Medicina e ricerca

Malattia renale cronica: in uno studio i vantaggi clinici ed economici della terapia dietetico nutrizionale

di Silvio Di Stante* e Sofia Cecchi**

S
24 Esclusivo per Sanità24

La malattia renale cronica (MRC) colpisce 850 milioni di persone nel mondo, più del 10% della popolazione, e quasi 4,5 milioni di individui in Italia. Di questi oltre 1 milione si trova negli stadi avanzati che precedono l’inizio della dialisi e ogni anno oltre 7.300 nuovi pazienti iniziano la dialisi in Italia. Questi numeri sono in continuo incremento per l’invecchiamento della popolazione e l’aumento di diverse patologie, come diabete e ipertensione, oltre alla diffusione dell’obesità, che possono causare la comparsa o il peggioramento della MRC.
La Terapia Dietetico-Nutrizionale (TDN) si è da tempo dimostrata componente importante della gestione conservativa del paziente affetto da malattia renale cronica, nel mantenere uno stato nutrizionale ottimale, a prevenire e/o correggere sintomi e complicanze della MRC, a facilitare l’utilizzo di programmi di dialisi incrementale, a migliorare l’efficacia della terapia farmacologica e a ridurre l’incidenza di ospedalizzazione.
Lo studio osservazionale longitudinale non interventistico Supplemented Very Low Protein Diet (sVLPD) in Patients with Advanced Chronic Renal Failure: Clinical and Economic Benefits condotto presso il l’UOC di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Fano e pubblicato sulla rivista internazionale Nutrients nel 2023, ha visto il coinvolgimento di 129 pazienti allo stadio 5 con eGFR <15 mL/min/1,73 m2. I risultati evidenziano come per i pazienti con insufficienza renale cronica una dieta a basso contenuto di proteine con prodotti aproteici (sVLPD), integrata solo con aminoacidi essenziali e senza chetoanaloghi, ritardi l’ingresso in dialisi proteggendo al tempo stesso dal rischio malnutrizione. Inoltre, eliminando i chetoanaloghi, la terapia nutrizionale risulta maggiormente gestibile da parte del paziente, con relativo incremento dell’aderenza. Lo studio dimostra infine che grazie a questa terapia dietetica si ottiene un ritardato ingresso in dialisi e, si producono risparmi in termini di risorse economiche per il SSN. Sulla base dei pazienti coinvolti, lo studio ha infatti stimato un risparmio netto totale di quasi 3 milioni di euro in 3 anni.
La terapia nutrizionale a basso contenuto proteico, integrata solo con gli aminoacidi essenziali, consente di dare al paziente con malattia renale cronica una nuova opportunità di dieta personalizzata ritardando il più possibile l’ingresso in dialisi proteggendolo dal rischio malnutrizione. Tutti i vantaggi della dieta, inoltre, possono essere raggiunti con successo. Sarebbe opportuno prescrivere una riduzione dell’apporto proteico già dagli stadi precoci dell’IRC e in questo aiuterebbe molto la presenza costante di una dietista dedicata con formazione specifica negli ambulatori di Nefrologia.

*Nefrologo presso l’UOC di Nefrologia e Dialisi dell’Azienda Sanitaria Territoriale n 1 di Pesaro-Urbino
**Dietista presso l’IRCCS INRCA


© RIPRODUZIONE RISERVATA