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Cuore/ La "polipillola" più efficace dei farmaci assunti separatamente nel prevenire nuovi eventi cardiovascolari nei pazienti infartuati

di Marta Baviera *, Maria Carla Roncaglioni *

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24 Esclusivo per Sanità24

Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morbidità e mortalità a livello globale. In Italia queste patologie sono responsabili di 240 mila decessi e 150 mila infarti ogni anno. Chi sopravvive a un attacco cardiaco diventa un malato cronico, la malattia modifica la qualità della vita, espone i pazienti a un rischio elevato di incorrere in nuove ospedalizzazioni e comporta notevoli costi economici per la società.
Nonostante ciò, l’aderenza alla terapia raccomandata per la prevenzione di nuovi eventi, che consiste principalmente nell’assunzione di statine, antiaggreganti e ACE-inibitori, è stata stimata intorno al 50%, una percentuale inaccettabilmente bassa. Le cause principali di questa scarsa aderenza sono: la complessità dei regimi terapeutici, la politerapia o la scarsa accessibilità ai trattamenti soprattutto nei paesi a reddito medio-basso.
Già nel 2001 l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) aveva proposto l’uso di una pillola che contenesse i diversi farmaci raccomandati per la prevenzione, denominata "polipillola", come possibile strategia per migliorarne l’assunzione.
Nel corso degli anni sono stati condotti diversi studi che hanno dimostrato l’efficacia di questa strategia sull’aderenza ai trattamenti raccomandati rispetto ai farmaci assunti separatamente anche nei pazienti infartuati. Il passaggio successivo è stato quello di valutare se al miglioramento dell’aderenza terapeutica fosse anche associata una riduzione degli eventi cardiovascolari e della mortalità. Questo è stato l’obiettivo dello studio Secure - Secondary Prevention of Cardiovascular Disease in the Elderly-, finanziato dalla Commissione Europea, coordinato dal Centro Nacional De Investigaciones Cardiovascolare (CNIC) di Madrid e a livello italiano dal Laboratorio di Prevenzione Cardiovascolare dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, i cui risultati sono stati presentati al Congresso Europeo di Cardiologia, tenutosi a Barcellona lo scorso 26 agosto e contemporaneamente pubblicati sul New England Journal of Medicine.
Lo studio ha coinvolto 113 centri di cardiologia di 7 paesi Europei, e ha incluso 2.499 pazienti con infarto del miocardio, di cui 732 in Italia. I partecipanti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere una polipillola - contenente: aspirina (100 mg), ramipril (2,5, 5 o 10 mg) e atorvastatina (20 o 40 mg) - o i trattamenti standard raccomandati assunti separatamente. Per valutare l’efficacia della polipillola è stata analizzata, l’incidenza di un outcome composito che includeva il re-infarto, l’ictus cerebrale, la rivascolarizzazione coronarica e la mortalità cardiovascolare. Nell’arco di tre anni si è osservata una riduzione del 24% degli eventi cardiovascolari maggiori e del 33% della morte cardiovascolare nel gruppo polipillola rispetto a quello in terapia standard, mentre l’insorgenza di effetti indesiderati è risultata simile nei due gruppi.
Lo studio conferma che l’uso della polipillola, semplificando il trattamento e migliorando l’aderenza terapeutica può diventare parte integrante delle strategie per migliorare la prevenzione cardiovascolare, in particolare nei pazienti anziani affetti da pluri-patologie che implicano l’assunzione di un numero rilevante di farmaci. Tuttavia, la polipillola potrebbe non essere prescrivibile nei pazienti che hanno controindicazioni anche a uno dei principi attivi o essere interrotta per la comparsa di possibili effetti indesiderati o aggiustamento del dosaggio. In quest’ultimo caso, però, la polipillola di Secure avendo più dosaggi permetterebbe di scegliere la formulazione più appropriata in base alle caratteristiche dei pazienti.
La disponibilità della polipillola a livello globale avrebbe comunque implicazioni rilevanti in termini di salute pubblica, in particolare nei paesi a basso reddito dove il carico delle malattie cardiovascolari è maggiore e i trattamenti per la prevenzione di gran lunga sottoutilizzati.
Al momento, in Italia la polipillola non è disponibile ma è auspicabile che, sulla base dei risultati dello studio Secure, possa essere commercializzata entro breve nel nostro Paese.

* Laboratorio di Prevenzione cardiovascolare, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs, Milano


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