In parlamento

One Health: il miglioramento genetico che aiuta anche la sicurezza sanitaria

di Raffaele Nevi*

S
24 Esclusivo per Sanità24

L’approvazione degli emendamenti dei senatori De Carlo (Fratelli d’Italia) e a prima firma Paroli (predisposto dal dipartimento agricoltura di Forza Italia) in sede di conversione del decreto-legge “Siccità” segna uno spartiacque molto importante nella valorizzazione della ricerca italiana nel campo della genetica agraria. Consentire, superando i precedenti divieti, la ricerca in campo aperto delle piante ottenute con Tecniche di Evoluzione Assistita, è un nuovo inizio che mette al centro lo sviluppo di varietà resistenti alle malattie, allo stress idrico e ad altri fattori ambientali e che consentirà di ottenere piante in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi del green deal.
Da decenni si parla molto dell’impatto dell’alimentazione sulla salute delle persone. Credo che anche questo aspetto debba essere preso in considerazione molto positivamente quando parliamo di TEA. L’avvento di questi nuovi ritrovati – dovuto anche all’alacre lavoro delle ricercatrici Charpentier e Doudna, premiate con il Nobel per la chimica nel 2020 - riducendo e razionalizzando l’impiego degli agrofarmaci e lottando contro gli stress biotici, non può che contribuire nel rendere i nostri alimenti e mangimi più sani oltre che sostenibili per l’ambiente.
Entra in gioco qui il concetto di One Health di cui si dibatte molto negli ultimi tempi; trattasi di un principio olistico che mette in relazione la salute umana, il benessere animale e la salvaguardia dell’ambiente nel quadro di un circolo virtuoso che ha l’obiettivo di migliorare il modus operandi di tutti i portatori di interesse. Anche gli agricoltori e gli allevatori dunque dovranno confrontarsi con questo tema di valenza mondiale, producendo alimenti e mangimi in modo più sostenibile, riducendo ad esempio l’impiego di antibiotici in una prospettiva di lotta all’antibiotico resistenza, una delle priorità dell’agenda dei sistemi sanitari globali.
L’interconnessione esistente fra questi mondi si traduce oggi in una collaborazione in ottica One Health anche fra le agenzie dell’ONU che si occupano di alimentazione ed agricoltura (FAO), ambiente (UNEP) e salute (WHO). In questa prospettiva le agenzie hanno parlato di salute dell’uomo, degli animali, delle piante e dell’ambiente in generale. L’approccio One Health diventa quindi un imperativo categorico per raggiungere la salute globale, anche attraverso la sicurezza alimentare.
All’interno di questo processo gli scienziati avranno un ruolo di primo piano e sono significative in questo senso le parole del nostro ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha affermato come sia “…sempre più urgente guardare al domani con una visione One Health che consideri la salute come risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell’essere umano, della natura e dell’ambiente”.
Un piccolo ma significativo contributo per raggiungere questi obiettivi può essere fornito anche dai nostri genetisti agrari. Il progetto Biotech coordinato negli ultimi anni dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA) può costituire un volano di sviluppo importante per le TEA in Italia, passando dalla fase di laboratorio a quella della verifica sperimentale in campo aperto. Per questo accolgo e sottoscrivo l’appello rivolto ai ricercatori dalle associazioni che aderiscono al progetto “Cibo per la Mente” di effettuare notifiche alle autorità competenti per la ricerca in campo delle nuove varietà ottenute grazie alle TEA.

*Segretario XIII Commissione Agricoltura
Camera dei Deputati


© RIPRODUZIONE RISERVATA