Lavoro e professione

E’ ora di investire in Sanità

di Pierantonio Muzzetto (presidente Omceo Parma e cofondatore Insieme Fnomceo)

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24 Esclusivo per Sanità24

Quelli non propagandati come tagli lineari, di fatto sono tagli veri per la sanità: se fossero risparmi reimpiegati nello stesso settore allora non ci sarebbe bisogno di ridurre il budget.
Crescerebbe la fiducia se i nostri governanti dicessero, invece, di voler investire in sanità. In quella che è una delle migliori riconosciute. La verità indiscutibile è che la linea del Governo mette in discussione il sistema salute nella sua interezza e le risposta della ministra alla Salute non lasciano tranquilli, sebbene si affermi che si tratta di una manovra che mira all’efficienza del sistema: “efficientamento”, con reinvestimento dei risparmi per l’approvvigionamento di farmaci oncologici o per incidere sul turnover.

Appare evidente come manchi ancora una volta la visione d’insieme del mondo sanitario, posto di fronte a scelte da molti considerate necessarie ma che, senza una politica incentrata su organizzazione e programmazione, funzionano come un pannicello caldo. Lasciando il posto ai fautori della medicina dei protocolli, delle linee guida, e senza che vi sia valorizzazione delle professioni e in particolare del medico.
Una valutazione da cui il mondo ordinistico medico e federativo non può prescindere, perché si entra nelle dinamiche della professione e soprattutto in quegli aspetti di politica sanitaria, in cui andrebbe inserito a pieno titolo, e in modo proattivo, proprio il medico, visto che il tema è la gestione della salute.
Allora, come procedere per mantenere efficiente il sistema e qualificata l’assistenza? Con tagli lineari o non lineari, in base al piano triennale dei Lea? E la sostenibilità del sistema si fa solo intercettando le spese, in un sistema che invece abbisogna di una saggia amministrazione delle stesse e di una politica di interventi strutturali, o per meglio dire d’intervento? È una questione di scelte di gestione della salute, appunto. Salute che non può essere considerata sempre e solo una voce di spesa, e dunque solo un costo per la collettività, ma occorre che sia elemento di sostenibilità del sistema, ottenuto coniugando, in modo etico e sociale, la salute, bene assoluto, con il concetto di produttività. Un sistema, cioè, che preveda una società in salute e pertanto produttivo e in sviluppo.
Il mondo ordinistico medico non può che essere comunque preoccupato dagli eventi ultimi e non condivide che il mantenimento del sistema salute sia solo legato alla sostenibilità del sistema fine a se stesso.
La sostenibilità è un aspetto fondamentale del sistema sanitario ma non è certo il criterio esclusivo della professione. Se ne riconosce il valore politico e finanziario che si esprime nell’appropriatezza, ma che non può portare la componente ordinistica, e la stessa federazione medica, a considerarlo come unico parametro di riferimento o di giudizio che calmieri l’agire professionale.
E per giunta proprio l’appropriatezza, quale co-fattore d’analisi, non può da sola limitare le scelte della professione e dell’assistenza al cittadino senza che ne risenta la qualità e l'universalità degli interventi. Ma ad essa si associa il valore dell’organizzazione, delle funzioni e responsabilità quale quadratura del cerchio dell’assistenza, questa sì, sostenibile ed elevata. Appare estemporaneo curare per paradigmi: la salute va garantita in ragione sì delle risorse, ma mai abdicando dalla reale necessità di cura. Su questo aspetto si è chiamati al ragionamento e alla valutazione di merito, perché va modificato l’approccio regionale alle competenze, se non inserite in un ambito di programmazione e formazione universitaria, capaci di affinare e migliorare le capacità del medico e delle professioni sanitarie, a loro volta coinvolte nelle dinamiche di garanzia del sistema della salute.
Bisogna riporre nella pertinenza e nella competenza i sistemi di qualità dei servizi erogati, così rispondendo con autorevolezza alla domanda di controllo della spesa e degli outcome, in cui mal si coniugano minor qualità e minor risultato ma con risparmio. Qualità e completezza degli interventi diventano perciò i parametri di risultato e di risparmio.
Ironia della sorte, la volontà di limitare i contenziosi oggi, con la politica seguita da Governo e conferenza Stato-Regioni, diventa volano proprio della medicina cosiddetta difensiva: uno strumento perverso di tutela della salute e dei suoi dispensatori.
Una considerazione che Governo, Ministero e la stessa conferenza Stato-Regioni devono fare propria, facendo altrettanto proprie le parole della ministra della Salute, quando ricorda il sistema sanitario nazionale come uno di migliori al mondo. Investiamo in sanità e incidiamo sulla mala gestione.


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