Lavoro e professione

La ricetta diventa elettronica. Da domani su carta solo un promemoria

di Lucilla Vazza

Addio vecchia ricetta rossa per l'acquisto dei farmaci. Da domani 1° marzo comincia ufficialmente l'era della e-prescription, ovvero la ricetta digitale. E medici e farmacie dovranno farsi trovare pronti. Un passo verso la dematerializzazione, avviata su questo fronte oltre tre anni fa, ma che si è concretizzato con il Dpcm del 31 dicembre 2015, entrato in vigore dal 1° gennaio di quest'anno. Ma attenzione: nell'Italia dei rinvii, anche in questo caso c'è una fase transitoria, che dovrà concludersi a fine 2017.
Dunque la ricetta elettronica non significherà da subito addio alla carta. Infatti il medico dovrà comunque rilasciare un foglietto - in formato A5 - da consegnare al farmacista, dove ci saranno i dati utili a garantire il servizio in tutte le situazioni, anche se dovesse saltare la connessione internet o il collegamento con il sistema centrale fosse fuori uso.

La rivoluzione è già partita e, al netto di non poche criticità, sta ingranando
Ma i medici di famiglia segnalano qualche intoppo non proprio insignificante: «Qualcuno ha confuso gli studi medici con quelli dei Caf, vista la mole di dati anagrafici, codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza e quant'altro dovremo verificare. E in più - spiega il segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg) Giacomo Milillo - il dottore non potrà più contare sul supporto dell'assistente di studio per rendere più rapide le procedure di “ricettazione”». Con complicazioni anche per il sostituto medico che salvo eccezioni (Campania), spiega Milillo, dovrà continuare a utilizzare la ricetta rossa. Il rischio, secondo la Fimmg, è che tutti gli oneri ricadano sul titolare, «con un aggravio di lavoro: tempo tolto alle visite e attese più lunghe per gli assistiti». Dunque, serve «una semplificazione delle procedure, che è ancora possibile».

E un invito a vigilare arriva anche dallo Smi. La ricetta elettronica «è un passo avanti per i pazienti, ma continua a essere fonte di incertezze e problemi e rischia di rimanere per i medici l'ennesima incompiuta». «L'operazione di digitalizzazione parte circa tre anni fa - spiega Scafuro - eppure nonostante tutto questo tempo molte regioni non sono ancora pronte al cambiamento e l'Italia presenta ancora una realtà a `macchia di leopardo´. Con diverse criticità: tra dubbi fondati sulla tutela adeguata della privacy, vista la mole di dati sensibili che si trattano negli ambulatori, e alcune certezze: innanzitutto l'inadeguatezza della rete in molte località italiane, con i conseguenti e ricorrenti blocchi della linea». «Non mancano poi i disagi - prosegue - per l'assenza di investimenti su questo grande, e necessario, cambiamento, che però è stato scaricato quasi integralmente sulle spalle dei medici di famiglia, sia in termini di spesa (carta, toner, aggiornamenti software), sia per il tempo dedicato per far sì che la dematerializzazione si realizzi». Intanto lo Smi annuncia che «valuteremo e monitoreremo, anche con l'ausilio dei pazienti, l'esito di questa fase di rodaggio. Vedremo se sarà davvero rivoluzione telematica e non l'ennesimo spot».

Però ci sono già vantaggi per i cittadini
Uno degli effetti più importanti della nuova era digitale è che la ricetta elettronica sarà valida in tutte le farmacie d'Italia. E i farmaci potranno essere ritirati anche fuori della Regione di residenza. Grazie al sistema tessera sanitaria, le farmacie potranno applicare il ticket della Regione di residenza dell'assistito: starà poi alle stesse Regioni scambiarsi le informazioni sui medicinali prescritti e procedere ai relativi rimborsi compensativi. Dal 1° marzo dovrebbe essere disponibile per tutte le farmacie il sistema di calcolo di ticket ed esenzioni della regione di provenienza di ogni cittadino. Dove e se l'e-prescription c'è, ovviamente.
A novembre Federfarma segnalava che il 64% delle farmacie era pronto a partire, per un totale di 30 milioni di ricette digitali. Con alcune Regioni che hanno più spinto sull'acceleratore, come la Lombardia, dove in pochi mesi si è passati dal 3 al 75%. Il cambiamento in ogni caso rende ancora necessario l'utilizzo della “fustella” per distinguere i farmaci erogati a carico del Ssn. Fino a tutto il 2017 sono però ancora esclusi dal nuovo metodo alcuni farmaci come gli stupefacenti, l'ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i medicinali con piano terapeutico Aifa.


© RIPRODUZIONE RISERVATA