Dal governo

Suicidio assistito/ Il Comitato nazionale di bioetica “si smarca” dalla Regione Emilia Romagna

di Red. San.

S
24 Esclusivo per Sanità24

Nella sua recentissima delibera che disciplina il “fine vita” (la n. 194 del 5 febbraio scorso) la Regione Emilia Romagna avrebbe preso un abbaglio, citando in modo inappropriato, anzi contrario, le indicazioni arrivate dal Comitato nazionale di bioetica in risposta al quesito posto dal ministero della Salute in tema di applicazione dellasentenza n. 242/2019 della Corte Costituzionale sul cosiddetto “suicidio assistito”. È quanto rileva in un comunicato lo stesso Cnb, sottolineando che nella delibera emiliano-romagnola in tema di “Costituzione del Comitato regionale per l’etica nella clinica” si fa riferimento “improprio” al parere dei saggi, in quanto la risposta del Cnb “individuava come organo per la valutazione delle condizioni previste dalla sentenza i Cet (Comitati etici territoriali) e non invece i Comitati di etica clinica”. E ciò - rimarcano dal Cnb - per le ragioni espresse nella Risposta medesima, ovvero evitare di avvalersi di comitati che presentano notevoli differenziazioni territoriali”.
L’indicazione dei Comitati di etica clinica era stata auspicata dai sette membri dissenzienti dal documento finale, in una postilla che, rileva ancora il Cnb nel suo comunicato, “è stata inopinatamente citata dalla Dgr 194/24 come riferita alla volontà finale dello stesso Comitati di bioetica”. Da qui la “profonda preoccupazione per la lettura incongrua del documentto approvato” e l’esortazione alla Giunta regionale a “rettificare l’improprio riferimento”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA