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Corte dei conti: il guardiano dell’economia pubblica che introduce il bilancio “parlante e reclamante”

di Ettore Jorio

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24 Esclusivo per Sanità24

I rilievi della Sezione di controllo della Corte dei conti sul rendiconto consolidato della Regione Lazio del 2022, con particolare riferimento ai conti della sanità, offrono un positivo stimolo al sistema dei controlli esercitati dalla magistratura contabile. Non solo. Contribuisce ad incrementare la credibilità pubblica che spetta all’operato della magistratura in genere, invero un po’ messa in disagio recentemente con le critiche al suo esercizio inquirente sul tema dell’abuso d’ufficio.

Un buon esempio, una buona occasione

Le conclusioni, cui la stessa è pervenuta con la sentenza n. 148/2023, avranno una ricaduta positiva sui bilanci a venire delle aziende sanitarie del Lazio, solo che le stesse agiscano tempestivamente per la riscossione dei vecchi crediti verso fornitori, da potersi effettuare mediante anche compensazione con i loro più attuali crediti (si veda qui articolo 20 febbraio 2024 ). Ciò in quanto le medesime Asl saranno messe in condizione di reintegrare la propria liquidità con il reincasso delle somme miliardarie a suo tempo indebitamente corrisposte - più esattamente, quelle accertate risalgono periodo 2017-2020 - agli erogatori privati a titolo di extra-budget. Oltre a questo le medesime dovranno verificare prontamente anche il pregresso indebito allo scopo di integrare il proprio saldo di cassa con ulteriori recuperi, sempreché non prescritti. Il tutto con conseguente beneficio, verosimilmente miliardario, sul rendiconto consolidato regionale (si veda qui articolo del 30 ottobre 2023).Insomma, un bel contributo del giudice contabile capitolino che sarà di esempio agli omologhi operanti in tutto il Paese, tanto è dilagante nella gestione della sanità l’anomalia di pagamenti indebiti dell’extra-budget, così come riscontrata nei bilanci di otto aziende sanitarie laziali.

Una ruolo da massimizzare

Un tale evento, che non rimarrà certamente episodico, porta a configurare altresì la Corte dei conti come strumento, indispensabile e non occasionalmente, per il sostegno all’economia della Repubblica, in tutte le sue diverse componenti territoriali ed enti da esse dipendenti. Una azione accertativa, in tal senso, si rende non solo necessaria ma anche opportuna, atteso che sono tante le Regioni a gestire la spesa in modo complessivamente inadeguato per avere assunto un ruolo più amministrativo piuttosto che legislativo, programmatorio e di controllo.

Un riconoscimento - quello di ritenere il ruolo del Magistrato contabile di “guardiania” e di collaborazione degli atti comunque incidenti nell’economia pubblica - che valorizza il senso della lettera e del perimetro della regola costituzionale dell’art. 100, per come rivitalizzato dall’art. 5 della legge costituzionale n. 1/2012 (lettera a). Cioè in quella parte che impone costanti verifiche, preventive e consuntive, sulla correttezza dei saldi di bilancio. I controlli, infatti, assumono senso solo se non si limitano a consigliare, ma a rendere effettivi i limiti e a stimolare le potenzialità della finanza pubblica, con meccanismi in grado di renderli entrambi concreti.

Con questo il giudizio contabile raggiunge, infatti, il risultato entusiasmante di dare voce ai bilanci, ristretti da sempre agli addetti ai lavori, di fare emergere le responsabilità diffuse, di mettere alla luce l’operato degli interventi di verifica, interni e ministeriali. Il tutto funzionale a fare rilevare la cattiva gestione delle risorse pubbliche e dare così fiato alle casse attraverso il reintegro del maltolto. E non di bruscolini, ma di miliardi di euro sprecati in mille rivoli e, in quanto tali, sottratti all’effettività dei diritti.

Porgere ai bilanci anche l’orecchio oltre che lo sguardo critico

In breve, la Corte dei conti dà voce autentica ai bilanci, tocca agli altri, ma proprio a tutti, saperli ascoltare. Insedia nell’ordinamento la tipologia del bilancio “parlante e reclamante”.In buona sostanza, attraverso il suo indefesso intervento - incomprensibilmente ostacolato dal Governo nell’ambito del controllo concomitante sul PNRR (si veda qui articolo dell’8 maggio 2023 ) - il bilancio rileva e denunzia. Rende manifesta, in primis, l’incongruenza di un sistema di contabilità pubblica da rivedere sensibilmente perché consente giochi simili a quello “delle tre carte”. Al riguardo, l’uso improprio che si fa del fondo di dotazione consente di buttarvi dentro ciò che si vuole, nascondendo cosi le magagne di ogni tipo. Un criterio contabile inaccettabile, cui si fa spudoratamente ricorso al di là della sua originaria previsione una tantum, utile a consentire allora il passaggio dalla contabilità strettamente finanziaria a quella economico-patrimoniale.

Il bilancio, al di là del dovere che ha il Giudice dei conti di pretendere ogni recupero sanzionatorio, suggerisce e propone le misure occorrenti ai decisori pubblici, che dovranno agire nel rispetto assoluto delle regole e dei corretti comportamenti di governo della spesa. Il bilancio, altresì, deve attrarre doverosamente le attenzioni da parte di chi è preposto ai controlli interni e ministeriali. Quelli che nella vicenda laziale hanno dimostrato non poche leggerezze nel consentire il de-commissariamento (ex art. 120, comma 2, della Costituzione) della sanità. Anche perché perfezionato, peraltro, in presenza – per come evidenziato nella anzidetta sentenza n. 148/2023 - di evidenti inappropriate formazioni dei crediti esposti per anni, per centinaia di milioni di euro, presenti nel consolidato del bilancio del servizio sanitario regionale.

Il bilancio è, infine, veicolo di ricostruzione dell’economia in senso lato. Ciò nella sua interezza istituzionale quasi assoluta, intendendo per tale l’insieme di quelli riconducibili al sistema autonomistico territoriale. E’ rimedio per il ripiano del debito pubblico e per i ricorrenti disavanzi nonché per la esigibilità dei diritti fondamentali, per l’eguaglianza sostanziale garante dell’uniformità. In tutto questo, è strumento di garanzia intergenerazionale, utile ad assicurare un futuro universalmente migliore. Da qui, l’indiscutibile contributo costruttivo della Magistratura erariale assicurato dalla sua disponibilità a collaborare in via preventiva alla formazione degli atti amministrativi e alla definizione dei rendiconti regionali, in sede di parificazione. Così come sono da considerarsi fondamentali per l’economia del Paese e l’esigibilità uniforme delle prestazioni essenziali, rispettivamente, il suo richiamo al ripristino economico dei danni, prodotto e subiti, e la mission destinata all’effettività dei diritti.


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