Medicina e ricerca
Nature Medicine: le sigarette elettroniche possono aiutare a smettere di fumare ma stop ai giovani
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"Le sigarette elettroniche non metteranno fine alla devastazione provocata dalle sigarette tradizionali ma possono contribuire al nobile obiettivo di aumentare il numero di adulti che smette di fumare". E' la conclusione di un commento pubblicato sulla rivista Nature Medicine firmato da Kenneth E. Warner (University of Michigan), Neal L. Benowitz (University of California di San Francisco), Ann McNeill (King’s College di Londra) e Nancy Rigotti (Harvard Medical School). Gli autori riportano gli studi condotti sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti secondo cui "l'uso di sigarette elettroniche è associato ad un aumento di
cessazione del fumo del 10-15%" mentre sia le National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine degli Stati Uniti che una revisione indipendente commissionata dal Department of Health and Social Care in Inghilterra hanno concluso "che è probabile che l'uso di sigarette elettroniche sia molto meno dannoso che fumare". Per esempio, una revisione sistematica Cochrane ha concluso che "c'era un'elevata certezza che i tassi di cessazione dal fumo fossero più alti nelle persone randomizzate alla nicotina ( sigarette elettroniche) rispetto a quelle randomizzate alla terapia sostitutiva con nicotina". Risultati analoghi sono stati ottenuti da studi epidemiologici e indagini di mercato secondo cui quando aumentano le vendite e l’uso di sigarette elettroniche, diminuiscono le vendite di sigarette tradizionali e viceversa.
Gli autori si soffermano poi sulla minore dannosità dell’e-cig rispetto alla sigaretta tradizionale. "Il fumo di sigaretta – spiegano gli scienziati – contiene oltre 7.000 sostanze chimiche, compresi 70 cancerogeni noti. Il numero di sostanze chimiche nell’aerosol di e-cig è inferiore di molti ordini di grandezza e le sostanze tossiche comuni ai due prodotti sono presenti in concentrazioni molto minori". Nonostante questo, l’approccio dei diversi Paesi allo strumento di riduzione del danno varia enormemente. Si passa dal divieto totale di vendita in vigore in 39 Stati alla promozione da parte di governi e istituzioni sanitarie, come accade in Regno Unito e Nuova Zelanda. In mezzo ci sono Paese con tutta una serie di regolamentazioni e limitazioni diverse tra loro.
"L'uso di sigarette elettroniche non è innocuo - mettono però in guardia gli autori - e occorre preservare i minori dall’utilizzo di questo strumento". In questa direzione "per arrivare all’accettazione e alla promozione delle sigarette elettroniche come strumento per smettere di fumare bisognerà continuare gli sforzi per ridurre l’accesso e l’uso da parte di giovani che non hanno mai fumato. I due obiettivi - conclude il commento - possono e devono coesistere".
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