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Droghe/ Italia in “pole” con il piano sul Fentanyl. Meloni: «Prevenzione prioritaria per il Governo». Schillaci: campagne informative e scorte di Naloxone

di Red. San.

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«Siamo fieri che l’Italia sia una delle primissime Nazioni in Europa ad adottare un piano molto articolato di prevenzione contro l’uso improprio del fentanyl e degli altri oppioidi sintetici». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato in una nota il via libera al Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici, illustrato oggi a Roma dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. «Il fentanyl - prosegue Meloni - nota come ’droga degli zombie’, la cui diffusione ha provocato negli Stati Uniti una vera e propria emergenza, è un analgesico molto potente che può avere effetti devastanti su chi lo assume per scopi diversi da quelli sanitari. Sono sufficienti, infatti, appena 3 milligrammi della sostanza per uccidere una persona. La parola d’ordine del Governo - aggiunge Meloni - è prevenzione. Principio che ispira il nostro piano d’intervento per scongiurare la diffusione del fentanyl sul territorio nazionale e sensibilizzare i cittadini, in particolare le giovani generazioni, sulla pericolosità della sostanza. La lotta alla droga e a tutte le dipendenze patologiche è una priorità assoluta di questo Governo e in questa direzione continueremo a lavorare, senza sosta e con determinazione», ha concluso Meloni.
Il punto del sottosegretario Mantovano. Il punto in conferenza stampa era stato fatto dal sottosegretario Mantovano e dai ministri competenti, in prima linea Schillaci per la salute. «L’Italia è la prima nazione che approva un piano di prevenzione Fentanyl, lo abbiamo fatto questa mattina in una riunione che ha coinvolto tutti i ministri interessati. Trattandosi di un Piano conoscerà verifiche periodiche, sapremo l’evoluzione del fenomeno passo dopo passo e proprio perché richiede un’attenzione globale, è coinvolta anche la responsabilità di ciascuno di noi e delle famiglie - ha commentato Manovano -. Penso in modo particolare agli effetti devastanti che nella propaganda di questa sostanza hanno i cattivi maestri che oggi non sono tanto, come nel passato, gli apologeti del terrorismo ma sono alcuni rapper o trapper. Che sono allo stesso modo untori e vittime perché assumendo queste sostanze ne subiscono gli effett letali. Su Internet - ha avvisato - i loro testi sono immediatamente rintracciabili e arrivano agli adolescenti senza filtri. Chiunque ha responsabilità di figli e nipoti, poiché ci si trova davanti alla esaltazione della sostanza, credo debba raddoppiare l’attenzione». Secondo Mantovano un piano di prevenzione deve «interessare non solo le strutture minsteriali, di polizia e sanitarie ma tutti noi così come tutti noi ha interessato qualche anno fa il diffondersi della pandemia di Covid». Mantovano ha chiarito che valgono le norme penali esistenti contenute nel Dpr 309 del 1990 in quanto «offrono una risposta in termini di sanzione adeguata, anche perché fin da quando questa legge è stata approvata ha previsto un meccanismo di richiamo alle cosiddette tabelle che vengono continuamente aggiornate. Vi è un lavoro coordinato tra i vari ministeri e dal Dipartimento antidroga in virtù del quale ogniqualvolta compare all’orizzonte anche una droga sintetica, viene il prima possibile inserita in queste tabelle che doventano parte integrante della norma penale e il Fentanyl è stato già inserito». Mantovano ha poi spiegato che, al di là di un sequestro avvenuto a Piacenza, «ci sono delle indagini in corso che riguardano contatti con dei fornitori in Cina ma stiamo parlando anche dal punto di vista delle indagini di un fenomeno circoscritto rispetto a quanto accade ad esempio negli Stati Uniti». Nel 2021 in Europa sono stati segnalati 137 decessi collegati al Fentanyl di cui 88 in Germania «e comunque la circolazione anche se in modo molto ridotto c’è», ha detto ancora Mantovano, spiegando che «l’Italia ha aderito a una iniziativa degli Usa di contrasto su scala internazionale». La questione Fentanyl sarà posta anche dal ministro degli Esteri Antonio Tagliani che chiederà l’inserimento di un impegno comune degli Stati del G7.
La doppia strategia del ministero della Salute. «Abbiamo sentito come la diffusione e l’uso distorto del Fentanyl costituiscano un pericolo per la tutela e la salvaguardia della salute pubblica - ha esordito il ministro della Salute Orazio Schillaci -. Il Fentanyl è un farmaco utilizzato per la terapia del dolore e per le anestesie pre-operatorie e quindi ha un’importanza clinica riconosciuta. Ma il suo utilizzo distorto può comportare effetti devastanti sulla salute delle persone, come testimoniato dall’allarmante numero di decessi per overdose da Fentanyl avvenuti negli Stati Uniti negli ultimi anni. Il consumo sempre maggiore di Fentanyl all’estero, la possibilità di reperirlo senza eccessive difficoltà e il fatto che anche dosi estremamente esigue possano essere potenzialmente letali, impongono l’adozione di strategie per prevenire e contrastare il consumo personale o la distribuzione per finalità di spaccio sul territorio».
Il Ministero della salute ha contribuito alla predisposizione del Piano nazionale contro l’uso improprio di Fentanyl e di oppioidi sintetici. Le attività pianificate, che ricevono il contributo dell’Aifa e dell’Istituto superiore di sanità, prevedono puntuali misure di prevenzione e di contrasto.
Misure di prevenzione
«Si concentreranno sul rafforzamento delle azioni di monitoraggio e controllo della distribuzione e somministrazione del Fentanyl per evitare l’utilizzo della sostanza per scopi non sanitari. Saranno approntati - ha affermato il ministro - stringenti sistemi di allerta da attivare in casi di prescrizioni anomale del Fentanyl e saranno potenziati i controlli, da parte dell’Arma dei Carabinieri e fei Nas, sulla distribuzione del farmaco sul territorio nazionale nonché le misure di sicurezza dei luoghi dove la sostanza è conservata, per evitarne la sottrazione indebita. Questo significa intensificare i controlli per evitare eventuali furti. A questo proposito il ministero sta allertando Regioni e farmacie a prestare massima attenzione e garantire la corretta custodia del farmaco».
Saranno anche organizzati corsi di formazione rivolti ai professionisti sanitari coinvolti in modo che siano in grado di riconoscere le overdosi da Fentanyl, di somministrare immediatamente l’antidoto e gestire gli effetti della sostanza.
Infine, il Piano prevede attività di monitoraggio delle carenze e «tempestivo approvvigionamento dei farmaci che contrastano gli effetti nocivi del Fentanyl tra cui il Naloxone, nonché l’acquisto e la messa a disposizione di sostanze reagenti dirette ad individuarne con tempestività l’utilizzo da parte dei pazienti che si recano al Pronto soccorso», ha aggiunto Schillaci.
Prevista poi una campagna sull’importanza di sottoporre ad analisi tossicologica mirata i pazienti che vanno al Pronto soccorso in overdose o i soggetti deceduti, se si tratta di morte sospetta. «Solo un puntuale monitoraggio del fenomeno consentirà di capirne la portata, i pericoli e dunque contenerne la diffusione», ha avvisato il ministro.
Le misure di contrasto
Si concentreranno in «procedure operative per contenere un’eventuale diffusione del fenomeno ove si presenti nonché nella promozione di campagne informative per la popolazione, con particolare attenzione alle categorie a maggior rischio di consumo della sostanza, sui pericoli dell’uso non sanitario del Fentanyl nonché sull’utilizzo del Naloxone - ha proseguito Schillaci -. Penso ad esempio a una campagna informativa rivolta ai giovani per far comprendere la pericolosità di un uso improprio del Fentanyl e agli effetti devastanti che possono essere letali; così come a iniziative di sensibilizzazione per i familiari di giovani tossicodipendenti, perché siano sempre provvisti di Naloxone e lo sappiano utilizzare: un intervento immediato ed appropriato può salvare la vita».
Per un’eventuale diffusione del fenomeno saranno intensificati i controlli così da evitare la sottrazione illecita del Fentanyl nonché un continuo monitoraggio delle scorte dei reagenti (per le indagini tossicologiche) e del Naloxone, che non dovranno mai mancare, prevedendo, per quest’ultimo, una distribuzione capillare sul territorio, in particolare nei luoghi più sensibili come le comunità terapeutiche per tossicodipendenti, le volanti delle Forze dell’ordine, le ambulanze.


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