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Psichiatria, Claudio Mencacci al vertice Sip
Battersi per la salute mentale del Paese, per la dignità del paziente e della sua malattia, per cancellare la vergogna e lo stigma che colpiscono inesorabilmente i malati e le loro famiglie. Che non sono poche, considerando che la malattia mentale colpisce, in forme diverse, una persona su tre almeno una volta nella vita, che l’età media si è abbassata intorno ai 25 anni, e che nel giro di 15 anni la malattia mentale sarà la malattia cronica più frequente nel mondo. Sono i punti chiave del progetto del nuovo presidente della Società italiana di Psichiatria, Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, eletto questa mattina nell’ambito del 47° congresso nazionale.
Queste le sue prime parole da presidente. «L’impegno mio e della Sip è di battersi per la salute mentale di questo Paese. Opereremo diverse iniziative: innanzitutto una grande campagna di lotta contro la depressione, un’importante iniziativa che blocchi o almeno ostacoli la vergogna e lo stigma che ancora aleggiano su queste malattie. Cercheremo dunque di ricostruire una rete psichiatrica italiana in maniera che tutti i pazienti, dal Nord al Sud, possano usufruire e avere garantite cure efficaci. A tutto questo si aggiungerà un impegno particolare per tutti i nostri pazienti, affinché la loro dignità non sia mai messa sotto scacco, e faremo in modo che sia per loro, sia per gli operatori che si occupano di loro, vi sia sempre la possibilità di avere rispetto, ma anche le risorse necessarie per poter operare».
Un cenno importante anche sulla vicenda Opg, che ancora stenta a trovare la giusta misura di cambiamento voluta dalla legge. «Continueremo a dare il nostro contributo, fatto di cooperazione con la magistratura, le altre Istituzioni, affinché la legge possa avere una sua piena attuazione, sia con un rinforzo di risorse necessario che dovrà giungere sul territorio, e anche attraverso l’utilizzo – seppur limitato – delle Rems e di tutti gli altri strumenti intermedi per poter far si che anche queste persone autrici di reato possano avere una giusta ed adeguata cura. In tutto questo non ci dimenticheremo – anzi sarà uno degli impegni prioritari – dell'assistenza psichiatrica nelle carceri, che rimane a tutt'oggi una piaga e una vergogna del nostro Paese».
Infine un appunto anche per le recenti vicende accadute nell'ambito di due TSO in Piemonte ma che riguardano tutta l’Italia. «Su questo delicatissimo intervento ci muoveremo in maniera tale che in tutta Italia vi siano procedure condivise, una preparazione specifica della polizia municipale e di tutti gli attori coinvolti, che siano garantiti i diritti dei pazienti pur nel rispetto della legge. Diritti dei pazienti significa essere aiutati in assenza di consapevolezza di malattia e condizione di manifestazioni che necessitano di intervento urgente. Noi ci auguriamo che le Istituzioni, ma anche l’associazione nazionale dei sindaci italiani, ci possano essere d'aiuto in uno sforzo e una unione, affinché tutti riattualizzino dei protocolli, che a distanza di qualche anno vanno rivisti, e affinché il Tso sia e debba sempre rimanere uno strumento per la salute del paziente e a sua tutela del diritto di ricevere delle cure adeguate».
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