Dal governo

Ecco l’altra manovra, il “bilancio dei virtuosi” firmato Maroni, Zaia e Toti

di red.san.

«Spending review, federalizzazione delle entrate e dei tributi, richiesta economica su iniziative dirette e semplificazione»: sono le quattro aree d'azione individuate dai governatori di Veneto, Liguria e Lombardia, Luca Zaia, Giovanni Toti e Roberto Maroni, nel “bilancio virtuoso”, presentato oggi nel campus di H-Farm, in provincia di Treviso, in occasione del terzo incontro trilaterale.

«Noi siamo le Regioni virtuose», mentre la Legge di bilancio per il 2017 «non è una manovra di stabilità, ma una manovra occasionale». Lo afferma il governatore della Lombardia, Roberto Maroni. «Non è vero che non ci saranno tagli alla sanità», attacca Maroni, i tagli ci sono, sono più di sei miliardi di qui al 2019. Ovviamente «ci sarà un peggioramento della sanità per i cittadini se tutto verrà deciso da qualche burocrate romano», continua Maroni, perché si farà «la media tra le eccellenze del nord e la situazione che c’è nel resto d'Italia».

Per quanto riguarda la spending review, i tre governatori propongono di «applicare i costi standard alla sanità e alla spesa pubblica in genere, compreso il numero di personale pubblico» e di «eliminare le prefetture». Nell'opera di federalizzazione rientra invece «il riconoscimento dello status di Regione autonoma alle Regioni che che ne fanno richiesta», la «regionalizzazione del debito pubblico», il libero utilizzo per i singoli enti territoriali dei propri avanzi di amministrazione, e il permesso per gli stessi enti territoriali di utilizzare le proprie risorse finanziare «per realizzare opere pubbliche e in generale per attivare investimenti pubblici».

Sotto la voce relativa alle richieste economiche su iniziative dirette rientrano invece gli interventi di messa in sicurezza del territorio, «attraverso fondi da assegnare alle Regioni oppure, come per l'edilizia scolastica, con accensione mutuo a carico dello Stato di durata trentennale e compartecipazione degli enti coinvolti». Le spese di investimento su specifici settori strategici vanno poi eliminate dal computo del pareggio di bilancio, e i tagli lineari alle Regioni vanno «bloccati».


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