Lavoro e professione

Telemedicina:l'opzione deve amplificare e non sostituire il rapporto di vicinanza e fiducia con il medico

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

Alla domanda se sia opportuno o meno introdurre la telemedicina all’interno del mondo della salute, le risposte possono essere almeno due. Da un lato l’uso della telemedicina è già ampiamente avvenuto anche se è da verificare l’evidenza dell’efficacia delle procedure, dall’altro coniugare la telemedicina nella pratica medica ha senso se stiamo parlando di uno strumento che è nelle mani del medico, ed è in grado di potenziarne e allo stesso tempo semplificarne l’attività.

E’ evidente che la pandemia abbia accelerato il ricorso alla telemedicina. Una strada nella quale la sanità è obbligata, come dimostrano gli stanziamenti previsti dal Pnrr. La Telemedicina è entrata nell’ agenda dei decisori, anche a livello politico. Si è compreso, quindi, quanto possa essere utile per garantire la continuità delle cure, anche a domicilio, e l’integrazione tra ospedale e territorio. I servizi di Telemedicina sono, ancora poco utilizzati dai pazienti, non tanto per la mancanza di interesse, ma a causa della complicazione e limitatezza del tipo di offerta. Condizione, quest’ultima che impone di conoscere se vi sia una rete diffusa di infrastrutture su tutto il territorio, in mancanza della quale si potrebbe determinare il caso che i male serviti di oggi potranno essere i peggio serviti di domani se questo “tele tutto” diventerà sostitutivo e non amplificativo del rapporto di vicinanza e di fiducia con il medico.

La modalità più utilizzata per monitorare a distanza il loro stato di salute è una semplice telefonata oppure una videochiamata di controllo (23%). Molto meno utilizzati i vari servizi di Telemedicina strutturati, come la Tele-visita con lo specialista (8%), la Tele-riabilitazione (6%) o il Tele-monitoraggio dei parametri clinici (4%). Su tutti i servizi emerge un interesse molto elevato da parte dei pazienti, con percentuali vicine al 90%, per il Tele-monitoraggio e la Tele-visita con il medico specialista. Ma qual i e quante visite e controlli sarebbe possibile effettuare da remoto attraverso soluzioni digitali ? I medici specialisti ritengono che, una volta finita la pandemia, sarà possibile organizzare da remoto circa il 20% delle visite di controllo con i pazienti cronici. I medici di medicina generale ritengono che per il futuro i contatti con i pazienti cronici potrebbero avvenire da remoto nel 50% dei casi (attraverso contatti telefonici, via chat/email e in Tele-visita). I pazienti, sembrano essere ancora più entusiasti rispetto alla percentuale di visite e controlli che possono essere svolti da remoto, con percentuali che per molte patologie superano il 40%. L’offerta di servizi di Telemedicina per i cronici consentirebbe di ottenere un importante risparmio di costi a carico della collettività ( pazienti e loro caregiver ), che restano spesso nascosti.

Tutto bene quindi sarebbe la prima valutazione se fossimo sicuri che queste metodologie non allontanino ancora di più i pazienti dal proprio medico e l’attività potrebbe essere convogliata verso alcuni e non verso il contesto medico complessivo. Pochi medici a disposizione dei quesiti e delle valutazioni e rapporto medico-paziente sempre più scollegato. La prossimità vive del rapporto di fiducia e di vicinanza con il medico scelto. L’assistenza territoriale è centrata sul rapporto di fiducia con un medico convenzionato che viene scelto dal cittadino e che nell’ambito del servizio sanitario nazionale eroga prestazioni e servizi a un costo prefissato. La convenzione col singolo medico, com’è ben scritto nell’accordo collettivo nazionale dell’assistenza primaria, tutela e valorizza questo rapporto tra il medico e il paziente.


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