Imprese e mercato

Così la purificazione del sangue aiuterà i pazienti

di Mauro Atti (ad Aferetica)

In un prefabbricato dell’incubatore del Parco scientifico e tecnologico di Mirandola, uno dei distretti più importanti a livello mondiale per l’industria biomedicale, Aferetica, una piccola start up, ha costruito, in soli tre anni di attività, un vero e proprio cantiere per soluzioni terapeutiche innovative. Proposte basate sull’aferesi, ossia sulla depurazione del sangue, e dunque dell’organismo, da cellule, molecole e altri fattori responsabili dello sviluppo e del corso di numerose sindromi e patologie in svariati ambiti clinici.

Tra queste malattie fortemente invalidanti e in costante aumento come le Malattie infiammatorie croniche intestinali (Crohn, Rettocolite ulcerosa), la Sepsi prima causa di morte in terapia intensiva, l’Insufficienza epatica acuta. L’idea da cui sono partiti i soci fondatori che, dopo una carriera manageriale pluridecennale nel biomedicale, hanno deciso di lanciarsi pochi anni fa in questa avventura è quella di poter sviluppare in campi nuovi il modello che ha permesso la crescita del distretto di Mirandola: la collaborazione tra clinici, accademici e industria, la combinazione delle competenze della clinica con quelle del distretto industriale.

Aferetica si presenta oggi, a tre anni dalla fondazione, come una realtà consolidata con 10 dipendenti, di cui 5 neolaureati in discipline tecnico-scientifiche, con un fatturato nel 2016 di 1,3 milioni euro.

Tra gli obiettivi a breve termine: l’aumento dell’organico, che dovrebbe raddoppiare nei prossimi due anni, e il superamento dei 10 milioni di fatturato entro il 2020. Il vero capitale su cui Aferetica può contare per raggiugere questi risultati è la stretta collaborazione instaurata con più di 50 centri di ricerca e ospedalieri italiani e con le aziende del distretto biomedicale mirandolese.

Aferetica si posiziona come punto di incontro di una complessa rete collaborativa di clinici, ricercatori, industriali e istituzioni con l’obiettivo di portare nella pratica clinica terapie aferetiche, avviandone l’uso anche in nuovi ambiti, come il Trapianto, in cui vuole diventare l’azienda di riferimento prima di tutto a livello nazionale.

È proprio l’esigenza di fronteggiare la scarsità degli organi destinati al trapianto che ha spinto Aferetica ad avventurarsi in questo settore e ad avviare uno dei progetti più originali e innovativi, basato su un sistema brevettato in cui l’aferesi è applicata nel ricondizionamento, ossia durante la perfusione Ex vivo, degli organi prelevati e destinati al trapianto. Gli organi destinati al trapianto sono sottoposti, prima e dopo il prelievo, a una serie di insulti immunitari e infiammatori che ne possono compromettere l’idoneità o determinare complicazioni nella fase post-trapianto.

Applicando sistemi Aferetici durante la fase di ricondizionamento, è possibile purificare gli organi dalle molecole alla base dei complessi meccanismi biologici a cui sono stati sottoposti, rendendoli in questo modo trapiantabili. L’obiettivo è quello di applicare la purificazione per aumentare il numero degli organi disponibili del 20-30 per cento. L’attività è già stata avviata, con il sistema PerLungs, destinato al ricondizionamento del polmone. Dopo due anni di ricerche cliniche, condotte con l’università di Torino, che hanno dimostrato la rilevanza dei mediatori dell’infiammazione sull’esito dei trapianti, oggi il sistema è in uso oltre che a Torino anche in alcuni dei primi centri per i trapianti di polmone in Italia come Milano e Bergamo. Sulla base di questi risultati, è stata avviata l’attività nel campo dei trapianti di Rene e Fegato, e recentemente è stato presentato il primo prototipo del sistema PerLife, dedicato alla loro perfusione e purificazione ex vivo. L’obiettivo è quello di avviare l’attività clinica anche in questo campo, entro la fine del 2017. In questo progetto, Aferetica è supportata, oltre che da aziende del territorio, anche dall’azienda americana Cytosorbents, con cui collabora dal 2014, Cytosorb è un sistema aferetico che consente la rimozione dal circolo di mediatori infiammatori e altre molecole al fine di ristabilire il controllo nel trattamento di stati clinici critici, spesso letali, come Sepsi, Sirs, iperbilirubinemie, insufficienze epatiche e Rabdomiolisi. CytoSorbents ha scelto Aferetica come partner esclusivo non solo per la distribuzione di Cytosorb sul territorio nazionale, ma anche per l’applicazione dei propri sistemi nell’ambito del Trapianto. Le ambizioni sono importanti, così come la convinzione che la collaborazione instaurata con le eccellenze cliniche e industriali, l’originalità delle idee e la volontà di fare, alla base delle soluzioni proposte, siano le chiavi del successo che potranno permettere anche il superamento degli ostacoli che di sicuro non mancano e non mancheranno, primo fra tutti la difficoltà d’introduzione dell’innovazione in clinica.

La situazione economica in cui si trova il sistema sanitario può portare a vedere l’innovazione come un costo e non come una risorsa e un investimento per il futuro. Al di là del valore della vita umana, che dovrebbe prevalere su qualsiasi altra considerazione, bisognerebbe avere una visione complessiva dei costi in sanità. Una valutazione dell’impatto economico sul sistema sanitario di un paziente in terapia sostitutiva o di un ricovero in Terapia intensiva, dove ogni giorno arriva a costare 2-3.000 euro, può fare capire anche il risparmio derivante da un trapianto o da una terapia efficace.


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