Medicina e ricerca

Tumore seno, le terapie integrate aumentano l’aderenza e riducono gli effetti collaterali, ma le segue solo un paziente su due

di Stefania Gori *, Alessandra Fabi **

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24 Esclusivo per Sanità24

Le terapie integrate in oncologia consistono nella combinazione di cure mediche standard con trattamenti complementari, al fine di migliorare la tolleranza alle terapie antitumorali e nella promozione di stili di vita salutari. Promuovere sani stili di vita può ridurre il rischio di recidive tumorali o l’insorgenza di secondi tumori legati al persistere di abitudini comportamentali a rischio. Dai risultati della nostra ricerca, condotta attraverso l'analisi delle risposte a circa 200 questionari sottoposti a pazienti con carcinoma mammario avanzato e presentata a Roma presso la Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, è emerso che solo il 46% delle donne con carcinoma mammario ha utilizzato una o più terapie integrate. Di queste donne, il 74% ne ha avuto accesso al di fuori del Ssn e ne ha usufruito per gestire meglio gli effetti collaterali, sia fisici che psicologici, delle terapie e della malattia. Tra le terapie integrate a cui si ricorre maggiormente ci sono le cosiddette discipline "body-mind" (22%), tra cui lo yoga, il tai chi, il Qui gong, la mindfullness; e in egual misura (22%) le cosiddette "terapie complementari", cioè agopuntura, shiatsu, riflessologia. Seguono l'arteterapia (5%), la musicoterapia (2%) e altre non ben specificate. Sono quelle incluse anche nelle linee guida della Sio (Society for Integrative Oncology) accettate anche dalla Società americana di Oncologia medica (Asco). Nonostante le numerose evidenze scientifiche che dimostrano l'efficacia delle terapie integrate nel migliorare la qualità della vita delle pazienti e, di conseguenza, anche l'aderenza terapeutica, nonché nel ridurre il rischio recidive, in Italia sono dunque ancora sottoutilizzate. Questo perché in parte c'è una scarsa formazione dei medici e in parte perché non tutte le strutture prevedono al loro interno servizi e consulenze mirate a tale scopo. È importante concentrarsi anche sulla ricerca scientifica per sperimentare modalità di nuovi interventi che migliorino la qualità di vita delle pazienti oggi lungo-sopravviventi.
I dati indicano chiaramente la necessità di diffondere nozioni relative alle terapie integrate tra gli oncologi e tra quanti gestiscono le pazienti con carcinoma mammario per permettere la diffusione di una cultura basata sull’evidenza relativa a queste terapie, evitando informazioni non veritiere e il ricorso a terapie alternative da parte delle pazienti. E questo è importante sia per il numero elevato di nuove diagnosi di carcinoma mammario in Italia, nel 2022 è stato infatti il tumore più frequentemente diagnosticato (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), sia per i progressi ottenuti dai trattamenti oncologici nei confronti del carcinoma mammari in fase precoce e in fase metastatica.

* direttore del Dipartimento Oncologico Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella e Presidente Rete oncologica pazienti Italia (Ropi)
* responsabile della Medicina di precisione neoplasia della mammella al Policlinico Universitario A. Gemelli Irccss


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