Imprese e mercato

Politiche del farmaco: stakeholder, il futuro è un coinvolgimento responsabile

di Elisa Pintus (professore associato, Economia delle aziende e amministrazioni pubbliche, Università della Valle d’Aosta)

Nel volume “Stakeholder engagement e politiche del farmaco” (Il Mulino) si mettono a dimora princìpi su come indirizzare studi e ricerca nell’ambito del management dedicato alle Relazioni impresa-pubblica amministrazione-società per le politiche sanitarie del farmaco. Un primo punto evidenziato può essere considerato lo spazio di ampliamento delle relazioni fra attori economici e non economici. Il tema dell’economia delle amministrazioni pubbliche è centrale nel nostro Paese. Le istituzioni pubbliche sono chiamate a governare la complessità dell’ambiente politico, sociale ed economico. Ma tale ruolo di interprete va condiviso con attori economici e non economici quali imprese, organizzazioni non profit e società nel suo complesso.

Un secondo punto sostenuto è che il criterio della sostenibilità delle scelte di politica sanitaria diventa paradigma di valutazione economica delle scelte stesse. La valorizzazione dell’economicità misurabile è uno spazio “non negoziabile” per affermare un modello aziendale responsabile.

L’agire consapevole diventa la cifra della pubblica amministrazione e del sistema di istituzioni pubbliche sanitarie ai differenti livelli di governo, integrata nella società e costantemente connessa con il territorio. Lo sviluppo di una tensione verso l’approccio di sviluppo delle scelte di prossimità supera la separazione, prima criticata e poi sorpassata, tra politica e amministrazione e crea condizioni favorevoli a forme di democrazia partecipativa.

Un terzo elemento è che la società del terzo millennio, fluida per sua natura, necessita di strumenti più articolati per essere compresa e coinvolta. È dal processo di riforma istituzionale della Pa (con conseguente modificazione manageriale e organizzativa) che può nascere il coinvolgimento dei portatori d’interesse valorizzandone rappresentatività, ascolto e valutazione.

La teoria degli stakeholder, accolta e sviluppata nello scritto, mette in risalto i portatori d’interesse superando la questione dirimente sull’interpretazione di ruolo autoreferenziale della Pa. Infatti, si indica un’azione di apertura, anche istituzionale dell’amministrazione, agli stakeholder. Questi ultimi possono e devono essere chiamati a esprimere, con gradazione differente di intensità e legittimazione, il loro ruolo sulle scelte di politica pubblica e aziendali. I portatori d’interesse, interni o esterni, primari o secondari, diretti o indiretti, non sono un escamotage per creare opportunismo manageriale. Ma sono, piuttosto, l’esplicazione più attuale di un modello di azienda sanitaria che sa leggere l’evoluzione del contesto.

La governance per le politiche pubbliche sanitarie si può attuare se decisori politici e management colgono lo spazio d’innovazione sotteso al contributo derivante dal coinvolgimento. Considerare, comunicare, consultare, coinvolgere, concertare, co-decidere sono tutte azioni che comportano una riduzione delle asimmetrie informative che ostacolano il cambiamento in senso manageriale delle aziende. Democrazia partecipativa, scelte di prossimità, attivismo civico sono tutte opzioni strategiche per l’attuazione delle riforme istituzionali, da trent’anni a questa parte osteggiate, boicottate o annullate in Italia. Fare engagement significa realizzare la partecipazione dei cittadini nei processi decisionali della Pa, con attenzione al livello di governo coinvolto e al tipo di scelta da attuare.

È essenziale riconoscere che i portatori d’interesse sono singoli individui o gruppi con interessi legittimati negli aspetti procedurali o sostanziali dell’azione della Pa. Valorizzare gli stake porta a migliori risultati economici, ignorare o non gestire il ruolo dei portatori d’interesse o agire in modo irresponsabile e diventa costo ai fini dei risultati economici perché indebolisce la reputazione degli attori economici e istituzionali e riduce i loro outcome positivi. Ciò è evidente nel settore dell’industria del farmaco, fra le più critiche nell’area delle politiche sanitarie, dove è ancor più necessario contrastare il fenomeno della disillusione circa la partecipazione alle scelte pubbliche.

In questo settore, i risultati finali delle politiche sanitarie, gli outcome, diventano, in virtù delle valutazioni su come il management pubblico possa essere orientato al miglioramento della qualità della vita, l’ambito cui tendono processi decisionali, produttivi e di valutazione, sostenibili e responsabili.

Innestare strumenti manageriali, sottesi ai paradigmi della responsabilità sociale e della teoria degli stakeholder, è modello di sviluppo e innovazione, è la sfida per il futuro.


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