In parlamento

Epatite C: vincolare e ripartire i 71,5 milioni per avviare lo screening in carceri e SerD

S
24 Esclusivo per Sanità24

Oggi si è tenuta la Web Conference "Alleanza Contro le Epatiti 2020", per ricordare l'urgenza di eradicare l'Epatite C entro il 2030, come da monito dell'Organizzazione mondiale della sanità. Con la firma del ministro della Salute del decreto attuativo ex-post decreto "Milleproroghe", l'Italia ha fatto un passo in avanti in questa direzione. Sono stati, quindi, resi disponibili 71,5 milioni di euro, per avviare una strutturata campagna di screening. La Web Conference organizzata da MA Provider, promossa da AISF – Associazione Italiana per lo Studio del Fegato e da SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, con il patrocinio di EpaC onlus, e realizzata con il contributo non condizionato di AbbVie e Gilead, ha ripercorso gli ultimi nove mesi di lavoro che hanno condotto allo stanziamento dei fondi per la realizzazione di screening su HCV in determinati cluster della popolazione. Questi screening riguardano i nati tra il 1969 e il 1989, i soggetti seguiti dai Servizi Pubblici per Dipendenze (SerD), i soggetti detenuti in carcere.

"I fondi allocati per lo screening nazionale gratuito sono un investimento mandatorio per il Paese. Posso assicurare non verranno stornati e utilizzati per altro se non per l'eradicazione del virus dell'Epatite C – dichiara Pierpaolo Sileri, vice ministro della Salute. – Questo finanziamento ci consentirà di operare dei risparmi in termini di interventi sanitari per le conseguenze della malattia. Dobbiamo intercettare il sommerso che a quanto sappiamo si aggira sui 200-350 mila soggetti e grazie a questa iniziativa possiamo intervenire tempestivamente su coloro che scopriamo positivi. Il decreto attuativo è già in Conferenza Stato-Regioni e sono certo che la strada sia in discesa, nulla osta ad una veloce applicazione. I fondi saranno presto a disposizione delle Regioni".
Il Decreto attende parere positivo da parte della Conferenza Stato Regioni, a partire da quel momento il finanziamento sarà effettivamente disponibile e dovrà essere ripartito tra le Regioni in modo che le autorità locali possano programmare le fasi operative e le modalità di erogazione dello screening.

"La firma del ministro Speranza al decreto attuativo per lo screening nazionale dell'Epatite C rappresenta un passo fondamentale ed atteso a favore del controllo della malattia – commenta Elena Carnevali della XII Commissione Affari Sociali della Camera –. Ora per rendere concreto l'utilizzo dei fondi è essenziale che la Conferenza Stato-Regioni lo approvi velocemente. Arriverà già con il parere positivo del MEF, poi come sempre la firma del ministro Gentiloni e l'ok dalla Corte dei Conti. Utilizzare i 71,5 milioni di euro, suddiviso sui due anni, non può più attendere. Dobbiamo fare in modo che l'inizio del prossimo anno sia l'inizio dello screening che coinvolgerà oltre 17 milioni di persone".

"Le società scientifiche AISF e SIMIT e l'associazione pazienti EpaC onlus che nell'ambito dell'Alleanza contro le Epatiti hanno lottato al nostro fianco per raggiungere il traguardo più ambizioso. Adesso mi aspetto che la Conferenza Stato-Regioni dia parere favorevole per permettere la tempestiva ripartizione dei fondi alle Regioni – continua Michela Rostan, vicepresidente XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati – e che le Regioni facciano la loro parte individuando percorsi snelli per assegnare le risorse messe in campo dal Governo per il buon esito delle campagne di screening e prevenzione".

"Già da Ministro della Salute con 'Alleanza Contro le Epatiti' mi sono battuta per eradicare l'Epatite C in Italia – sottolinea Beatrice Lorenzin, già ministro della Salute e responsabile del forum salute del partito democratico a margine del convegno – . È importante però non abbassare mai la guardia tenendo sempre chiaro l'obiettivo: sconfiggere definitivamente l'Epatite C, sempre più possibile anche grazie a tutti gli strumenti efficaci che abbiamo a disposizione, in primis lo screening HCV. A febbraio con un emendamento al Milleproroghe abbiamo stanziato ulteriori fondi e dopo il varo del decreto attuativo da parte del Ministero della Salute finalmente le Regioni possono partire".
Per Paolo Siani della XII Commissione Affari Sociali della Camera "l'infezione da HCV rappresenta una delle principali cause di mortalità correlata alle malattie del fegato. Nonostante esistano nuovi ed efficaci farmaci, migliaia di persone rischiano di sviluppare serie patologie perché inconsapevoli portatori del virus, solo lo screening ci permette di identificare e trattare. Va attivato rapidamente".
Come noto, negli ultimi due anni l'Italia ha compiuto un percorso virtuoso nel piano di eliminazione dell'infezione da HCV entro il 2030. Ora è necessario compiere quell'ultimo miglio, intervenire sulla popolazione sommersa, andare ad individuare quei soggetti affetti dalla patologia e sottoporli al trattamento di eradicazione del virus.

"L'innovazione garantita dai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) per il trattamento dell'Epatite C ha avuto una portata rivoluzionaria garantendo l'eradicazione del virus in maniera definitiva, in tempi rapidi e senza effetti collaterali – afferma Salvatore Petta, segretario AISF. – Lo screening per HCV per fasce d'età e popolazioni a rischio è il prossimo passo che sarà realizzato grazie al lavoro congiunto effettuato da istituzioni, società scientifiche e associazioni dei pazienti. Vincolare i 71,5 milioni di euro all'attuazione dello screening ci consentirà di intercettare i circa 200mila pazienti non ancora individuati e trattati".

Ci si concentrerà su quella popolazione che non sa di convivere con HCV, che si potrebbe sintetizzare nella popolazione generale con più di 55 anni, composta da coloro che ignorano la patologia, chi vagamente sa di esserne portatore, ma che non ha mai iniziato le cure e infine i pazienti già diagnosticati, ma non ancora trattati. In particolare, verranno indagate le classiche "sacche" di infezione presenti presso i SerD e gli istituti di detenzione.

"L'emersione del sommerso continua a rappresentare una sfida fondamentale per poter raggiungere l'eradicazione dell'infezione nel nostro Paese. Gli screening territoriali dovranno essere effettuati principalmente su quelle che possono essere indicate come popolazioni chiave – sottolinea Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT– si tratta in particolare di persone con una storia di tossicodipendenza, molte delle quali sono ancora in contatto con i SerD o sono in carcere. Garantire gli screening nei SerD e in carcere è fondamentale".

Un percorso di screening territoriale virtuoso per essere efficiente necessita di una corretta informazione/formazione dei clinici coinvolti e dell'organizzazione di un sistema di rete locale che permetta una facile collocazione dei pazienti individuati ai centri autorizzati al trattamento. È prioritario che siano definite le modalità più efficaci affinché i singoli territori e le istituzioni locali siano in grado di effettuare il tracciamento all'interno delle diverse strutture oggetto di screening. Per mettere in atto tutte le fasi dello screening e attuare il percorso sono necessarie ingenti risorse, per questo motivo è quanto mai urgente vincolare i fondi previsti per il biennio 2020-2022 al prossimo anno.

"L'effettiva implementazione dello screening sul territorio deve partire in fretta e con dei presupposti organizzativi definiti e certi attraverso la costituzione ufficiale di gruppi tecnici Regionali in grado di coordinare le attività previste. Le istituzioni coinvolte dovranno agire velocemente nel mettere a disposizione delle Regioni i fondi dedicati – chiarisce Ivan Gardini, presidente EpaC onlus. – I ministeri di Salute e Finanze devono vincolare il fondo di 71,5 milioni in modo tale che queste preziose risorse non siano aggredibili e/o utilizzate in altro modo. Oggi non ci sono più scuse, lo screening deve partire il prima possibile, il SSN deve accelerare per evitare che altri pazienti si aggravino o muoiano".

Anche AGENAS si è espressa a favore della rapida implementazione dello screening. "Ci impegneremo - conclude Enrico Coscioni, presidente dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari - affinché lo screening per HCV ottenga parere positivo in Conferenza Stato-Regioni e laverò affinché AGENAS abbia un ruolo di coordinamento nell'attuazione dello screening all'interno delle Regioni".


© RIPRODUZIONE RISERVATA