Lavoro e professione

Gestione del rischio clinico e telemedicina. L’uso di analisi proattive per anticipare i rischi

di Riccardo Tartaglia * e Chiara Parretti *

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24 Esclusivo per Sanità24

La telemedicina è stata introdotta con l'obiettivo di agevolare tutte le attività cliniche finalizzate alla valutazione da remoto dello stato di salute di un paziente (televisita, teleconsulto, telemonitoraggio, teleassistenza, ecc.). È una innovazione tecnologica che offre molti vantaggi: maggiore facilità di accesso alle cure, capacità di fornire livelli più elevati di assistenza ai pazienti, minori costi, maggiore efficienza e ridurre i rischi legati alla lontananza da luoghi di assistenza e cura.
La pandemia ha dato un grande impulso al suo sviluppo, consentendo di sfruttare e utilizzare strumenti digitali e tecnologie presso il domicilio del paziente per il monitoraggio remoto delle sue condizioni, evitando così il sovraccarico degli ospedali e la diffusione dei contagi. Inoltre, ha offerto la possibilità di valutare problematiche cliniche di persone distanti dal luogo di cura, garantendo un primo intervento sanitario clinico-diagnostico in tempi rapidi.
Tuttavia, riguardo alla sicurezza delle cure non possediamo ancora sufficiente esperienza sui possibili errori e sugli eventi avversi conseguenti che potrebbero derivare dal suo impiego su vasta scala. È evidente che il suo utilizzo potrebbe causare problemi legati alla trasmissione incompleta o confusa di dati e informazioni, derivanti da problematiche legate alla tecnologia utilizzata ma anche all’operatore sanitario. Ad esempio, potrebbero sorgere difficoltà di comunicazione tra medico e paziente o una diagnostica per immagini poco chiara, con conseguenti errori di diagnosi e terapeutici. È pertanto necessario identificare tempestivamente le criticità conseguenti al suo impiego e progettare strategie per affrontarle prontamente ed efficacemente, prima che comportino ripercussioni sui pazienti e sul personale. Per implementare la telemedicina in modo affidabile, è però necessario identificare preventivamente le barriere tecniche e organizzative che possono presentarsi e progettare strategie capaci di affrontarle e risolverle prontamente.
Ingenti finanziamenti sono stati stanziati con il Pnrr per lo sviluppo della medicina digitale, nonostante molti aspetti debbano ancora essere chiariti e validati (ad esempio, responsabilità medica, fattori umani, usabilità, privacy e cyber-security, effettiva efficacia per il miglioramento delle cure sanitarie). Il suo utilizzo (si veda la figura allegata), calcolato su un campione randomizzato di circa 800 operatori sanitari (Internal and Emergency Medicine, 2021), sembra ancora limitato. Siamo quindi ancora in tempo prima della sua diffusione per lavorare sui processi di implementazione in modo proattivo per individuare in anticipo le criticità, prevenendo eventuali eventi avversi. L'uso di alcuni strumenti di anticipazione del rischio dovrebbe essere considerato ogni qualvolta si implementi la telemedicina, considerando che i problemi possono derivare dal contesto d'uso, dallo strumento tecnologico utilizzato, dall'usabilità ed ergonomia del sistema e dal fattore umano. È opportuno dire che si tratta di analisi che hanno la loro validità limitatamente al contesto in cui sono state effettuate.
Purtroppo, si presta ancora scarsa attenzione all'interazione uomo-macchina, eppure il successo delle tecnologie informatiche è basato proprio sugli studi di ergonomia cognitiva, portati avanti da Donald Norman, forse il maggior esperto a livello internazionale in questo campo. Gli errori nell’ambito della gestione del rischio clinico legati alle tecnologie digitali sono accaduti per problemi legati alle interfacce e purtroppo quando avvengono hanno la capacità di propagarsi nel sistema sanitario in modo molto veloce e spesso incontrollabile. Un esempio gli errori di data entry per terapie o esami di laboratori per un inadeguato design della cartella clinica informatizzata, non conforme ai criteri di ergonomia del software.
Un recente studio italiano pubblicato su American Journal of Medical Quality ha sottolineato la necessità di anticipare i rischi mediante tecniche proattive di analisi, già da tempo impiegate nell'ambito della sicurezza delle cure. Lo studio ha valutato l’impatto che la telemedicina potrebbe avere sulla qualità delle cure. Questa ricerca, basata su una esperienza di telemonitoraggio di pazienti con Covid, ha evidenziato una riduzione del numero di ospedalizzazioni e dei costi. Le questioni critiche più rilevanti sono state correlate alla compatibilità tecnologica e ai problemi di usabilità che, soprattutto per le persone molto anziane, possono essere un problema.
Ci auguriamo che questo articolo possa favorire l’uso dell’analisi proattiva dei rischi nell’ambito della medicina digitale, in piena evoluzione, e che siano segnalati gli eventi avversi derivanti dal suo uso mediante i sistemi di segnalazione e apprendimento oggi disponibili.

* Facoltà di Ingegneria - Università G. Marconi


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