Medicina e ricerca

Medicina di genere: solo il 15% delle strutture complesse di radiodiagnostica è diretto da donne

di Nicoletta Gandolfo* e Deborah Fazzini**

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24 Esclusivo per Sanità24

Il mancato riconoscimento del ruolo delle donne in ambito sanitario ha portato un freno alla presa in carico dei problemi del mondo sanitario femminile, comportando una risposta inadeguata ai bisogni di cura e prevenzione. Occorre invece riconoscere e valorizzare le differenze di genere e riconoscere il ruolo delle donne in ambito sanitario per permettere una maggiore personalizzazione della terapia e centralizzazione del paziente.
La Commissione Donne Radiologo della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM) si occupa di questo: favorire l’attenzione su tematiche legate alla sfera femminile, la conoscenza della realtà nazionale delle Donne Radiologhe, del ruolo professionale che svolgono, delle problematiche lavorative e organizzative da affrontare e gestire. Problematiche della nostra società globale. L’obiettivo è quello di creare una rete di collaborazione, sottolineando il ruolo decisivo della medicina di genere da un lato e del ruolo della donna dall’altro, anche negli aspetti legati alla salute.
Abbiamo discusso di questi temi durante il convegno “Medicina di genere e radiologia al femminile - Realtà e opportunità future” organizzato dal Centro Diagnostico Italiano che si è tenuto recentemente a Milano, con il patrocinio di Fondazione Bracco e della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM). Nel corso del convegno si sono alternati radiologi e radiologhe provenienti da istituti pubblici e privati che hanno condiviso esperienze professionali e best practice e presentato proposte per sviluppare un imaging radiologico che tenga conto delle differenze di genere per fornire diagnosi e cure sempre più appropriate.
La medicina di genere o ‘medicina genere-specifica’ è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche, ovvero quelle definite dal sesso, socioeconomiche e culturali - definite dal genere - sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Riconoscere e valorizzare le differenze di genere permette di fornire cure più appropriate e terapie personalizzate, oltre a garantire percorsi di cura e di equità per tutti.
Anche in medicina, infatti, gli uomini sono diversi dalle donne: si ammalano di patologie differenti, la cui insorgenza è spesso differente, così come la sintomatologia e la risposta alle terapie. Queste numerose differenze fanno emergere sempre più l’esigenza di una medicina genere-specifica che studi l’influenza delle diversità biologiche, socioeconomiche e culturali sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.
Il mancato riconoscimento del ruolo delle donne in ambito sanitario, l’assenza o la grave carenza delle donne nei ruoli e negli organismi istituzionali che si occupano di programmazione sanitaria, inoltre, ha portato un freno alla presa in carico dei problemi del mondo sanitario femminile. Comportando una risposta inadeguata ai bisogni di cura, di prevenzione, di riabilitazione.
In Italia, ad esempio, solo il 15% delle strutture complesse di radiodiagnostica sono dirette da donne.
Un dato in controtendenza è quello sperimentato al Centro Diagnostico Italiano di Milano, dove, su 56 radiologi del territorio lombardo, le donne rappresentano il 45% delle risorse nella diagnostica per immagini, e due coordinatori di specialità su 4 sono donne.

*Coordinatore della Commissione Donne Radiologo della SIRM
** Responsabile Radiologia al Centro Diagnostico Italiano


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