Imprese e mercato

Integratori & Salute: il mercato cresce sostenuto dalle aziende più giovani

S
24 Esclusivo per Sanità24

Il mercato italiano degli integratori alimentari, in uno scenario globale critico, si dimostra "dinamico e vivace, in grado di affrontare le numerose sfide dovute alla costante evoluzione del contesto geopolitico e sanitario". Lo rilevano i risultati di un'indagine curata dal Centro studi Integratori & Salute, l’associazione nazionale che rappresenta il comparto degli integratori alimentari e che è parte di Unione Italiana Food, associazione aderente al sistema Confindustria.

"Le imprese, dopo una buona tenuta nel 2020, hanno mostrato un’accelerazione nel 2021 – spiega Giovanni Foresti, Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – grazie a una crescita diffusa di tutte le classi dimensionali e al traino delle imprese di più recente costituzione". Le aziende fondate dopo il 2010, infatti, hanno registrato "un aumento del fatturato del 26,6% tra il 2019 e il 2021 mentre l’Ebitda margin ha toccato il 13,2% e il patrimonio netto in percentuale del passivo è salito al 45%".

"L’Italia vanta il più grande mercato degli integratori alimentari in Europa, oltre un quarto del suo totale, con attese di sfiorare i 5 miliardi di vendite nel 2025", afferma dal canto suo Gabriele Barbaresco, responsabile Area Studi Mediobanca. E le prospettive di crescita mondiale "sono molto favorevoli: quasi l’8% di crescita media annua, per un mercato globale vicino ai 240 miliardi dollari nel 2027".

La finanza è interessata a sostenere questo processo. "Il 2021 - continua Barbaresco - ha segnato negli Stati Uniti il record di operazioni nel settore degli integratori, con i fondi di private equity che da soli hanno originato oltre il 30% dei deal. I multipli sono generosi: 11,5 volte l’ebitda, ma nel caso di eccellenze ci si avvicina a 20 volte".

Per Germano Scarpa, presidente Integratori & Salute "nel processo di sviluppo, le aziende sono consapevoli che dovranno tener conto anche di nuove sfide determinate da emergenza ambientale, espansione dei processi di digitalizzazione, e-commerce ed evoluzione della comunicazione sempre più proiettata all’omnicanalità". "La nostra filiera - aggiunge - si è mostrata resiliente e in salute, evidenziando dinamiche positive nel fatturato, nella produzione in generale, nell’occupazione e negli investimenti, in particolare in ambito digitale. Tuttavia, il nuovo contesto geopolitico legato alla guerra Russia-Ucraina continuerà ad avere fortissime ripercussioni su tutti i comparti industriali e produttivi. Per il nostro settore quindi l’aumento di costi/tempistiche legati alla produzione degli integratori, la logistica, la sostenibilità e la digitalizzazione rappresentano le principali sfide del futuro".

L’impatto della pandemia non compromette il fatturato delle aziende
Il mercato italiano degli integratori alimentari ha raggiunto ormai i 4 miliardi di euro e, peraltro, rappresenta un’eccellenza in termini di occupazione femminile ad alta professionalizzazione, know-how produttivo e ricerca & sviluppo. Dall’indagine è emerso che nonostante il 70% del campione dichiari che la pandemia abbia ancora un impatto sulla propria azienda, il 52% ha riportato una dinamica positiva del fatturato.

I driver degli investimenti: digitalizzazione e innovazione
L’emergenza sanitaria ha accelerato i processi di digitalizzazione e innovazione di molte aziende italiane, tra le quali anche quelle operanti nel settore degli integratori alimentari; ben il 61% infatti, ha dichiarato di aver investito a livello industriale. Tra gli ambiti di azione, al primo posto le aziende mettono l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguito dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazioni medico-scientifica (28%), internet delle cose e delle macchine (20%), strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%). Risultati che confermano l’atteggiamento positivo delle aziende davanti alle sfide del futuro arrivano anche dalle assunzioni. Il 71% delle aziende dichiara, infatti, di aver ampliato il proprio organico nel 2021.Nonostante la pandemia abbia comportato ritardi (38%), riadattamenti (23%) e in alcuni casi interruzioni (6%) di lanci di prodotto, il 33% delle aziende non ha subito battute d’arresto, continuando a lavorare su nuove soluzioni.

E-commerce? I consumatori preferiscono il consiglio del farmacista
Il consumatore di integratori alimentari è responsabile e attento. Il consumo di questi prodotti è sostenuto, infatti, nella maggior parte dei casi dal parere di esperti. Farmacista (45%) e medico (36%) rimangono le principali fonti informative a cui ci si rivolge[1]. La ricerca di settore ha evidenziato infatti che il 51% delle aziende rispondenti non utilizza l’e-commerce per la vendita dei propri prodotti e il 46% non prevede l’utilizzo di questo canale neanche in futuro, mentre il restante 54% si dimostra aperto all’opportunità: attraverso il sito aziendale (22%), marketplace (16%) o portali specializzati (16%). Chi nel 2021 ha, invece, abbracciato il canale online afferma di averlo utilizzato per la vendita di integratori su diversi mercati: italiano (30% dei rispondenti), estero (4%), entrambi (15%).

“I nostri consumatori sono estremamente attenti alle indicazioni e ai suggerimenti dati dagli esperti per cui, pur accogliendo la spinta alla digitalizzazione, il trend evidenziato è che il canale offline delle aziende rimane al primo posto, segno del ruolo incontrastato del canale farmacia e parafarmacia - conclude Scarpa. – La pandemia comunque ha certamente portato a un’accelerazione digitale mantenendo costante il ruolo di primo piano della relazione tra il consumatore e il proprio farmacista o medico curante".


© RIPRODUZIONE RISERVATA