli stipendi nel settore sanitario. A chi chiede se sia opportuno aumentare in particolare la remunerazione degli infermieri, il Dg risponde: «Questo sicuramente, tutto il nostro sistema sta soffrendo dal punto di vista delle remunerazioni. Dei passi in avanti oggettivamente si stanno facendo – aggiunge - perché tutti quanti percepiscono il livello del problema. Mi sembra che ci sia anche attenzione da parte del governo, e certamente ce n’è da parte del ministero della Salute. Noi dobbiamo fare in modo che il personale rimanga attaccato al Ssn pubblico e di conseguenza questo ingaggio vuol dire certamente una remunerazione adeguata». Affrontato anche il tema dei test di ingresso alla facoltà di Medicina. A chi chiede se sia opportuno eliminare i test, Cicchetti risponde: «Ci sono ragionamenti di diverso tipo e in campo c’è anche questa ipotesi. Evidentemente – prosegue - il percorso dovrà essere selettivo, perché ciò di cui abbiamo bisogno sono delle competenze che siano al livello di quelle che abbiamo avuto sinora. Abbiamo un nuovo sistema di programmazione del personale che è in fase di sperimentazione e questo darà anche preziose indicazioni dal punto di vista del percorso di formazione e reclutamento».
Il Forum Sistema Salute è stata anche l’occasione per rivolgere uno sguardo più ampio alla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Intervenendo sulla questione, Cicchetti afferma che «sicuramente il sistema pubblico è in grado di essere sostenibile, chiaramente col contributo del privato accreditato, convenzionato all’interno del sistema. La generazione di sinergia tra le due componenti - conclude - è importante proprio ai fini della sostenibilità, ma la base del nostro sistema è pubblica e deve rimanere pubblica, perché questo è un grande valore e rappresenta il pilastro del welfare nazionale».


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