Sentenze

Consiglio di Stato: legittimo l'accordo tra Diasorin e San Matteo per test Covid

di Er.Di.

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Con la sentenza n. 8126/2020 depositata oggi, la Terza Sezione del Consiglio di Stato ritiene legittimo l'accordo stipulato tra Irccs San Matteo e DiaSorin del 23 marzo 2020, con la quale è stata accettata "la proposta di collaborazione avanzata dalla Diasorin per la valutazione di test sierologici e molecolari per la diagnosi di infezione da SARS-Cov-2 a cura del Laboratorio di virologia molecolare". Il contratto era stato contestato dalla ditta Technogenetics, di proprietà cinese. I giudici hanno ritenuto "dirimente" la constatazione che "la validazione, e eventuale sviluppo del progetto di ricerca privato, non ha carattere di esclusività rispetto ad altri possibili progetti scientifici di altri soggetti privati, rispondendo al fine istituzionale degli Irccs di sostenere progetti di ricerca anche privati, e di validarli".

DiaSorin ha espresso "grande soddisfazione" per la decisione del Consiglio di Stato. "Con questa sentenza - spiega l'azienda in una nota - è stato, quindi, definitivamente accertato che DiaSorin e il Policlinico San Matteo di Pavia hanno correttamente operato nel processo di validazione dei test DiaSorin". "Si tratta di una decisione di grande importanza per l'intero comparto della ricerca italiana - ha commentato Carlo Rosa, Ceo di DiaSorin -, grazie alla quale è stata fatta chiarezza sulla collaborazione tra istituti pubblici e società private nell'esecuzione di sperimentazioni cliniche per migliorare la salute delle persone".

Dal canto suo Technogenetics "prende atto che le collaborazioni pubblico/private finalizzate anche ad acquisire i risultati della ricerca pubblica sono liberamente negoziabili dall'amministrazione che può discrezionalmente preferire un operatore rispetto ad un altro e che queste modalità, secondo il Consiglio di Stato, non alterano la libera concorrenza". Technogenetics ribadisce "di aver agito nell'interesse e nel rispetto della collettività affinché la condivisione delle risorse pubbliche torni ad essere patrimonio di tutti e venga eventualmente industrializzata secondo le regole attualmente già in vigore". E si riserva "di valutare l'adozione di eventuali azioni legali presso le sedi europee predisposte".


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