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Liste d’attesa:arrivano monitoraggio e piattaforma, più fondi per privati accreditati e personale sanitario

di Red.San.

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“Tutti convocati” contro la piaga delle liste d’attesa in sanità. La bozza del decreto legge messo a punto dagli uffici del ministro della Salute, Orazio Schillaci, che dovrebbe essere discussa nel Consiglio dei ministri il prossimo 3 giugno, prevede all’articolo 1 la “Carta dei diritti dei cittadini in materia di prestazioni sanitarie”, mirata alla piena esigibilità delle cure prescritte dal medico con tanto di quesito diagnostico e indicazione della priorità e la maggiorazione delle multe previste, in caso ad esempio di ”liste chiuse”, fino a 30mila euro.

Monitoraggio su liste attesa e registro segnalazioni
Un monitoraggio nazionale sul rispetto dei tempi massimi di attesa per le classi di priorità delle prestazioni prenotate effettuato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), presso la quale è istituita la Piattaforma nazionale delle liste di attesa con il fine di realizzare l’interoperabilità con le piattaforme di ciascuna regione e provincia autonoma. Inoltre viene istituito - sul sito del ministero della Salute - un registro delle segnalazioni e viene creato un Osservatorio Nazionale delle Liste di Attesa.

Aumenta il tetto per l’acquisto di prestazione dei privati accreditati
Per smaltire le attese scendono in campo sia gli operatori pubblici che i privati accreditati: per questi ultimi la bozza di decreto legge innalza ulteriormente i tetti di acquisto delle prestazioni da parte delle Regioni. Passano dall’1% al 2% nel 2024, dal 3% al 4% nel 2025 e dal 4 al 5% dal 2026.

Incrementato il tetto di spesa per il personale
Tra le misure più attese, una prima deroga sul tetto del personale Ssn: varrà per l’anno 2024 e fino al 25% dell’incremento del Fondo sanitario regionale 2023 e sarà in ogni caso limitata a un decreto Salute-Mef (da adottare entro 4 mesi) che dovrà definire i nuovi criteri di spesa per il personale dal 2025. Inoltre è consentito l’utilizzo fino allo 0,4% del Fondo sanitario 2024 per innalzare le tariffe orarie degli straordinari, sempre con l’obiettivo di garantire la completa attuazione dei Piani operativi regionali per il recupero delle listed’attesa. Non solo: in campo ci sono anche gli specialisti ambulatoriali - cui vanno fino a 100 euro lordi l’ora - e gli specializzandi che potranno agire in libera professione fino a 12 ore alla settimana.

Visite ed esami anche il sabato e la domenica
La bozza del decreto prevede, inoltre, che le visite diagnostiche e specialistiche siano possibili anche di sabato e domenica, con l’estensione della fascia oraria per l’erogazione di queste prestazioni. Sarà attivato un sistema unico di prenotazione regionale o infra-regionale, con le strutture private accreditate ospedaliere e ambulatoriali che dovranno afferire al Centro unico di prenotazione (Cup), pena la nullità degli accordi contrattuali per l’accreditamento con il Ssn. Previsto anche un sistema di ’recall’, attivato dal Cup, per ricordare all’assistito la data di erogazione della prestazione, per richiedere la conferma o per la cancellazione delle prenotazioni: in caso di mancata presentazione e visita non annullata, l’assistito può essere tenuto a pagare lo stesso.

Stretta sui gettonisti, possibili assunzioni in deroga
Per ridurre le liste di attesa, ma anche per “contrastare il fenomeno dei cosiddetti ’gettonisti’ e di reinternalizzare i servizi sanitari affidati a cooperative, fino al 31 dicembre 2026, la bizza di decreto prevede che le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti del Servizio sanitario nazionale possono reclutare il personale del comparto e della dirigenza medica e sanitaria nonché delle professioni sanitarie attraverso forme di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, in deroga”.


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