In parlamento

Intesa sui tagli ai raggi X: pesanti dubbi sulle coperture dei tecnici del Senato

di R.Tu.

Non sono semplici punzecchiature di spillo. Sono dubbi in alcuni casi anche sostanziali sulla tenuta dei risparmi attesi con l'Intesa sui tagli da 2,35 mld in tre anni al Ssn. Arrivano dai tecnici del Servizio del Bilancio di palazzo Madama, che ha confezionato un dossier ad hoc ora alla visione della commissione Bilancio che ha in carico il Dl enti locali con l'accordo Governo-Regioni che tanti mal di pancia ha creato in giro. Ecco le principali stroncature.

Beni e servizi, rischio flop
Va bene «la correttezza formale» dei conti fatti dalla relazione tecnica al maxi emendamento del Governo, affermano i tecnici del Senato. Peccato che ci sia la «difficoltà di conseguire un risparmio pieno in corso d’anno». Il Governo stima 708 mln quest'anno e 805 mln dal 2016. Come del resto già ha evidenziato la Ragioneria generale, del resto, tutto è condizionato dall'entrata in vigore delle nuove norme, che prenderanno ancora parecchio tempo. Si afferma nel dossier: «Non sembra prudenziale ipotizzare di conseguire risparmi calcolati su base annuale nel ristretto arco di tempo intercorrente tra le date di rinegoziazione dei contratti» che avverrà dopo l'entrata in vigore della legge di conversione del decreto, e fine anno. Insomma, risparmiare 788 mln in 3 mesi è pura follia. Senza dire che all'orizzonte verosimilmente spunteranno valanghe di contenzioni e «l'adizione di comportamenti degli operatori privati volti a ridimenzionare l'impatto della norma fornendo prodotti di minore qualità ovvero sfruttando, in taluni ambiti, una situazione di sostanziale monopolio». Rischio flop altissimo, insomma.

Dispositivi medici, buco nell'acqua?
Analogo ragionamento fatto per il taglio all'acquisto di beni e servizi, viene fatto dal Servizio del Bilancio del Senato alla voce “tagli” per i dispositivi medici. Con l'aggiunta: «La possibilità effettiva di realizzare la correzione di spesa prospettata (205 mln quest'anno e 544 mln dal 2016) appare poi condizionata dal livello di tale correzione, che già nel 2016 dovrebbe attestarsi al 9% annuo (quindi quasi il doppio di quanto previsto per beni e servizi), soprattutto considerando che nell'arco di due anni si è già registrato un calo di tale aggregato di spesa da 7 a 5,7 mld circa». In sostanza, sarebbe un massacro. E forse non c'è più da raschiare dal fondo del classico barile.

Aifa, dubbi per le 241 assunzioni
Il dossier fa presente che «il differimento della scadenza dei contratti a tempo determinato non può essere a rigore considerato come “neutrale” secondo il criterio della legislazione vigente, dal momento che gli stanziamenti previsti in bilancio secondo il medesimo dovrebbero recare la copertura solo sino alla scadenza dei medesimi, non potendo scontare alcun rinnovo». Il previsto rinnovo dei contratti a tempo determinato deve «pertanto essere corredato dalla quantificazione dei relativi effetti finanziari ed accompagnati dalla indicazione della relativa, distinta copertura finanziaria». E la relazione tecnica «non esplicita il calcolo adottato, né offre indicazioni circa la sostenibilità dei relativi oneri a valere delle risorse già previste dall'articolo 48, comma 8, lettera b), del decreto-legge n. 269/2003». E ancora: «La relazione tecnica non fornisce un quadro dettagliato delle retribuzioni annue corrispondenti, né indica le componenti retributive principali, indennitarie ed accessorie corrispondenti ai livelli di inquadramento».
Altri dubbi sollevano poi i tecnici del Senato in merito ai profili di quantificazione della copertura. Ecco il passaggio: «Pur considerando che la relazione tecnica espone un quadro analitico delle risorse che affluiscono in ragione annua al bilancio dell'AIFA, segnalando anche le eventuali specifiche destinazioni previste dalla legislazione vigente, va sottolineato però che la stessa compie un” salto” metodologico, allorché passa ad soffermarsi sul previsto onere annuo per il quadriennio 2016-2020 e a decorrere e all'esame delle maggiori entrate previste». Insomma: «Occorrerebbe perlomeno un supplemento alla RT da cui sia possibile trarre solide conclusioni in merito ai prevedibili incrementi del volume di attività, in conseguenza dei previsti incrementi di organico. Ciò che peraltro consentirebbe di proiettare l'impatto dei nuovi o maggiori oneri sui soli introiti dell'Autorità, senza tener conto di eventuali trasferimenti dal bilancio dello Stato».


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