Medicina e ricerca

Tumore pancreatico: le nuove frontiere della cura con la tecnologia mininvasiva

di Giovanni Butturini*

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L’adenocarcinoma duttale è la neoplasia pancreatica più frequente e più temibile, rappresentando la terza causa di morte per tumore in Italia nel 2021. Colpisce entrambi i sessi, tipica dell’età matura ma non esclusiva: può insorgere in soggetti quarantenni con fattori di rischio particolari, come il fumo di sigaretta, la obesità e la famigliarità. I sintomi con cui si presenta sono aspecifici cosicchè frequentemente si arriva alla diagnosi dopo mesi di accertamenti prescritti per un dolore all’addome o al dorso, per un calo ponderale o la comparsa di diabete in età matura senza altri fattori di rischio. Inoltre non esiste uno screening per la popolazione generale, solo alcuni soggetti possono accedere a metodiche di diagnosi precoce facendo parte di sottogruppi a rischio, soprattutto per la famigliarità.

L’assenza di metodiche di screening e il ritardo diagnostico, spiegano il fatto che la maggioranza dei pazienti arriva alla diagnosi con malattia non suscettibile di intervento chirurgico sia per la presenza di metastasi a distanza, soprattutto nel fegato, sia per l’infiltrazione di grossi vasi sanguigni che corrono nelle vicinanze del pancreas. Questi pazienti dopo la biopsia vanno indirizzati agli oncologi medici per la chemioterapia. Alcuni di questi con risposta favorevole ritorneranno al chirurgo per l’intervento.

Tradizionalmente la chirurgia dei tumori del pancreas è considerata fra le più difficili per la particolare delicatezza di questa ghiandola: la sua consistenza morbida e la mancanza di una vera parete solida cui agganciarsi, rendono le cuciture necessarie al termine della cosiddetta fase demolitiva, particolarmente a rischio di creare complicanze talvolta così severe da portare ad esito infausto i pazienti: infatti la mortalità per resezione pancreatica è in media dell’8%, la maggiore della chirurgia digestiva. Queste caratteristiche hanno fatto sì che le metodiche mininvasive siano state introdotte con maggiore cautela rispetto ad altri campi oncologici.

Tuttavia oggi, grazie soprattutto all’avvento della chirurgia robotica, sono cresciute le evidenze sui vantaggi delle resezioni mininvasive. Infatti a parità di risultato oncologico che deve sempre essere il nostro obiettivo prioritario, l’utilizzo del robot, permette di arrivare nelle aree più delicate del pancreas in tutta sicurezza, garantendo risultati analoghi quanto a complicanze post-operatorie e favorendo la ripresa rapida delle proprie abitudini di vita dopo l’intervento. Sempre più centri in Italia offrono la possibilità di essere operati per tumore al pancreas con la robotica, anche per i tumori della testa del pancreas, tradizionalmente riservati alla chirurgia a cielo aperto. Grazie alla precisione dei movimenti del robot chirurgico, si riescono a realizzare le cuciture delicate necessarie nella fase ricostruttiva dell’intervento. La comunità chirurgica pancreatologica italiana si è data l’impegno di registrare i casi di resezione mininvasiva in un Registro prospettico che conta ad oggi più di mille pazienti operati. Questi pazienti mediamente ricevono un minor numero di trasfusioni per la riduzione delle perdite ematiche, mantengono l’integrità della parete addominale, riducendo drasticamente il rischio di laparocele, riprendono più rapidamente le proprie funzioni sia dal punto di vista dell’attività digestiva e intestinale sia dal punto di vista lavorativo e sociale. Inoltre la tecnica mininvasiva riduce il dolore post-operatorio e rende più rapida la ripresa della mobilità.

I dati emersi in recenti analisi confermano l’ipotesi che dal punto di vista oncologico la tecnica mininvasiva non è inferiore a quella della chirurgia a cielo aperto. I Centri ad alto volume come il nostro Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda sono anche impegnati in attività di divulgazione e formazione con il Corso avanzato di Chirurgia del Pancreas giunto quest’anno alla settima edizione per trasmettere le nuove tecnologie.

*Responsabile Chirurgia Epatobiliopancreatica “Ospedale P. Pederzoli”



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