Lavoro e professione

Medici specializzandi in piazza a Roma «per una dignità lavorativa, retributiva e formativa». Lo "slogan": Siamo medici specializzandi, non schiavizzandi tappabuchi! Riforma subito.

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Oltre 300 medici specializzandi provenienti da tutta Italia hanno dato vita il 25 settembre a Roma, come annunciato, alla manifestazione organizzata da Anaao Giovani, Als e Gmi per sensibilizzare il mondo politico, accademico e civile sui problemi di un’intera generazione di giovani medici e proporre soluzioni adeguate a un tema, quello della formazione degli specialisti del domani.
I giovani medici chiedono di aprire una fase riformatrice che archivi l'attuale inquadramento del medico specializzando, fermo al 1999 e lontano anni luce da tutti i suoi colleghi europei, che in termini di diritti e tutele lo rende più simile a uno studente rispetto che ad un professionista, e soprattutto di esserne co-protagonisti. «È intollerabile - sostengono i promotori della manifestazione Giammaria Liuzzi (Anaao Giovani), Massimo Minerva (ALS) e Antonio Cucinella (GMI) - apprendere che sia stato insediato un gruppo di lavoro ministeriale per riformare tale anacronistico inquadramento senza la presenza di nemmeno un giovane medico. Chiediamo con forza e determinazione l'inserimento di nostri rappresentanti in tale gruppo o l'istituzione di un tavolo parallelo da noi composto che lavori in sinergia per evitare di formulare una riforma non all'altezza delle molteplici problematiche vigenti. Non possiamo ipotizzare di veder nascere una riforma delle specializzazioni mediche senza un aumento retributivo, mai indicizzato, che attualmente ammonta a 1300 euro mensili al netto di tasse universitarie, Enpam, Ordine dei medici e assicurazione obbligatoria. Non possiamo tollerare che in futuro il medico specializzando non sia inquadrato come un professionista che si forma anche e soprattutto nei cosiddetti Learning Hospital (Ospedali d'insegnamento non universitari e non solo ammassati in pochi reparti universitari con rapporto giovani medici posti letto 10:1), con la certificazione delle loro competenze come avviene per i dirigenti medici e non attraverso un esame di passaggio annuo che molte volte viene utilizzato come "Spada di Damocle"».
E proseguono: «Non possiamo tollerare la non abolizione delle incompatibilità per gli specializzandi che pretendono, in assenza di una indennità di esclusività, di essere padroni del proprio tempo. Senza tutto ciò, non si risolverà mai la carenza di specialisti in quelle branche come la medicina d'emergenza: l'aumento degli ingressi a medicina e il maggiore finanziamento di contratti di formazione Meu non risolverà il problema, occorre una riforma strutturale con al centro lo specializzando Meu, al quale non si può chiedere di fare da tappabuchi a 1300 euro con zero diritti e tutele e lavorando a fianco di gettonisti che percepiscono anche 700 euro al giorno!».
Per ciò che concerne l'attuale concorso di specializzazione, i giovani medici scendono in piazza per «pretendere la pubblicazione dei questionari anonimi di valutazione suddivisi per singola specialità: la nostra richiesta, oltre ad essere una battaglia di trasparenza contro chi fa ostruzionismo per non far palesare le innumerevoli problematiche, è fondamentale per dare uno strumento oggettivo ai futuri specializzandi nella scelta della specialità a loro più consona ed evitare di avere anche quest'anno migliaia di contratti assegnati e poi abbandonati». Inoltre, aggiungono, «a causa dell'ennesima inefficienza di alcuni funzionari, c'è stato anche quest'anno ritardo sul cronoprogramma stabilito dal bando e pertanto i neo Specializzandi avranno solo 14 giorni per doversi trasferire e trovare casa e avranno infine meno scaglioni straordinari per potersi vedere assegnata la scuola a loro più consona: pretendiamo una proroga della presa di servizio per evitare l'ennesimo disservizio ai danni dei giovani medici e per minimizzare i contratti che inevitabilmente andranno non assegnati.
«Siamo pronti, in mancanza di una reale e fattiva volontà di confronto, a organizzare manifestazioni in tutte le facoltà italiane e organizzare diverse giornate di assenza di tutti gli specializzandi dai reparti, dimostrando che senza di loro migliaia di reparti universitari collasserebbero perché noi Specializzandi, contrariamente a quanto stabilito dalla legge, sostituiamo integralmente il personale medico di ruolo».


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