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Recovery Plan/ Aaeroi-Emac: ancora una volta la sanità agli ultimi posti e sottofinanziata

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"Abbiamo appreso con enorme stupore che nel Recovery Plan sarebbero destinati alla sanità soltanto 9 miliardi, ossia una percentuale minima rispetto alla cifra totale. Sarebbe incredibile che ancora una volta la sanità appaia agli ultimi posti, se un sottofinanziamento del Ssn rispetto a tutti gli altri settori non fosse una costante che si ripete da anni e anni". Lo scrive in una lettera al ministro della Salute il presidente dell'Associazione degli anestetisti rianimatori (Aaeroi-Emac), Alessandro Vergallo. "Non è stata sufficiente una prima ondata pandemica - aggiunge - e nemmeno la seconda ondata a cui stiamo ancora assistendo, per far cambiare la rotta, per far capire che alla sanità non si possono lesinare risorse e che la sanità non è un costo, ma un investimento da perseguire promuovendo una governance del Ssn efficace ed efficiente".

"Abbiamo apprezzato, quindi, il suo immediato intervento sulla stampa in cui chiarisce la necessità di aumentare i fondi previsti - aggiunge Vergallo - e saremo al suo fianco, ministro, nel chiedere di aumentare i fondi per la sanità, ma ancor più vorremmo essere al suo fianco per definire la destinazione delle risorse secondo un principio di appropriatezza che tenga conto di quanto accaduto in questi mesi in cui – come è evidente – il solo sistema ospedaliero, ed in pari misura il sistema di emergenza territoriale 118 laddove esso non è una mera fotocopia della cosiddetta "continuità assistenziale", ha dimostrato la sua enorme resilienza, nonostante sia stato trattato regolarmente da Cenerentola".

"Per questo, ministro - conclude la lettera - quali che siano gli strumenti politico-finanziari che alla fine il Governo sceglierà, su cui non è nostro compito esprimerci, le chiediamo fin da ora di dare valore in maniera concreta al Ssn pubblico ed al sistema ospedaliero in particolare. E qualora le risposte che chiediamo da tempo non fossero arrivate, la nostra categoria si farà sentire con proteste commisurate alla sordità che finora stiamo riscontrando".


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