Medicina e ricerca
Gise: ampliato ai pazienti dai 75 anni il ricorso alla procedura Tavi
24 Esclusivo per Sanità24
Il ricorso alla procedura Tavi, l’impianto transcatetere della valvola aortica, viene ampliato ai pazienti dai 75 anni di età, ai pazienti ad alto rischio o inoperabili secondo la tradizionale tecnica cardiochirurgica. Lo annuncia la Società italiana di cardiologia interventistica (Gise) riportando le nuove Linee Guida ESC 2021 e sottolineando che la Tavi è ancora sottoutilizzata in Italia: solo il 32% dei pazienti a target beneficia del trattamento, con significative disparità territoriali legate alla frammentazione a livello regionale. Riparte, dunque, la Campagna "Tavi è vita", organizzata da Gise in collaborazione con Sic (Società italiana di cardiologia) e Sicch (Società italiana di chirurgia cardiaca) e con il contributo non condizionato di Medtronic, "per sensibilizzare la popolazione a rischio, la comunità medico-scientifica e le istituzioni sul tema della stenosi aortica, i campanelli d’allarme e le terapie più appropriate".
"La definizione del target pazienti per la procedura TAVI è estremamente importante perché sancisce un’opportunità terapeutica per categorie di pazienti che oggi possono beneficiare della procedura mini-invasiva, che ha ormai da tempo consolidato la sua appropriatezza, riducendo la mortalità all’1% e restituendo ai pazienti una buona qualità di vita – afferma Giuseppe Tarantini, presidente GISE –. GISE ha da sempre puntato sulla necessità di includere tutti i pazienti elegibili a questo trattamento, oltre che sensibilizzare la popolazione a rischio per una maggiore consapevolezza sulla stenosi aortica e la sua diagnosi tempestiva, con campagne ad hoc come TAVI è VITA che quest’anno parte rinnovata”.
“La stenosi aortica è una malattia tempo-dipendente con ripercussioni importanti sulla salute: una diagnosi tempestiva diventa fondamentale per arrestare il decorso verso la forma severa, che risulta fatale per oltre la metà dei pazienti, se non sottoposti a un trattamento appropriato entro i due anni dalla diagnosi – continua Giovanni Esposito, presidente eletto GISE -. Ecco perché le nuove linee guida, e il rilancio della campagna TAVI è VITA, sono fondamentali oggi in Italia per costruire una consapevolezza diversa sulla patologia, sulle opportunità terapeutiche più adeguate, secondo il profilo di ciascun paziente”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA