Lavoro e professione

Sesso sicuro, ginecologi a scuola di comunicazione

di Carlo Maria Stigliano (Aogoi), Mauro Ferraresi (Iulm)

La Ginecologia è la prima specialistica italiana a puntare sulla comunicazione come parte integrante della formazione professionale dei propri medici, in risposta ai reali bisogni della pratica clinica quotidiana del ginecologo che, come e più di qualsiasi altro professionista della salute, ha a che fare con tematiche particolarmente delicate e difficili da gestire, in particolar modo quando ci si rivolge alle giovani generazioni.

Consapevoli che una comunicazione efficace, sia nel confronto diretto con le pazienti, sia nel dialogo attraverso i nuovi media, può fare la differenza nel promuovere un cambiamento concreto degli stili di vita in tema di salute sessuale e tutela della vita riproduttiva, l'Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) e l'Università Iulm di Milano hanno dato vita alla prima edizione del master “Health Communication in Ginecologia”. Si tratta di una iniziativa educazionale assolutamente nuova che avvicina il mondo delle Associazioni e Società Scientifiche a quello dell'Università: 96 ore di lezione per insegnare ai medici a parlare di “sesso sicuro” e di infezioni a trasmissione sessuale, una vera e propria emergenza in termini di salute pubblica, ma rispetto alle quali si comunica ancora poco e non sempre in maniera efficace.

Al di là delle indispensabili competenze scientifiche, sappiamo che non è sempre facile trasferire i messaggi sulla salute in maniera chiara ed esaustiva, facendo sì che riescano realmente ad incidere sui comportamenti individuali. Oggi in Italia una parte rilevante delle malattie sessualmente trasmissibili, delle gravidanze indesiderate, delle interruzioni volontarie di gravidanza, interessano le giovanissime, spesso minorenni. La causa è quasi sempre riconducibile alla mancanza di conoscenze adeguate e alla scarsa propensione ad accedere precocemente al supporto e al consiglio del medico.

Non stupisce quindi che le infezioni a trasmissione sessuale abbiano fatto registrare in Italia oltre 95mila nuovi casi negli ultimi dieci anni, di cui il 20% nei giovani tra i 15 e i 24 anni che si affacciano alla sessualità in modo spesso disinformato. Infezioni come l'herpes genitale e il papillomavirus umano (HPV) sono in forte aumento. Proprio l'HPV, associato a numerose neoplasie tra cui il cancro del collo dell'utero, è responsabile dell'insorgenza dei condilomi che rappresentano oggi la prima infezione sessualmente trasmessa per numero di visite e diagnosi nei Paesi occidentali.

Questi dati testimoniano che la professionalità da sola non basta in un ambito che affronta tematiche delicate e di forte impatto emotivo come la ginecologia, una branca specialistica che si rivolge alle donne a partire da un'età complessa, quella dell'adolescenza, e durante momenti critici quali la gravidanza e la menopausa. Per questo motivo, è necessario superare le barriere che ostacolano un dialogo diretto con le pazienti e imparare a comunicare in maniera empatica per indirizzare la donna – o meglio ancora la coppia – lungo un percorso appropriato di controlli e di prevenzione e promuovere l'adozione di corrette abitudini sessuali a tutte le età. Per una comunicazione efficace bisogna sapere cosa dire e soprattutto come dirlo. Il meccanismo comunicativo, soprattutto in ambito sanitario, richiede competenze ed esperienza e altresì necessita di un percorso formativo specifico per gli operatori. Nell'ambito dello screening e delle patologie HPV-correlate, ad esempio, i ginecologi devono essere in grado di spiegare in maniera chiara i risultati di difficile comprensione riportati nei referti e rassicurare le donne sul successivo percorso di cura, evitando di generare inutili ansie. È fondamentale stabilire un buon rapporto empatico medico-paziente mirato alla migliore gestione delle risorse e degli aspetti psicologici implicati.

Non soltanto il confronto aperto con le pazienti, ma anche il dialogo attraverso i nuovi media è parte integrante di una comunicazione efficace e di un percorso di educazione alla sessualità. È importante esplorare anche la Rete e la nuova sfera dei Social dove il medico può trovarsi ad interagire con le donne, soprattutto le più giovani, alla ricerca di informazioni per sciogliere dubbi e perplessità su sessualità e salute al femminile. Facebook, Twitter, Whatsapp sono ormai diventati strumenti imprescindibili per relazionarsi con le pazienti e rispondere ai loro quesiti, e proprio per questo l'utilizzo delle nuove tecnologie comunicative sarà al centro del percorso formativo offerto ai ginecologi. Inoltre, la veicolazione sul web di informazioni chiare, comprensibili e scientificamente supportate è necessaria per contrastare i messaggi fuorvianti e la disinformazione che viaggia quotidianamente sulla Rete e sui Social.

L'auspicio è che a questa prima edizione del master dedicata a un tema di estrema rilevanza sociale come le malattie sessualmente trasmesse ne possano seguire altre in futuro. L'Aogoi è impegnata in prima linea nella formazione professionale e nella sempre maggiore umanizzazione della medicina, a tutela della salute delle donne e dell'intera collettività.


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