Lavoro e professione

Scudo penale/ Per Cimo-Fesmed la proroga è un “primo segnale” ma restano in sospeso rivalutazione stipendi e fabbisogni

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24 Esclusivo per Sanità24

«La proroga dello scudo penale è il primo segnale importante del Governo nei confronti di una professione, quella medica, che necessita di un sostegno, non solo economico, ma di sistema». È il primo commento del Presidente della Federazione Cimo-Fesmed che evidenzia come la “decisa interlocuzione avviata dal ministro Schillaci con il ministero di Grazia e Giustizia possa finalmente accelerare i tempi per affrontare una riforma, quella della responsabilità professionale degli operatori sanitari, nell’attesa di conoscere le conclusioni dei lavori prodotti dalla commissione tecnica voluta dal Ministro Nordio. Una proroga indispensabile che, tuttavia, richiede, una conclusione rapida dei lavori per rivedere urgentemente la legge Gelli e dare, quindi, le necessarie certezze al lavoro dei medici e alla tutela giuridica dei pazienti”.
Un primo segnale che, di fatto, rientra tra le proposte di sistema che la Federazione Cimo-Fesmed (rappresentativa di Anpo-Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed), aveva rilanciato in occasione dello sciopero del 5 dicembre, proposta che ricomprende anche lo sbocco del tetto di spesa per il personale sanitario. Anche in questo caso sembra in dirittura di arrivo la sperimentazione Agenas sul fabbisogno del personale, sperimentazione che tuttavia - sottolineano dal sindacato - necessita di un’attenta analisi dei risultati derivanti dall’algoritmo anche in virtù della concreta applicazione del Ccnl 2019-2021. Appare infatti superfluo “sottolineare come l’orario di lavoro e il servizio fuori sede rappresentino elementi imprescindibili nella valutazione del reale fabbisogno di sanitari”, spiegano dalla Cimo-Fesmed.
Altro tema, la rivalutazione della indennità di specificità della professione sanitaria, richiesta a gran voce in occasione della legge di bilancio e “non accolta - attaccano ancora dal sindacato - per consentire alle regioni di accaparrarsi alcune centinaia di milioni di euro utili a ridurre, sulla carta, i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie. L’intervento adottato non è strutturale ma solo demagogico, certamente non risolutivo e con evidenti dubbi sul reale utilizzo di un finanziamento che, di fatto, avrebbe assicurato quel riconoscimento economico atteso dai medici e dai sanitari del servizio pubblico. In sintesi, come Federazione Cimo-Fesmed attendiamo - è la conclusione - che le nostre richieste si concretizzino in atti e la proroga dello scudo penale sembra un buon inizio”.


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