Medicina e ricerca

Radiomica, nuova frontiera della radiologia medica cruciale in area oncologica

di Andrea Giovagnoni *

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24 Esclusivo per Sanità24

Si chiama “radiomica” ed è la nuova frontiera della radiologia medica. Permette di individuare nuovi marker diagnostici e valutare in modo preciso e precoce se e come ci sarà risposta alle terapie personalizzate. Tutto ciò grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che interpreta il dato digitale numerico acquisito durante la Tac o la risonanza. Un salto quantico, una vera e propria rivoluzione, avvenuta negli ultimissimi anni, che ci permette di fornire all’oncologo, al patologo, al chirurgo, le caratteristiche della lesione e l’evoluzione che può avere; quindi, dati fondamentali su come operare e trattare il paziente. È una tecnica che sfrutta i sistemi di machine learning e di intelligenza artificiale per cercare di evidenziare nuovi marcatori non dalle immagini ma dai numeri; in altre parole, si vanno a valutare come i valori numerici presenti all’interno delle immagini siano distribuiti spazialmente all’interno del tessuto studiato motivo per il quale questo tipo di analisi è perciò spesso anche denominata analisi della tessitura o texture analysis.
Fondamentale ormai soprattutto in campo oncologico: sono 395mila ogni anno le persone a cui viene diagnosticato un cancro, un numero in crescita, come in tutti i Paesi occidentali. L’obiettivo della radiomica è proprio garantire al malato l’intervento migliore più precoce e più efficace per salvaguardare anche la sua qualità di vita. Questo uno dei temi presentati nella sede della Società italiana di Radiologia medica e interventistica (Sirm) a Milano.
La radiomica è una nuova frontiera che però in Italia si sta diffondendo come una straordinaria realtà: la radiologia medica è senz’altro quella che più sta risentendo dell’intelligenza artificiale e del tumultuoso progresso tecnologico unita anche ad una maggiore consapevolezza del ruolo fondamentale che questa figura medica riveste nei moderni processi diagnostici e terapeutici della maggior parte dei pazienti.
Ogni anno in Italia si eseguono 70milioni di procedure di diagnostica per immagini. Possiamo contare su immagini più accurate, acquisite più rapidamente, legate ad un rischio di effetti secondari da radiazione praticamente nullo ma che proprio in ragione della grande complessità e sofisticazione tecnologica con cui vengono prodotte devono essere sempre gestite e interpretate dallo specialista radiologo. La professione del radiologo è profondamente mutata nell’arco degli ultimi 15 anni. La radiologia ha cambiato radicalmente aspetto evolvendo da disciplina da molti considerata di “serie B” rispetto alle grandi branche classiche della medicina, alla più moderna e tecnologicamente avanzata fra le specializzazioni mediche. Il radiologo trova oggi una sua forte identità collocandosi al centro dei processi decisionali che trovano nei team multidisciplinari la declinazione più moderna su cui si articola la gran parte della moderna medicina.
Una crescita importante in cui il ruolo del nostro Paese è stato determinante. Gli studi scientifici più citati al mondo in campo radiologico sono italiani e la nostra rivista societaria ‘la radiologia medica’ è un punto di riferimento scientifico a livello mondiale.
I radiologi medici italiani sono riuniti nella Sirm, che conta oltre 10mila iscritti. Dal 20 al 23 giugno a Milano si terrà il 51° Congresso nazionale, il primo congresso congiunto delle società scientifiche dell’area radiologica (medici radiologi, di medicina nucleare e radioterapisti). L’idea di riunire le tre società scientifiche è stata una sfida e un’esigenza dettata dalla trasversalità della nostra disciplina sempre più centrale. Sarà un appuntamento centrale che riunirà oltre 12mila specialisti provenienti da tutta Italia per un confronto scientifico di assoluto livello.

* Presidente nazionale Sirm (Società italiana di Radiologia medica e interventistica)


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