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Ddl Autonomia/ Via libera del Senato con 110 sì, passa alla Camera. Calderoli: risposta dovuta a 14 Regioni a statuto ordinario che lo avevano chiesto

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Via libera dell'Aula del Senato al Ddl che detta disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione. I voti a favore sono stati 110, i contrari 64 e gli astenuti tre. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera. Il commento a caldo del ministro Calderoli: «Con l’approvazione dell’autonomia oggi in Senato si è compiuto un ulteriore passo avanti verso un risultato storico, importantissimo e atteso da troppo tempo. Avevo previsto che oggi sarebbe stata una bella giornata, e così è stato. Questa è una risposta che dovevo a quelle 14 regioni su 15 a statuto ordinario che ce l’avevano chiesto».
La votazione si è svolta mentre risuonava in Aula l'Inno di Mameli intonato inizialmente, secondo quanto riferito, da senatori Pd e M5S e poi estesosi all'Emiciclo. Si è poi sentito un 'Viva l'Italia' sul quale il presidente di turno Gian Marco Centinaio ha chiuso la votazione. Dopo il voto, c'è stata una breve sospensione della seduta. Hanno espresso dichiarazione di voto a favore i gruppi di maggioranza, il gruppo delle Autonomie e, a titolo personale Mariastella Gelmini (Az). Hanno espresso dichiarazione di voto contraria i gruppi di opposizione, eccetto i senatori di Az che hanno dichiarato posizione di astensione.
Il Ddl, collegato alla manovra, è stato presentato dal Governo a Palazzo Madama il 23 marzo 2023 e il suo esame si è concluso in commissione Affari Costituzionali il 21 novembre con diverse modifiche introdotte durante l'esame (cui se ne sono aggiunte poche altre durante il passaggio in Assemblea). Sul provvedimento si è acceso il dibattito politico tra maggioranza e opposizione e Avs, nella dichiarazione di voto finale in Aula, ha preannunciato la volontà di promuovere un referendum abrogativo dopo l'approvazione definitiva del provvedimento da parte della Camera.
I contenuti. Il testo, di 11 articoli, riguarda l'attuazione della riforma del titolo V della Costituzione, con la definizione dei principi generali per l'attribuzione alle Regioni di forme ulteriori e condizioni particolari di autonomia in 23 materie (come indicate dall'articolo 116 e 117 della Costituzione) e le modalità procedurali per l'approvazione delle relative intese tra Stato e singole Regioni. Uno dei punti su cui si è maggiormente dibattuto, anche nella maggioranza, e su cui sono intervenute modifiche è quello dei Lep (i livelli essenziali delle prestazioni). All'articolo 1 si prevede che per le materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale, l'attribuzione potrà avvenire solo dopo la determinazione dei Lep. L'articolo 3 stabilisce che sarà il Governo, entro 24 mesi, a determinare con decreti legislativi i Lep sulla base di principi e criteri direttivi che sono contenuti nella legge di Bilancio 2023 e indica le 14 materie specifiche in cui sono determinati. Il trasferimento delle funzioni in questi ambiti potrà avvenire soltanto dopo la determinazione dei Lep e dei relativi costi e fabbisogni standard, nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Il tema delle risorse e della neutralità finanziaria del provvedimento è stata un'altra delle questioni al centro del dibattito, legata a quella del trattamento uniforme sul territorio nazionale dei livelli essenziali delle prestazioni (anche per le Regioni che non hanno sottoscritto le intese).
Su quest'ultimo aspetto è intervenuta una modifica a firma FdI.
Il provvedimento disciplina anche la durata delle intese, prevedendo che possono avere una durata massima di 10 anni ed essere rinnovabili ma, in determinati casi, possono essere oggetto anche di cessazione. Viene inoltre prevista la costituzione di una Commissione paritetica Stato-Regione-Autonomie locali per formulare proposte per la individuazione di beni e risorse per l'esercizio dell'autonomia conferita, a cui spetteranno anche compiti di monitoraggio. È fatto comunque salvo il potere sostitutivo del Governo ai sensi dell'articolo 120 della Costituzione. E si prevede l'applicazione delle disposizioni del provvedimento anche alle Regioni a statuto speciale.



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