Lavoro e professione

Sos caregiver: promozione dell'engagement nell'assistenza agli anziani

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24 Esclusivo per Sanità24

I caregiver familiari in Lombardia sono circa 500mila e hanno un ruolo chiave poiché sostengono l'anziano nella quotidianità, coordinando, nel contempo, il network di attori e di specialisti che lavorano a supporto dell'anziano.

L'attività di cura e assistenza a carico dei caregiver familiari è aumentata sensibilmente a fronte dell'emergenza sanitaria: prima della diffusione del virus SARS-CoV-2 2 caregiver su 3 lavoravano; durante la pandemia il 50% ha ridotto o sospeso la propria attività. Il 6% dei caregiver ha perso il lavoro. Inoltre, nelle zone montane come la Valle Camonica, emergono ulteriori difficoltà legate al fatto che oltre il 20% della popolazione ha più di 65 anni e spesso in alcune aree risultano difficilmente accessibili servizi sanitari e socio-sanitari.
Interventi a favore dei caregiver familiari in questo contesto sono importanti e necessari.
Il progetto Place4Carers ha risposto attraverso azioni di ricerca scientifica e intervento sul campo a questi bisogni. Place4Carers è un'iniziativa pluriennale, finanziata da Fondazione Cariplo e coordinata dal Centro di Ricerca EngageMinds HUB dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Milano, in collaborazione con il Politecnico di Milano, Need Institute e ATSP – Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona, Valle Camonica (Breno).
Il progetto è nato con l'obiettivo di dare voce ai caregiver familiari al fine di creare, in collaborazione con i servizi socio-sanitari territoriali, una ricetta comune che ha permesso di dare risposte concrete alle famiglie in difficoltà, offrendo percorsi di supporto integrati ed efficaci.

La Valle Camonica è stata scelta come caso pilota per sviluppare il piano di azioni previste dal progetto, con l'obiettivo di intervenire a sostegno di caregiver familiari residenti in aree rurali caratterizzate da limiti nell'accesso ai servizi di assistenza.
Il progetto ha compiuto una fotografia puntuale del vissuto dei caregiver familiari della Valle Camonica. In particolare si evidenzia come i caregiver più anziani (over 60), le donne e soggetti con scolarità elementare riportino livelli di fatica psicologica ed emotiva significativamente maggiori rispetto ai caregiver giovani e di genere maschile, a conferma che tale ruolo contribuisce a esacerbare condizioni di vulnerabilità o iniquità preesistenti.
Inoltre si conferma che coloro che prestano un numero ampio di ore settimanali all'assistenza del proprio caro sperimentano maggiore affaticamento fisico e psicologico rispetto a coloro che fruiscono maggiormente di servizi socio-sanitari.

A fronte di una fotografia decisamente preoccupante, la ricerca offre alcuni spunti in merito a ciò che può aiutare i caregiver a gestire tale condizione di fatica: maggiori livelli di engagement, consapevolezza e senso di efficacia nella gestione del proprio caro sembrano proteggere i caregiver familiari dall'impatto psicologico e fisico connesso alla loro attività assistenziale.
Questi risultati hanno costituito la base per la progettazione del servizio "S.O.S CAREGIVERS: come stare bene per far stare bene".
Grazie allo sviluppo e all'implementazione del servizio sono stati coinvolti 147 caregiver per un numero complessivo di 66 attori raggiunti che hanno partecipato a incontri individuali finalizzati a comprendere e soddisfare i loro bisogni.
Sono stati anche realizzati quattro workshop per co-progettare una nuova idea di servizio: in questo caso 26 caregivers vi hanno preso parte insieme a 6 ricercatori e 3 rappresentanti ATSP.
Attraverso il servizio pilota sono stati coinvolti tutti i caregiver il cui caro, anziano, fruisce di un servizio domiciliare presso ATSP, RSA Piancogno, Boario, Esine o Biennio (circa 150 caregiver). Sono stati coinvolti nelle attività 35 caregiver, 4 RSA del territorio, 1 fisioterapista di ASST, 1 responsabile ATS, 1 coordinatore della Cooperativa Arcobaleno, 1 logopedista della Casa di Cura Policlinico e 1 psicoterapeuta di Need Institute.
Il coinvolgimento attivo dei caregiver familiari nel processo di creazione e sviluppo del servizio ha chiarito le loro aspettative e i loro bisogni, ha permesso agli operatori dei servizi sanitari di affrontare le necessità dei caregiver in modo più consapevole e ha incoraggiato gli stessi caregiver a esprimere la propria opinione.

"Il peso emotivo e pragmatico dei caregiver familiari è oggi più che mai in aumento e necessita di essere preso in carico e gestito - ha dichiarato la professoressa Guendalina Graffigna, Direttore del centro di Ricerca EngageMinds HUB dell'Università Cattolica e Direttore scientifico del Progetto Place4Carers -. La pandemia COVID19 e la conseguente ulteriore frammentazione e depersonalizzazione della presa in carico dei pazienti anziani e fragili ha messo ancora più sulle spalle delle famiglie la difficoltà dell'efficace gestione della salute e dei bisogni di questa fascia di persone. Promuovere servizi volti a sostenere il coinvolgimento attivo e positivo (engagement) dei caregiver familiari nel processo di cura è una frontiera di ricerca scientifica e di intervento clinico urgente quanto sfidante: il progetto Place4Cares vuol essere un primo passo in questa direzione" .

La professoressa Cristina Masella, Politecnico di Milano, ha definito il progetto Place4Careres "un esempio di buona pratica che ha dato spunti di innovazione nella direzione di un coinvolgimento diretto degli utenti nel design dei servizi di assistenza".

"L'obiettivo di Place4Carers fin da subito è stato quello di valorizzare le reti di supporto informale presenti sul territorio camuno, al fine di promuovere l'invecchiamento attivo e in salute delle persone nei luoghi di vita", ha sottolineato Massimo Corbo, direttore di Need Institute.


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