In parlamento

Malattie oculari, il documento programmatico dell'Intergruppo parlamentare

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In Italia, glaucoma, retinopatia diabetica e maculopatie, solo per fare un esempio, affliggono complessivamente oltre 5 milioni di persone, per non parlare delle altre patologie oculari. Un dato, questo, destinato ad accrescersi con il progressivo invecchiamento della popolazione, notoriamente maggiormente esposta a queste patologie nell’età più avanzata e che, soprattutto, ci dice molto di un tema di sanità pubblica che incombe sul paese, con impatti pesanti non solo di tipo sanitario ma anche sociale ed economico. Uno scenario complesso, quello delle malattie oculari, caratterizzato da molte criticità che affliggono questo ambito sanitario e che hanno indotto senatori e deputati di diversa estrazione politica a costituire l’Intergruppo parlamentare Prevenzione e Cura delle malattie degli occhi.
Questo nuovo organismo ha presentato al Senato il proprio piano programmatico: un documento che vuole anche essere un vero e proprio patto di legislatura con il quale, i parlamentari che ne fanno parte, si impegnano a dare impulso e concretezza, mediante adeguati atti parlamentari, al molto che manca quando si parla di malattie oculari.
«Rendere la risposta sanitaria per le malattie oculari più accessibile, territorialmente omogenea e più efficiente è indispensabile, oltre che urgente, e la politica può e deve intervenire subito per creare i presupposti affinché questa risposta giunga concretamente – ha sottolineato il senatore Giovanni Satta che con l’onorevole Matteo Rosso presiede l’Intergruppo – lo faremo con adeguati interventi legislativi e attivando i necessari strumenti informativi, con una costruttiva convergenza con il Governo, con le diverse istituzioni sanitarie del paese, oltre che con le organizzazioni civiche e il mondo advocacy. Questo, nella consapevolezza che un quadro assistenziale più efficiente e efficace per le malattie oculari, oltre ad essere doveroso, si traduce anche in un sostanziale contributo alla sostenibilità della spesa sanitaria e al contenimento dei costi sociali».
L’attività dell’Intergruppo dovrà anzitutto:
- raccordarsi con gli obiettivi della missione 6 del Pnrr, che rappresenta un’opportunità fondamentale da cogliere con assoluta diligenza per la funzione acceleratrice che potrà sviluppare;
- creare le condizioni che favoriscano l’adozione di screening di prevenzione delle complicanze oculari;
- favorire campagne di sensibilizzazione sul cittadino;
- operare per il pieno, equanime e territorialmente omogeneo accesso alle cure e ai trattamenti;
- aumentare i fondi per la ricerca e i posti per la formazione specialistica.
«C’è necessità di intervenire su temi molto ampi e diversificati – ha poi precisato l’Onorevole Rosso, passando in rassegna il molto che resta da fare – dai registri di patologia all’assistenza territoriale oggi troppo concentrata sul sistema-ospedale, dal potenziamento della telemedicina e della digitalizzazione al tema del sotto-trattamento causa anche della sotto-diagnosi e dai problemi di accesso alle cure, dalle inaccettabili liste di attesa ai costi sanitari e sociali delle malattie oculari, solo per citarne alcuni. Ci attendono molte sfide – ha proseguito il parlamentare - di natura clinica, sociale, economica e politico-sanitaria della cui portata siamo consapevoli. Le affronteremo con impegno e assoluta determinazione».
«Per troppo tempo clinici, esponenti delle istituzioni, delle associazioni pazienti e delle organizzazioni civiche hanno denunciato, da prospettive diverse, le varie criticità che caratterizzano questo ambito sanitario, lamentando una certa inerzia nel cercare di migliorare il quadro assistenziale - ha dichiarato il Prof. Massimo Nicolò, della Clinica oculistica universitaria di Genova e coordinatore del comitato tecnico-scientifico dell’Intergruppo parlamentare - oggi, se incisive scelte di politica sanitaria non dovessero dar vita ad una nuova stagione nella lotta alle malattie oculari dovremmo sentenziare che, per questo ambito sanitario, ci troveremmo di fronte ad una vera e propria cecità del non fare della qua le tutti pagheremo le conseguenze».


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