In parlamento

Tossicodipendenze, cresce l’uso di cannabis ma il pericolo-pasticche corre sul web

di Ernesto Diffidenti

La cannabis è la sostanza psicoattiva più diffusa sia tra la popolazione adulta che tra i giovanissimi. Circa un terzo della popolazione ne ha sperimentato gli effetti
almeno una volta nel corso della propria vita, oltre un quarto degli studenti delle scuole superiori ne ha fatto uso nel 2016. E il pericolo di cadere nella rete della dipendenza si moltiplica a dismisura con l’ingresso sul mercato di un numero crescente di nuove sostanze psicoattive, proposte anche sul web, che per loro stessa natura hanno una vita sul mercato relativamente breve, sostituite in tempi rapidissimi da nuovi ritrovati. Così aumentano le operazioni di Polizia ma diminuiscono i quantitativi totale di sostanze sequestate per la difficoltà ad individuarle con i metodi trazionali. Ad analizzare l’andamento di questo mercato illecito che mette a repentaglio la salute pubblica è la “Relazione 2017 al Parlamento sulle stato delle tossicodipendenze in Italia”.

La cannabis e suoi derivati: diffusione sempre maggiore
La cannabis rappresenta la quota più ampia del mercato nazionale delle sostanze illecite. L’importazione di cannabis da molteplici Paesi di approvvigionamento e l’aumento della produzione interna costituiscono una notevole sfida per l’attività di contrasto. I quantitativi di sostanza sequestrati corrispondono, infatti, ad oltre il 90% del totale dei sequestri. Inoltre, le segnalazioni per detenzione di cannabis per uso personale rappresentano l’80% del totale, dato in aumento rispetto agli anni precedenti.
La Relazione registra un aumento della disponibilità di prodotti derivati della cannabis, con un’alta variabilità di principio attivo. «Le foglie di cannabis - sottolinea il rapporto - possono avere un alto potere stupefacente assumendo un ruolo potenzialmente preoccupante in termini di salute pubblica. Ancora più preoccupante se si pensa che circa 90mila studenti riferiscono un uso pressoché quotidiano della sostanza e che quasi 150mila studenti sembrerebbero farne un uso problematico».Tuttavia l’utenza in carico ai servizi per cannabis rappresenta l’11% del totale dell’utenza trattata, ed i ricoveri ospedalieri da imputare a questa sostanza rappresentano il 12% di quelli droga-correlati.

La “Spice”: una sostanza da monitorare
I cannabinoidi sintetici, conosciuti genericamente come “Spice”, rappresentano il più largo gruppo di sostanze monitorate in Europa dai sistemi di allerta nazionale. Questi prodotti, totalmente chimici, che si presentano come misture di erbe e che pur non contenendo cannabis ne riproducono gli effetti, rappresentano una nuova frontiera per il mercato
delle sostanze illecite e sono facilmente reperibili sul web.

La grande varietà di cannabinoidi sintetici e le differenti composizioni chimiche rendono queste sostanze molto pericolose e difficilmente identificabili: non appena uno di questi composti sta per essere messo al bando come sostanza illegale già è disponibile per il mercato un prodotto sostitutivo, con una composizione chimica leggermente modificata.
«Non si sa molto di come queste sostanze funzionino e dei loro effetti a livello di salute - evidenza il rapporto - e il fatto che la Spice sia diventata in pochissimi anni la seconda sostanza più diffusa fra gli studenti dopo la cannabis (l’11% ne ha fatto uso) rappresenta senza dubbio un dato da tenere in considerazione ».
Essenziale in questo senso è il ruolo del sistema di allerta, in grado di coordinare informazioni e segnalare in modo rapido la comparsa sul mercato dei nuovi ritrovati. Il commercio di queste sostanze attraverso circuiti alternativi rispetto a quelli tradizionali, è
confermato anche dal fatto che sono pochi i quantitativi che le Forze di Polizia riescono ad
intercettare.

Le Nps un fenomeno che corre sul web
Una sfida altrettanto impegnativa per le politiche nazionali consiste nell’individuare il modo di fornire una risposta efficace al mercato dinamico e in costante evoluzione di tutto il mondo delle sostanze psicoattive che imitano gli effetti delle sostanze illegali: le cosiddette Nps - New Psychoactive Substances (che comprendono ad esempio catinoni sintetici, quali il mefredone, ketamine, fenetilamine e oppiacei sintetici). Dietro alla loro larga diffusione,
un ruolo molto importante è giocato dall’uso di internet.
Nel complesso in Europa, così come nel nostro Paese, le Nps risultano più diffuse di altre sostanze più comuni come amfetamine, ecstasy, cocaina o Lsd, per le quali si rilevano percentuali di consumo più basse. La difficoltà di individuare questi tipi di nuove sostanze
è confermata dai quantitativi di sostanze sequestrate, che nel 2016 rappresentano lo 0,1% del totale.

Il trattamento: in Italia sistema capillare e consolidato
«L’Italia si è per lungo tempo contraddistinta in Europa per il suo sistema di trattamento delle tossicodipendenze - evidenza il rapporto - : il consolidato e capillare sistema di SerD e la sinergia con la rete dei servizi del “privato sociale accreditato”, nonostante significative differenze interregionali, hanno permesso di fare grandi progressi nel trattamento delle dipendenze da eroina e cocaina. Sono infatti diminuiti i decessi drogacorrelati, sia per intossicazione acuta che quelli con causa iniziale droga correlata».
Significativi progressi sono stati osservati anche per quanto riguarda i danni correlati al consumo di droghe: negli ultimi anni si è infatti assistito ad una diminuzione del numero di casi di epatite virale acuta soprattutto di epatite B e C, e contestualmente sono
diminuiti i nuovi casi di Hiv e Aids tra gli utilizzatori per via iniettiva di sostanze psicotrope.
Questo quadro riguarda tuttavia l’ambito delle cosiddette “droghe tradizionali”. Nonostante la diffusione di nuove sostanze e l’incremento nei consumi, osservato anche fra i giovanissimi, la maggior parte dell’utenza presa in carico per trattamento da parte dei Servizi per le dipendenze è in cura per uso di eroina ed ha un’età media di 39 anni. Per questo la Relazione al Parlamento sollecita «lo sviluppo e l’affiancamento di strumenti di analisi e intervento dinamici», in grado tener conto e adattarsi alla rapida evoluzione del consumo giovanile.

I minori e le sostanze psicoattive: un fenomeno da monitorare
Insomma, i minori costituiscono una popolazione che necessita di particolare attenzione, tanto per il fatto che un ingresso precoce nel consumo di sostanze aumenta la probabilità di uso problematico in età adulta, quanto per l’elevata propensione dei giovanissimi alla
sperimentazione, anche di tipo esplorativo. Questo trova conferma nei dati disponibili: l’uso sperimentale di sostanze psicoattive sembra infatti coinvolgere circa un terzo degli studenti minorenni frequentanti le scuole superiori. «A fronte di questo fenomeno la prevenzione - scrive il Rapporto - soprattutto in ambito scolastico, continua ad essere uno degli strumenti più efficaci».

Aumenta il consumo da parte delle donne
Tra le più interessanti evoluzioni caratterizzanti il mondo delle sostanze psicoattive illegali, un posto di particolare rilievo è occupato dal ruolo crescente delle donne in termini di consumi. Nonostante il genere femminile sia caratterizzato da una percezione dei rischi correlati all'uso di sostanze più alta rispetto al genere maschile, è aumentata sia la percentuale di studentesse delle scuole secondarie superiori che ha sperimentato almeno una sostanza psicoattiva illegale (30%), sia la percentuale di quelle che hanno sperimentato nuove sostanze psicoattive (3%). A conferma di questa tendenza, si osserva anche un incremento del numero di ragazze che ha un consumo di sostanze definibile «ad alto rischio», come la poliassunzione o l’uso quotidiano.


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