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Oculisti, focus su riforma della colpa medica e decreto Tariffe Lea

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«Apprezziamo e rilanciamo con forza la proposta del ministro della Salute, Orazio Schillaci, di giungere dopo 6 anni alla depenalizzazione della colpa medica. Un provvedimento ormai non più procrastinabile per evitare che i medici continuino a essere inondati di cause penali e civili e che per questo siano spinti verso la "medicina difensiva", cioè l’eccesso di prescrizioni ed esami, spesso inutili, che ingolfa le strutture sanitarie e aumenta le liste d’attesa per il timore di incorrere in controversie legali». Con queste parole Teresio Avitabile, presidente della Società italiana di Scienze Oftalmologiche (S.I.S.O.) e Ordinario di Malattie dell’apparato visivo all’Università di Catania , commenta la proposta del ministro che va nella direzione di accelerare la depenalizzazione della colpa medica. Secondo i dati dell'Anaao- Assomed, ogni anno in Italia vengono intentate 35.600 nuove azioni legali che, nella maggior parte dei casi si traducono in un nulla di fatto. L’impatto della medicina difensiva è inoltre stimato in circa 10 miliardi di euro l’anno.
«Come tutti i medici anche gli oculisti possono essere soggetti a denunce da parte dei pazienti. Sebbene in Italia l’oftalmologia sia tra le specialità meno coinvolte nelle richieste di risarcimento del danno per errori chirurgici, anche grazie ai progressi tecnologici e terapeutici», dichiara Avitabile. Infatti, secondo l’analisi dell’ultimo Report MedMal Marsh, che ha preso in esame 81 strutture sanitarie pubbliche, registrando i sinistri tra il 2004 e il 2021, l’oculistica si colloca al settimo posto nella classifica delle specialità con il 2,41% di richieste di risarcimento, confermandosi tra quelle meno a rischio e, anzi, registrando un leggero decremento rispetto al dato del 2,6% del precedente Report.
Un altro passo fondamentale da compiere in tema di responsabilità professionale secondo gli oculisti Siso è la corretta applicazione dell’art. 15 della legge Gelli sull'affidamento della consulenza tecnica. «Reclamiamo da tempo maggiore attenzione da parte dei magistrati nella scelta dei consulenti e dei periti, affinché il collegio preveda anche esperti di settore con conoscenza pratica dell’oggetto del giudizio – rimarca Avitabile -. Troppo spesso, infatti, si crea un intollerabile divario tra verità scientifica e verità processuale che rischia di danneggiare non soltanto il professionista, ma anche i pazienti stessi. Ben venga, dunque, un Tavolo di confronto con le istituzioni per un nuovo intervento normativo che faccia discendere dalla violazione dell’art.15 della Legge Gelli la nullità della consulenza».
Allerta sui Lea: con tariffe "al ribasso" rischiano le cure d'avanguardia. Quanto alla concreta applicazione dei Livelli essenziali di assistenza, secondo gli oculisti la contrazione della spesa sanitaria del nuovo decreto tariffe rischierebbe di privare 6 milioni di pazienti della possibilità di accedere alle cure più avanzate dei disturbi visivi, non consentendo agli ospedali pubblici l’erogazione di innovazioni tecnologiche e farmacologiche. «Ci congratuliamo con il ministro Schillaci - afferma ancora Avitabile - per aver ottenuto in poco più di sei mesi dal suo insediamento un risultato sempre sfuggito in passato. Tuttavia, le tariffe dei rimborsi previsti dal Servizio sanitario nazionale in campo oftalmologico, confermate al ribasso nel decreto, non consentono di mettere al passo con i tempi la cura e la prevenzione dei disturbi visivi, penalizzando i cittadini che non possono così beneficiare dei progressi tecnologici e farmacologici. Confidiamo che il ministro, che ha fin da subito mostrato grande attenzione e disponibilità grazie all’alta professionalità, competenza e sensibilità, che gli derivano anche dal suo ruolo di medico e docente universitario, possa tener conto dell’istanza di nuove risorse e di un Tavolo di lavoro sulle maculopatie, così da definire più appropriati percorsi terapeutici e di gestione di una grave patologia cronica sempre più diffusa, soprattutto tra gli anziani».
«Lo sviluppo tecnologico e farmacologico ha determinato una vera e propria rivoluzione dell’oftalmologia, ma al progresso scientifico con le sue ricadute in termini di efficacia e sicurezza delle cure, non corrisponde un aumento delle tariffe di rimborso previste dal Ssn. Anzi, abbiamo assistito a un progressivo calo di risorse - puntualizza Romolo Appolloni, membro del Consiglio direttivo S.I.S.O., Direttore U.O.C. Oftalmologia Ospedale S. Eugenio-CTO di Roma, tra i maggiori esperti di chirurgia della cataratta –. Basti pensare, ad esempio, che negli ultimi anni il valore dei rimborsi per questo intervento è crollato dai 2.500 euro degli anni duemila, agli attuali circa 700/800 euro comprensivi di tutto, dai materiali alla sala operatoria. Ciò rende evidente che a una progressiva evoluzione delle tecnologie, ha corrisposto una paradossale e parallela erosione delle risorse. Infatti – precisa Appolloni – solo in una piccola percentuale dei 650mila interventi di cataratta eseguiti lo scorso anno in Italia, è stato impiantato un cristallino artificiale a tecnologia avanzata, in grado di correggere anche difetti di vista come miopia, astigmatismo e presbiopia».
«Un’altra priorità – sottolinea il presidente Avitabile – è rappresentata dalla diagnosi e cura delle maculopatie, una malattia che colpisce gli anziani e che, se non trattata tempestivamente, porta alla perdita della visione centrale. Colpisce una persona su tre dopo i 75 anni, mettendola nella condizione di non poter leggere, guidare e riconoscere il viso dei propri cari. Attualmente – aggiunge l’esperto – si sono rese disponibili cure molto efficaci che inibiscono i fattori di crescita di nuovi vasi sanguigni che accelerano la degenerazione maculare. Ciò nonostante mancano ancora indicazioni alla scelta del farmaco più appropriato e alle sue modalità di gestione».
«A tutto questo si aggiunge – interviene ancora Appolloni – la correzione chirurgica dell’ectropion e dell’entropion, malformazioni oculari causate dalla lassità dei tessuti palpebrali che si vengono a creare con l’età, per le quali il rimborso previsto è di 70/80 euro circa, a fronte di un intervento di almeno mezz’ora che necessita di una sala operatoria, di un anestesista e che viene effettuato di solito su persone anziane. Da non dimenticare infine gli appena 25 euro di rimborso previsti dal Ssn per una visita oculistica».
«Per superare queste criticità la S.I.S.O. chiede un adeguamento delle risorse e sottopone alle istituzioni il suo impegno per costruire per i pazienti con disturbi visivi, percorsi assistenziali secondo principi di innovazione tecnologica, ricerca e sostenibilità, al fine di operare un cambiamento reale avente come obiettivo comune la salute del paziente», conclude Avitabile.


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