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Covid/ Società d'Igiene: le nuove varianti sono più permeabili ai vaccini e alle terapie
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"Il numero dei contagi e quello dei posti letto negli ospedali mostrano come la pandemia da Covid-19 sia tutt'altro che finita. Il fallimento della somministrazione della quarta dose nei soggetti fragili rappresenta un elemento di debolezza, così come il fatto che le ultime varianti siano più 'permeabili', non solo ai vaccini, ma anche alle nuove terapie". A dirlo è Antonio Ferro, presidente della Società Italiana d'Igiene (Siti), che conferma la necessità di "mantenere alta la guardia, anche a seguito dell'aumento dei ricoverati". Negli ultimi tempi, "ciò che è venuta a mancare, completamente, è stata la percezione del rischio Covid". A questo si aggiunge il fatto che "non è stata fatta un'adeguata campagna di comunicazione sulle categorie interessate". Un'attenzione, aggiunge Ferro, "che dev'essere mantenuta, da parte degli operatori, sui sistemi di sorveglianza epidemiologica e virologica, senza smantellare le strutture dei Dipartimenti di Prevenzione, che in pandemia hanno effettuato contact tracing, vaccinazioni e tutte le altre misure di contrasto al Covid".
Gli occhi degli epidemiologi e dei genetisti, che seguono l’andamento del Covid 19 su scala mondiale, sono infatti concentrati su una nuova sotto-variante, da monitorare da vicino.
“La nuova variante (BA 2.75) – conclude Ferro - è stata identificata in India, con alcuni casi in diversi Paesi a livello internazionale. Potrebbe essere ancora più contagiosa rispetto ad Omicron 5 ed avere maggiori possibilità di contagio anche nelle persone guarite e vaccinate. La Sanità pubblica, quindi, non può permettersi di andare in vacanza. È necessario che ci si prepari in modo adeguato per affrontare la stagione autunnale, puntando ancora una volta sull’uso delle mascherine e sull’adozione del distanziamento sociale in situazioni potenzialmente rischiose”.
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