Europa e mondo

Oms, a rischio 26 milioni di donne nel mondo. Virus Zika: a destinazione solo il 13% delle risorse

Sono 26 milioni le donne e le ragazze a rischio emergenza sanitaria nel mondo. È quanto emerge dalle stime dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico diffuse dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel corso dell’Assemblea mondiale della Sanità in corso a Ginevra. Secondo i dati, relativi a 50 Stati considerati fragili, si stima che il rischio di mortalità materna in questi Paesi è di 1 a 54, rispetto a 1 su 4.000 nei paesi sviluppati. Più del 60% delle morti materne, il 53% delle morti sotto i 5 anni e il 45% dei decessi neonatali avvengono in contesti economicamente fragili. Nei Paesi in crisi donne e ragazze non hanno infatti accesso ai servizi sanitari di base, come la pianificazione familiare e l'assistenza prenatale o vengono spesso mandate via a causa della mancanza di documenti legali che provino il loro stato di migranti, la loro etnia o stato civile. Inoltre, gli alti tassi di violenza sessuale registrati in situazioni di emergenza - tra cui lo stupro, la mutilazione genitale femminile, le gravidanze forzate e i matrimoni precoci - espongono maggiormente le donne a cattive condizioni di salute.

«Se da un lato la sopravvivenza di donne e bambini è migliorata grazie agli Obiettivi di sviluppo del millennio e con la strategia globale per la salute delle donne e dei bambini lanciata dal segretario generale delle Nazioni unite nel 2010, oltre l’80% dei Paesi in crisi non ha ancora raggiunto gli obiettivi prefissi a causa di un conflitto recente o di disastri naturali - rileva Flavia Bustreo, vice direttore generale per la Salute di famiglia, donne e bambini dell’Oms. L’anno scorso, con l’adozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs), i Paesi si sono impegnati a 'non lasciare nessuno indietro'. In linea con gli Sdgs, i paesi soni dunque richiamati all'aumento del numero di operatori sanitari così come ad una migliore raccolta di dati sui bisogni relativi alla salute di donne e bambini che vivono in situazioni di emergenza. L’Italia, così come altri paesi impegnati in prima fila rispetto agli attuali flussi migratori - conclude Bustreo -ha un ruolo chiave da giocare su questi temi e nella protezione del diritto all'assistenza e alle cure per le donne, i bambini e gli adolescenti che si trovano a vivere questa condizione».

Nel corso dell’Assemblea l’Oms ha parlato anche del virus Zika annunciando che «continuerà ad essere monitorata la situazione e saranno aggiornate le proprie raccomandazioni se necessario». E in risposta a 150 esperti che hanno chiesto la sospensione dei giochi olimpici in programma ad agosto in Brasile l’Agenzia sanitaria dell’Onu, ha affermato che «basandosi sulle evidenze attuali della circolazione del virus Zika in quasi 60 Paesi, dei quali 39 nelle Americhe, non c’è alcuna giustificazione di salute pubblica per posporre o cancellare i Giochi Olimpici di Rio». In ogni caso l’Oms ha lanciato l’allarme per la mancanza di fondi per combattere l’epidemia che si sta diffondendo dal Sud America al resto del pianeta. Dei 17,7 milioni di dollari promessi ne sono arrivati solo 2,3 ha denunciato l'Oms che finora ha usato 3,8 milionid di fondi d’emergenza propri per contrastare la propagazione del virus.


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