Medicina e ricerca

Aigo: appropriatezza delle prescrizioni in endoscopia digestiva per ridurre le liste d'attesa

di Marco Soncini*

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Ogni anno in Italia vengono effettuate oltre due milioni e mezzo di procedure mediche di esofagogastroduodenoscopia (EGDS) e colonscopia. Si stima che circa il 30% delle prescrizioni sia inappropriato. I numeri testimoniano la grande diffusione di questa tipologia di esami che sono entrati stabilmente nei percorsi di diagnosi e cura di molte patologie.
L'aspetto di criticità legato a tale situazione è duplice: l’inefficienza del sistema sanitario e l’incremento delle liste d’attesa, a fronte di un costante aumento delle prescrizioni. Per questo l’appropriatezza in endoscopia digestiva è un elemento centrale in quanto ha un impatto rilevante sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale e anche sulla qualità delle prestazioni erogate.
Alla questione è dedicata grande attenzione da parte dell’Associazione italiana gastroenterologi e endoscopisti digestivi ospedalieri (Aigo) che sin dal passato ha sensibilizzato il mondo della sanità a una medicina atta a garantire ai cittadini esami utili nei tempi corretti e fondata su un uso corretto delle risorse. Ne è un esempio la collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) nell’elaborazione del manuale RAO per l’accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali. Lo testimoniano inoltre i documenti realizzati con diverse realtà regionali per individuare i criteri appropriati cui attenersi da parte di medici delle cure primarie e specialisti nella prescrizione degli esami endoscopici.
Ora, in linea con questo approccio, è stato definito un nuovo documento, aggiornato alla luce delle raccomandazioni contenute nelle più recenti linee guida nazionali e internazionali. L’auspicio è che sia per i medici un utile strumento nella pratica clinica, senza limitarne l’autonomia decisionale. La metodologia seguita è quella dei raggruppamenti di attesa omogenei (RAO) sulla base di scenari clinici differenti, l’obiettivo è indicare tempi d’attesa omogenei e idonei in base ai fattori di rischio del paziente.
Un esempio di prescrizione inappropriata di colonscopia è il caso di una giovane donna in età fertile e senza fattori di rischio, con una anemia sideropenica, per la quale non sia stata prima verificata una componente ginecologica ed effettuato un trattamento a base di ferro. O ancora la circostanza in cui sia effettuata una procedura di EGDS in un paziente giovane (di età <55 anni) con una sindrome dispeptica (dolore epigastrico e digestione laboriosa presente nel 10-15% della popolazione) di primo riscontro, in assenza di sintomi d’allarme, senza averlo prima sottoposto ad un test per verificare un’infezione da Helicobacter pylori o aver effettuato un trattamento di almeno quattro settimane con inibitore della pompa protonica.
L’appropriatezza descrittiva è un passaggio ritenuto necessario affinchè tutti i pazienti che necessitano di un esame endoscopico, possano trovare tempi certi e sicuri, senza dover entrare in lunghe liste d’attesa spesso presenti anche in regioni considerate virtuose. Aigo auspica la divulgazione a livello nazionale di documenti multidiscipilinari attenti all’uso delle risorse, mantenendo elevata la qualità delle prestazioni fornite.

*Presidente di Aigo e Direttore del Dipartimento Medico ASST Lecco


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