Dal governo

Liste d’attesa/ Schillaci spiega il nuovo Piano nazionale e ribadisce: nessun taglio né privatizzazioni. Personale: prossimi target abolizione tetto spesa e più indennità. Pnrr “in linea”

di Red. San.

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«La salute con questo Governo è diventata una priorità, dopo anni di tagli: solo durante la pandemia ci si è accorti che se non si investe in salute si mette a rischio la tenuta economica e sociale dell’Italia. Noi questa consapevolezza l’abbiamo e lo abbiamo dimostrato con le prime due finanziarie aumentando le risorse per il Ssn che ha raggiunto le cifre più alte in assoluto». Così il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenuto alla Camera al convegno di Forza Italia ’La salute come fondamentale diritto per una riforma della sanità’. «A chi sostiene che avremmo tagliato i fondi della sanità - ha aggiunto - ricordo che non è così: con l’ultima legge di bilancio ci sono 3 mld in più per il 2024, 4 mld in più per il 2025 e 4,2 mld per il 2026. Non ci sono incrementi di questa portata nelle finanziarie dei governi di qualche anno fa quando si dava molto di meno, tranne nel periodo pandemico al Fondo sanitario. Questo lo ha ribadito chiaramente anche ieri (il 4 aprile, ndr) in televisione la premier Giorgia Meloni. Dire quindi che stiamo facendo dei tagli è falso», ha chiosato il ministro. «Ogni tanto ascoltiamo assurde accuse di privatizzazione della sanità - ha poi aggiunto - ma la vera subdola privatizzazione è quella fatta dai governi che hanno spalancato le porte alle cooperative e ai gettonisti. Nessuno prima di noi si è occupato che tutto questo portasse alla fuga dal servizio sanitario pubblico né che il medico che lavora a cottimo guadagna il triplo di chi ogni giorno si dedica ai pazienti in ospedale e non solo a chiamata».
«I prossimi obiettivi che ci siamo dati sono l’abolizione del tetto di spesa alle Regioni per le assunzioni. È un vincolo ormai anacronistico su cui questo governo ha deciso di intervenire. Altro intervento riguarda l’indennità di specificità per tutti gli operatori sanitari che vogliamo valorizzare per migliorare le buste paga degli operatori sanitari. Nel frattempo con la finanziaria abbiamo assicurato ben 2,4 miliardi per i nuovi rinnovi contrattuali», ha proseguito il ministro. «Queste misure rientrano, ha proseguito il ministro, nella “riforma della sanità che stiamo mettendo in atto per fare in modo che i nostri medici e infermieri e tutti gli operatori sanitari restino nel servizio sanitario e lo facciano nelle migliori condizioni economiche e organizzative. Perché senza un numero adeguato di medici e infermieri, nessuna riforma sanitaria potrà essere portata a compimento».
I contenuti del nuovo Piano nazionale contro le liste d’attesa. Sulle liste d’attesa «ci abbiamo messo la faccia, è un problema che si trascina da decenni e a cui vogliamo dare risposte concrete attraverso un piano che interviene su diversi aspetti e che a breve sarà messo in campo», ha annunciato il ministro della Salute. «Sembra incredibile ma oggi non abbiamo dati certi sulle liste d’attesa - ha premesso -. Per questo stiamo definendo un sistema di monitoraggio puntale, prestazione per prestazione, Regione per Regione in modo da identificare quali sono le prestazioni davvero carenti e critiche e in quale ambito effettivamente intervenire». Quanto alle risorse, «abbiamo rifinanziato i piani regionali di recupero delle liste d’attesa - ha detto -. I precedenti 500 milioni non erano stati spesi tutti, però voglio ribadire che i soldi messi per le liste d’attesa vanno spesi per la soluzione di questo problema o per altre esigenze». Il nuovo piano contro le liste d’attesa secondo quanto riferito da Schillaci punterà anche sull’appropriatezza delle cure: «Siamo spesso in presenza di un eccesso di domanda di prestazioni - ha spiegato infatti - che non sempre sono necessarie e che impediscono l’accesso a a chi ha realmente bisogno e urgenza. Su questo sarà fondamentale la collaborazione con i medici. Abbiamo agito in questo senso: aver reintrodotto lo scudo e penale darà una garanzia per i medici prescrittori perché poi il 98% delle cause penali finiscono in nulla di fatto. I medici non sono abituati a ricevere avvisi di garanzia e quando accade, questo innesca un meccanismo di frustrazione e di paura che porta a un eccesso di prescrizioni che potrebbero essere evitate». Ancora: si punta a migliorare la presa in carico del cittadino. «I malati non vanno lasciati soli nella definizione del programma, ad esempio dopo un intervento oncologico - ha aggiunto Schillaci spiegando il Piano -. Ci vuole un medico che se ne faccia carico, una struttura che insieme al malato calendarizzi gli interventi che servono con i tempi giusti». Infine, andranno corrette storture come le agende chiuse: «Come ho più volte ricordato alle Regioni e continuerò a fare, occorre assicurare ai cittadini che le agende siano sempre aperte. Questo è fondamentale, la legge vieta di chiuderle e mi batto perché i Cup regionali includano tutta l’offerta di prestazioni disponibili sia pubbliche che private convenzionate», ha concluso il ministro sul tema.
Capitolo Pnrr tra domicilio, digitale e prevenzione. «Il potenziamento dell’assistenza territoriale è una via obbligata a fronte di una popolazione che invecchia: in questa direzione vanno gli investimenti del Pnrr che finanziano case e ospedali di comunità e assistenza domiciliare. Ribadisco che tutte le strutture territoriali, come da programma saranno realizzate. Siamo assolutamente in linea con la tabella di marcia», ha annunciato poi Schillaci sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare - ha detto ancora il ministro - posso annunciare che abbiamo recuperato i ritardi che avevamo ereditato e ampiamente centrato l’obiettivo intermedio con 530.000 nuovi assistiti over 65 in più rispetto al dato di partenza del 2019». Inoltre «vanno avanti anche gli investimenti per il rafforzamento e la diffusione dei servizi di telemedicina», ha detto il ministro, ed è stata impressa una «forte accelerazione al nuovo Fascicolo sanitario che è entrato nella sua fase operativa per diventare una risorsa fondamentale per migliorare la qualità dell’assistenza. Anche sul fronte delle nuove grandi apparecchiature - ha aggiunto - rassicuro nuovamente che non c’è stato alcun slittamento di questo investimento che sta proseguendo e a oggi il 45% delle apparecchiature consegnato e collaudato».
Prevenzione prioritaria. «Ultimo tema, ma non meno importante, su cui dall’inizio del mio mandato mi sono speso molto è quello della prevenzione. Nessun sistema sanitario in futuro potrà essere sostenibile se oltre a garantire la cura non è in grado di prevenire. La prevenzione non è un costo ma un investimento sulla salute e sulla tenuta economica del servizio sanitario», ha ribadito il ministro della Salute. «Per questo dobbiamo insistere sulla prevenzione - che passa per corretti stili di vita e i programmi di screening - e che deve durare lungo tutto il corso della vita. Si deve iniziare d bambini per poter avere un minor numero di adulti e anziani malati in futuro. Le ricadute positive sono evidenti. Questo impegno ci vede coinvolti tutti: governo, parlamento, associazioni, operatori sanitari, la scuola, lo sport. Ogni ambito può contribuire a sensibilizzare e fare promozione della salute. Oggi la maggior parte delle risorse della sanità sono destinate alla cura, dobbiamo considerare la necessità di incrementare i fondi destinati alle attività e ai programmi di prevenzione e cambiare il paradigma».


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