Medicina e ricerca

Tumori: spesi 20 miliardi nel 2022 per le cure, un quarto a carico dei pazienti

di Adriana Albini*

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24 Esclusivo per Sanità24

Nel 2022 in Italia si sono spesi 20 miliardi di euro per curare i malati di cancro, fra costi diretti di terapie (circa 6 miliardi), ospedalizzazioni, interventi chirurgici, esami, riabilitazione e indiretti (assenza dal posto di lavoro, assistenza dei familiari ecc.). Un contributo economico elevatissimo (con 5,3 miliardi pagati dai cittadini di tasca propria), sommato ovviamente al peso della malattia sul singolo. E tutte le proiezioni indicano un incremento di casi nei Paesi occidentali, legati soprattutto agli scorretti stili di vita (fumo di sigaretta, obesità, sedentarietà, eccessivo consumo di alcol). È importante quindi ridurre il carico di malattia attraverso la prevenzione, che deve ovviamente insistere sugli stili di vita ma anche diventare attiva con la ricerca e l’individuazione dei fattori prodromici che possono negli anni portare ad un cancro. È la cosiddetta “Cancer Driver Interception”, cioè la ricerca di quelle alterazioni che, se non corrette, possono favorire la cancerogenesi. È questo l’appello lanciato oggi a Roma dal convegno nazionale promosso dal CNEL, Fondazione Aiom e Bioscience Foundation.

I costi legati al pianeta tumori stanno diventando enormi in tutti i Paesi occidentali ha sottolineato Francesco Riva, Presidente Delegato della Giunta del Regolamento del CNEL. Si rischia di minare la sostenibilità dell’intero sistema e di far pagare di tasca propria sempre più ai cittadini. Si deve lavorare per avere meno malati oncologici: la prevenzione rappresenta la sola arma davvero vincente. Ma gli indicatori dicono che si fa ancora troppo poco: aumenta la sedentarietà (+6% in un anno), le persone in sovrappeso e obese e i forti consumatori di alcol come ha ricordato Saverio Cinieri, Presidente di Fondazione AIOM.

Ma non basta insistere sugli stili di vita: bisogna favorire la ricerca dei fattori prodromici che possono favorire la nascita di una neoplasia. Esistono ormai numerosi studi clinici che hanno dimostrato l’utilità di misurare questi fattori prodromici come l’instabilità genomica, l’infiammazione cronica, la disbiosi intestinale e il disequilibrio del sistema immunitario. Tutti misurabili attraverso esami del sangue e materiale biologico. Il tumore impiega anni prima di svilupparsi. Oggi è possibile monitorare queste alterazioni con semplici test che possono rivelarci condizioni prodromiche negative che possono poi essere corrette con stili di vita sani. Una prevenzione attiva, dunque, come si fa in campo cardiovascolare controllando la pressione arteriosa o l’ipercolesterolemia.

È un approccio già operativo ed è partita una collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità per avviare un progetto concreto in alcune Regioni con un modello innovativo italiano all’avanguardia nel mondo. La collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità rappresenta una partnership rilevante, ha sottolineato il Sen. Francesco Zaffini Presidente della Commissione 10° Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato, che si è detto convinto che la Cancer Driver Interception rappresenti un modello vincente ai fini della riduzione del carico di malattia, indispensabile per garantire la sostenibilità del Sistema. La Commissione Sanità del Senato si pone l’obiettivo di affrontare il tema cancro proprio partendo da una prevenzione attiva e misurabile senza dimenticare ovviamente di insistere sulla promozione di corretti stili di vita. Questo approccio è molto innovativo, è da perseguire, ma nel nostro Paese la percentuale di adesione agli screening è molto bassa, tra il 30 e il 40% ed ulteriormente diminuita rispetto al 2021.

Mentre l’Unione Europea ci chiede di raggiungere il 90% di adesione entro il 2025 come ha sottolineato il prof. Francesco Cognetti, Presidente di FOCE. Sono indispensabili piani operativi sul modello del Beating Cancer Act Europeo che integrino il Piano Oncologico Nazionale. Un convegno, come ha concluso Riva, che rappresenta l’occasione per la presentazione dell’imminente partenza dei lavori sul disegno di legge dedicato alla prevenzione delle neoplasie e alla sensibilizzazione sugli stili di vita e all’alfabetizzazione sanitaria. L’interesse verso questa tematica è molto forte e vedrà una partecipazione attiva dei ministeri: Sport e Giovani, della Salute, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e di Sport e Salute per creare sinergia e partecipazione sotto la guida del CNEL che può rappresentare una garanzia di qualità e risultato.

* Collaboratrice della Direzione Scientifica dello IEO di Milano e Coordinatrice mondiale del Working Group sulla Cancer Prevention dell’Associazione americana per la ricerca sul cancro (AACR)


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