Medicina e ricerca

Pnrr: la sfida One Health per promuovere la prevenzione sanitaria

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L’approccio multidisciplinare integrato “One Health” rappresenta una grande opportunità per mitigare gli effetti di possibili nuove pandemie. Su questo tema fondamentale - che riveste un ruolo strategico anche nell’ambito della medicina di prevenzione, e del conseguente risparmio per il servizio sanitario nazionale - interviene Nicola D’Alterio, Direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise “G. Caporale”.
“Il nostro Istituto - spiega D’Alterio - adotta l’approccio One Health in ogni attività: per questo ci siamo fatti trovare pronti quando è scoppiata la pandemia da SARS-CoV-2: lavorare seguendo questo approccio richiede una visione ampia, olistica, di più discipline che operano in maniera integrata per assicurare la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente”.
Un’ efficace prevenzione, applicata alla sicurezza alimentare, garantisce la salvaguardia della salute umana e, allo stesso tempo, anche un risparmio economico, come dimostrano i dati pubblicati dall’Economic Research Service (ERS) del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) relativi alle principali malattie di origine alimentare registrate negli Stati Uniti nel 2018.
Sono 15 gli agenti patogeni di origine alimentare più importanti che causano, ogni anno, circa il 95% o più delle malattie, per un totale di 8.914.713 di casi: ogni singolo anno il costo delle malattie causate da questi agenti ammonta a 17,5 miliardi di dollari. Il 90% dei casi è riconducibile, in particolare, a cinque patogeni: Salmonella enterica non tifoidea (4,1 miliardi di dollari), Campylobacter spp. (2,1 miliardi di dollari), Listeria monocytogenes (3,1 miliardi di dollari), Toxoplasma gondii (3,7 miliardi di dollari) e Norovirus (2 miliardi di dollari). I costi sono calcolati considerando la natura delle specifiche malattie, distinte in acute o croniche, gli importi necessari per le consequenziali cure mediche (ambulatoriali e ospedaliere), i decessi e gli stipendi persi.
“Nell’Unione Europea e in Italia - approfondisce D’Alterio - non esiste un dato così raffinato e soprattutto non sono stati stimati i costi collegati alle tossinfezioni alimentari”.
I casi notificati in Europa, nell’anno 2021, per i 5 patogeni citati sono pari a 196.801 (60.050 Salmonella enterica non tifoidea; 127.840 Campylobacter spp.; 2.183 Listeria monocytogenes; 133 Toxoplasma gondii; 6.545 Norovirus) e, seppure sottostimati, rappresentano circa il 90% delle notifiche pervenute alle Autorità Competenti.
Dal punto di vista della politica sanitaria su questo fronte in Italia siamo molto indietro in campo applicativo. Oltre ai quasi 20 miliardi del PNRR per la Missione 6 (Salute) esiste un fondo complementare (PNC) dedicato nello specifico a salute, ambiente, biodiversità e clima. Questo piano prevede lo stanziamento di 500 milioni di euro con l’obiettivo di implementare programmi di approccio integrato salute-ambiente-clima come il modello “One Health”.
“Ma senza l’istituzione di tavoli tecnici regionali interistituzionali/ intersettoriali/ interdisciplinari per la condivisione dei dati, la definizione di percorsi e procedure integrate, basate sull’approccio One Health, questi fondi potrebbero non risultare efficaci”.
Va realizzato un consolidamento dei sistemi di analisi e sorveglianza epidemiologica dei rischi ambientali, anche attraverso le reti regionali e nazionale e delle iniziative di digitalizzazione previste nell’ambito del Piano Complementare del PNRR.
“Queste sfide quindi - secondo D’Alterio - devono essere affrontate dalla sanità pubblica, anche sul piano normativo, con un approccio inter e transdisciplinare con l’obiettivo di migliorare la salute di persone, animali e degli ecosistemi in generale. L’impiego di tecnologie di ultima generazione, come l’intelligenza artificiale, è utile a prevedere i focolai di malattie infettive trasmesse da vettori. In ambito di sicurezza alimentare, il sequenziamento dell’intero genoma dei microrganismi patogeni, consente invece di rintracciare con tempestività le fonti di contaminazione e ritirare i prodotti dal mercato a salvaguardia della salute pubblica, e della riduzione dei casi di patologie e dei costi sopportati”.



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